Nonostante abbia momentaneamente perso il primo posto in classifica (in attesa di recuperare la partita contro il Bologna), l’Inter resta, a detta di un po’ tutte le concorrenti, la squadra da battere in questo campionato di Serie A.
Eppure, nonostante sia già la seconda stagione consecutiva in cui i nerazzurri diano la netta impressione di essere la squadra meglio attrezzata d’Italia, in Champions League i nerazzurri non offrono la stessa sensazione di sicurezza che danno in patria.
È semplicemente colpa del livello della competizione oppure l’atteggiamento interista cambia dalla Serie A alla Champions League? Diamo un’occhiata ai numeri per cercare di capirlo.
Come cambia l’Inter tra Serie A e Champions League?
Intanto, possiamo vedere come i giocatori più utilizzati siano all’incirca sempre gli stessi tra campionato e coppa: a parte il portiere e capitano Samir Handanovic, gli uomini chiave della formazione nerazzurra, a cui Simone Inzaghi rinuncia il meno possibile, risultano essere Marcelo Brozovic, Milan Skriniar, Nicolò Barella e Alessandro Bastoni.
MINUTI GIOCATI | HANDANOVIC | BROZOVIC | SKRINIAR | BARELLA | PERISIC | BASTONI | DZEKO | DE VRIJ |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Serie A | 2160 | 2000 | 1980 | 1783 | 1779 | 1654 | 1607 | 1593 |
Champions League | 540 | 467 | 540 | 493 | 350 | 488 | 447 | 354 |
Molto utilizzato in campionato e meno in Champions League risulta invece Ivan Perisic, uno dei giocatori più decisivi fin qui della stagione nerazzurra, forse perché inizialmente considerato troppo offensivo rispetto ad altri giocatori come Federico Dimarco o Matteo Darmian sulla fascia sinistra.
In realtà il giocatore ha dimostrato grande applicazione anche in fase difensiva e a questo punto difficilmente Inzaghi farà a meno di lui negli impegni europei.
Andando a guardare le statistiche di Samir Handanovic, sempre presente sia in campionato che in Champions League, notiamo come l’Inter conceda meno tiri a partita in Champions League piuttosto che in campionato, anche se le percentuali di parate sono inferiori in campo europeo, dove solo 1 partita su 3 si è conclusa a reti inviolate (contro il 42% del campionato).
I gol subiti sono esattamente gli stessi suddivisi per 90 minuti (0,83), ma chiaramente le conclusioni subite in ambito europeo risultano più pericolose.
HANDANOVIC | RETI SUBITE/90MIN | TIRI SUBITI/ 90 MIN | PARATE/90 MIN | %PARATE | % CLEAN SHEET |
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Serie A | 0.83 | 3.33 | 2.67 | 80.0% | 41.7% |
Champions League | 0.83 | 2.50 | 1.67 | 66.7% | 33.3% |
Analizzando le azioni di gioco create da cui è poi scaturito un tiro in porta, vediamo come tra i giocatori con un minutaggio degno di nota spiccano in entrambe le competizioni Hakan Calhanoglu, Federico Dimarco, Alexis Sanchez e Nicolò Barella.
Di questi, solo i due centrocampisti Calhanoglu e Barella sono titolari fissi, mentre Dimarco e Sanchez generalmente entrano in fasi della partita particolari, in cui per motivi opposti sono facilitati a creare occasioni: perché specialista dei calci piazzati Dimarco, perché usato come variabile d’attacco quando le squadre si allungano Sanchez.
AZIONI DA TIRO/90MIN | CALHANOGLU | BARELLA | DIMARCO | SANCHEZ | TOT INTER |
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Serie A | 5.25 | 3.79 | 4.48 | 4.06 | 26.17 |
Champions League | 7.38 | 4.20 | 4.80 | 5.92 | 30.67 |
Notiamo come per tutti questi giocatori comunque il numero di azioni create sia maggiore in Champions League rispetto che in campionato. A livello di produzione offensiva, quindi, l’Inter di coppa non ha nulla da invidiare a quella che detta legge in Serie A, anzi.
La differenza è tutta nella precisione in attacco
Questa mole di produzione offensiva però non si traduce in occasioni da gol nette, però: se andiamo ad analizzare gli Expected Goal fatti registrare in campionato e in coppa, notiamo come nonostante si arrivi a creare un numero leggermente maggiore di occasioni da gol in Champions, il saldo tra Expected Goal e reti messe effettivamente a segno risulti negativo in Champions League, mentre in campionato è addirittura positivo.
GOL E TIRI IN PORTA | RETI/90 MIN | TIRI/90 MIN | %TIRI NELLO SPECCHIO | xG/90 MIN | DIFFERENZA GOL SEGNATI E xG |
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Serie A | 2.29 | 16.4 | 36.5% | 2.00 | + 0.29 |
Champions League | 1.33 | 19.8 | 30.3% | 2.07 | – 0.73 |
Non è quindi tanto un problema di qualità del gioco offensivo, quanto di precisione e incisività in fase di conclusione, difetto che a dire il vero si verifica talvolta anche in campionato.
La manovra offensiva è fluida e permette molto spesso ai giocatori di andare alla conclusione, e anzi in Champions League si trovano spazi maggiori che in campionato.
I problemi nascano nel momento in cui bisogna concludere in porta, e qui probabilmente gioca un fattore determinante la tenuta mentale dei giocatori, decisamente più tranquilli in Serie A piuttosto che nei campi europei.
Se contro le squadre italiane l’Inter conclude in porta con grande successo, in campo europeo (ma anche contro le squadre di livello più alto della Serie A) difetta chiaramente di precisione alla conclusione.
Non è un caso che in Champions sia l’esperto Edin Dzeko, con un saldo di -0,20 tra gli Expected Goal fatti registrare e quelli messi effettivamente a segno, ad avere un rendimento migliore di Lautaro Martinez, più giovane e che fa registrare un saldo di -0,45.
Si tratta di problema che con il tempo si sta lentamente risolvendo (il confronto tra il rendimento europeo dell’Inter anno dopo anno vede un costante miglioramento), ma che costituisce ancora un handicap abbastanza tangibile per la squadra nerazzurra. Più aumenta la confidenza dei giocatori con il palcoscenico europeo, più aumenta di conseguenza anche la concentrazione e l’incisività in attacco.