Dopo appena sette giornate di una stagione quanto mai lunga e difficile, forse è prematuro trarre conclusioni affrettate, ma è certo che l’Inter di Inzaghi sta navigando ben sotto le attese della vigilia.
Come si è arrivati dall’essere la favorita al titolo, a un settimo posto in classifica con un gioco che latita e la peggiore difesa tra le primi sedici? Proviamo a scoprirlo insieme nell’analisi dei numeri e delle statistiche dei nero azzurri.
La gestione Inzaghi
Malgrado i problemi di bilancio, nel mercato estivo è stato fatto di tutto per accontentare Inzaghi, soprattutto tenendo stretti alcuni dei nomi che sembravano ormai destinati all’uscita, oltre al rientro come sappiamo di Lukaku e persino la ciliegina di Acerbi sul finire.
Al netto dell’infortunio del belga, che ha sicuramente complicato la situazione, uno dei primi problemi è forse proprio la gestione dell’allenatore in queste prime partite. Vero è che il calendario fitto di campionato e coppe ha reso necessario un certo turn over, ma sull’altare delle colpe c’è forse una certa confusione creata in difesa per questo continuo avvicendarsi.
Nelle ultime cinque partite non ha quasi mai schierato la stessa linea a tre titolare, e non ha comunque mai chiuso con la stessa difesa, facendo sempre uno o due cambi (in almeno tre occasioni).
L’apoteosi nell’ultimo match perso contro l’Udinese, dove Bastoni ha lasciato il posto a Dimarco prima della fine del primo tempo (quarto cambio consecutivo per Bastoni), mentre Acerbi è uscito a pochi minuti dal termine lasciando posto incomprensibilmente a un De Vrij che infatti è risultato quanto meno complice nei due gol finali dei friulani.
Insomma una certa confusione che evidentemente ha inciso e non poco su quello che è il primo problema della squadra, proprio la difesa.
Lecce | Spezia | Lazio | Cremonese | Milan | Bayern | Torino | Plzen | Udinese | |
SKRINIAR | T | T | T | T | T | T sost | T | T | T |
DE VRIJ | T | T | T | T | T sost | sub | T | sub | |
DIMARCO | T sost | T | sub | sub | T sost | sub | |||
BASTONI | sub | T | T | T sost | T sost | sub | T sost | T sost | |
ACERBI | T | T sost | |||||||
D’AMBROSIO | sub | T | sub |
La parola alla difesa
Partiamo dalla base: una squadra che punta al titolo non può subire 11 reti in sette partite. Per la terza trasferta consecutiva i nero azzurri subiscono tre reti (Udinese, Milan e Lazio), diventando la peggior difesa dopo le ultime quattro della classifica (1.6 gol a partita di media).
Un problema che riguarda probabilmente anche una certa disattenzione difensiva, visto che in realtà delle squadre al vertice solo Fiorentina, Napoli e Milan concedono meno tiri in porta agli avversari (per i nero azzurri sono 12 a partita).
Ad avvalorare questa percezione c’è anche il dato relativo agli Expected Goals, che mostra un gap significativo per quanto riguarda le reti subite: 11 quelle reali, 6.5 quelle teoriche. Ovvero, l’Inter sarebbe in linea con l’Atalanta (6.3) e il Napoli (6.5) che vantano la miglior difesa del campionato al momento.
Da migliorare però anche l’aggressività nei contrasti, con solo 13.9 vinti a partita (quart’ultimo dato, al pari della Juventus, forse non a caso) sui 18.6 totali di media (la seconda peggiore dopo il Torino). Stesso discorso per le “Respinte difensive”, dove l’Inter è penultima nella graduatoria del parametro (dietro però al Milan, che pure qualche gol di troppo lo sta prendendo in questo avvio).
Come funziona l’attacco
Nel gioco di Inzaghi l’assenza di Lukaku ha indubbiamente pesato sotto tutti i punti di vista, mancando soluzioni offensive che ridimensionano numeri e rendimento.
Dal punto di vista generale, i nero azzurri offrono comunque un buon volume di gioco in attacco, finendo per essere la seconda squadra in assoluto per numero di conclusioni (17.6 a partita contro le 19.3 del Napoli) e addirittura primi se contiamo quelli finiti nello specchio (43 totali, al pari della Roma).
Circa il 50% delle reti è arrivata dall’area piccola (6), mentre 2 sono le marcature arrivate da fuori area (solo Atalanta ed Empoli hanno fatto meglio).
A mancare anche in questo caso è quindi forse un pizzico di imprecisione, oltre a un grosso problema di gol quando Lautaro Martinez è fuori condizione: a secco da tre giornate (nonostante una media di 4 conclusioni a partita), solo Dzeko tra gli attaccanti è riuscito a segnare un gol nel frangente (l’unico in campionato fin qua).
E con un Correa quasi mai all’altezza e un Calhanoglu poco ispirato in zona gol, ecco che tutto dipende dalle invenzioni di Brozovic e Barella, entrambi con due marcature al momento.
Troppo facile però scaricare la colpa sull’imprecisione o la scarsa vena degli attaccanti, perchè forse parte del problema arriva anche dalle fasce laterali.
Un possibile problema sulle fasce
Da unire ai dati dell’attacco infatti, c’è almeno un altro parametro che spicca: soltanto la Cremonese ha effettuato meno dribbling vincenti dell’Inter (4.7 di media).
Questo significa tendenzialmente che mancano spesso le giocate in superiorità numerica, con gli esterni che quasi mai riescono a liberarsi. Dumfries in sette presenze ha realizzato solo 2 dribbling vincenti, Gosens lo stesso ma in 122 minuti appena. Uno soltanto per Dimarco, 3 per Darmian.
Mancano insomma quelle situazioni dove si riesce ad avere un certo vantaggio offensivo, utile per qualche palla più “pulita” in area che potrebbe aiutare gli stessi attaccanti a non forzare le giocate.
Conclusioni
Seconda per passaggi, seconda per tiri e prima per tiri in porta. Non si può dire che l’Inter non provi a fare gioco in assoluto.
Come abbiamo visto però ci sono sicuramente diversi problemi da risolvere, il primo dei quali probabilmente è una carenza di concentrazione (o troppa confusione se si vuole), che porta a errori gratuiti che fomentano la spirale di insicurezza.
Lo dimostra anche un altro dato: in due delle ultime tre sconfitte era stata proprio l’Inter a passare in vantaggio, finendo poi per subire tre reti in ciascuna.
Poca aggressività, poca concentrazione, poca sicurezza, poche soluzioni offensive, si potrebbe dire che sono questi i principali problemi da risolvere per l’Inter. Riuscirà Inzaghi a riprendere in mano il bandolo della matassa (che sembra lui stesso aver perso)? Lo vedremo dopo la pausa.