Si è conclusa anzitempo la quarta esperienza di Davide Ballardini sulla panchina del Genoa: il tecnico romagnolo, che in 14 stagioni di allenatore in Serie A non è mai riuscito a disputarne una completa (sempre subentrato o esonerato) è stato sollevato dall’incarico dopo il pareggio ottenuto contro l’Empoli e al suo posto è stato chiamato Andriy Shevchenko, il secondo Pallone d’Oro a sedere in panchina nella storia della Serie A dopo Luisito Suarez.
I maestri di Shevchenko
Inutile spendere tante parole sulla carriera di Shevchenko da giocatore: goleador eccezionale nel Milan di Carlo Ancelotti all’inizio del millennio, con cui si è laureato Campione d’Italia e Campione d’Europa, vincitore del Pallone d’Oro nel 2004 e miglior marcatore della storia della nazionale ucraina.
Più interessante invece cercare di capire come l’ex fuoriclasse ucraino si comporti in panchina.
Da allenatore Sheva ha già avuto una buona esperienza sulla panchina della sua nazionale, dove ha fatto capire già abbastanza chiaramente quali sono i principi di gioco che vuole mettere in pratica.
Il primo maestrro di Shevchenko è stato il colonnello Valerij Lobanovskij, vera e propria icona del calcio sovietico prima e ucraino poi. Primo allenatore ad utilizzare il computer per analizzare i dati statistici delle partite al fine di suddividere al meglio le zone di campo assegnate ai vari giocatori, è stato colui che ha plasmato Shevchenko alla Dinamo Kiev portandolo alla ribalta internazionale.
In Italia poi è passato sotto le sapienti mani di Alberto Zaccheroni e Carlo Ancelotti, due allenatori che al di là dei moduli hanno sempre predicato un calcio offensivo ma equilibrato, per poi avere anche un’esperienza, non positiva in realtà, con José Mourinho al Chelsea.
Shevchenko sembra aver mutuato dai suoi maestri la capacità di coinvolgere il gruppo, anche se è sicuramente diverso farlo con una nazionale rispetto ad una squadra di club.
Da un punto di vista tattico, tende a posizionare i giocatori su diverse altezze del campo, in maniera da avere più linee di passaggio possibile attraverso il quale tenere il controllo del pallone.
La costruzione dell’azione si sviluppa principalmente sulla mediana, con i terzini che tendono ad accentrarsi per cercare il dialogo con i centrocampisti.
Raramente l’azione offensiva si sviluppa sulle fasce, preferendo le imbucate in profondità e gli scambi di posizione lungo la linea difensiva avversaria.
In fase di non possesso in genere non cerca un pressing esagerato, ma cerca di attendere gli avversari con le linee schierate, aggredendo sulla propria trequarti cercando di costringere gli avversari al gioco sull’esterno.
Come Shevchenko può schierare il Genoa
Alla guida dell’Ucraina Sheva ha dimostrato di essere in grado di adattare il modulo della sua squadra a seconda delle caratteristiche dei giocatori a disposizione e dell’avversario che si va ad affrontare, passando senza troppi problemi dalla difesa a 4 a quella a 3.
Dando per assodato la conferma di alcuni punti fermi della squadra rossoblù come il capitano Mimmo Criscito in difesa, Rovella a centrocampo e Destro in attacco, anche il Genoa può tranquillamente cambiare faccia in caso di necessità.
Con ogni probabilità però l’obiettivo di Sheva sarà quello di disporre la squadra secondo un 4-3-3 che copra al meglio il campo e offra differenti soluzioni in fase di uscita di palla e di costruzione.
Con Sirigu in porta, in caso di difesa a 4 Criscito si posizionerebbe quindi sulla fascia sinistra, mentre a destra troverebbe spazio Cambiaso, una delle poche note liete della stagione genoana.
La coppia centrale sarà quella composta da Masiello e Vasquez, in attesa del ritorno di Maksimovic dall’infortunio che dovrebbe prendere il posto del messicano.
A centrocampo il terzetto che dovrebbe rispondere meglio alle sue esigenze dovrebbe essere composto da Rovella, Badelj e uno tra Hernani e Melegoni, a seconda anche dello schieramento avversario (più portato a costruire sulla trequarti l’italiano, più adatto a rientrare il brasiliano). Attenzione però a Galdames, il mediano cileno che ha trovato pochissimo spazio finora ma che è stabilmente nel giro della nazionale roja.
In attacco Destro dovrebbe essere il centravanti titolare, con Caicedo prima alternativa, mentre sugli esterni dovrebbero trovare spazio Ekuban e, condizioni fisiche pemettendo, Pandev. Al posto del macedone potrebbero scendere in campo Kallon o Fares, ma è facile pensare che una delle richieste di mercato di Sheva a gennaio possa riguardare proprio le ali.
La carriera di Shevchenko allenatore
Rifiutata una prima volta all’indomane del suo ritiro dal calcio giocato nel 2012, Shevchenko è entrato a far parte della nazionale ucraina nel 2016, come collaboratore tecnico di Mykhaylo Fomenko.
Dopo l’Europeo del 2016 (in cui l’Ucraina venne eliminata perdendo tutte le partite senza segnare nemmeno un gol), Sheva è stato promosso al ruolo di commissario tecnico al posto di Fomenko.
Con il tempo sono stati centrati i primi risultati: mancata la qualificazione ai Mondiali del 2018 arrivando alle spalle di Islanda e Croazia, Shevchenko ha iniziato a consolidare il suo gruppo nella Nations League 2018-2019, dove ha dominato il girone che ha visto l’Ucraina contrapposta a Repubblica Ceca e Slovacchia conquistando la promozione in Lega A (promozione vanificata con la retrocessione nell’edizione successiva, in un girone con Spagna, Germania e Svizzera).
Nelle qualificazione europee è poi riuscito a vincere il proprio girone, mettendosi alle spalle sia il Portogallo che la Serbia. Nella fase finale di Euro 2020 ha passato per il rotto della cuffia il girone contro Macedonia del Nord, Austria e Paesi Bassi grazie ai tre punti ottenuti contro i macedoni che gli sono valsi l’ultimo piazzamento utile tra le migliori terze.
Per la prima volta alla fase finale degli Europei, gli ucraini riuscirono ad avanzare fino ai quarti di finale, eliminando la Svezia per poi essere sconfitti dall’Inghilterra.
Il bilancio finale della sua esperienza alla guida dell’Ucraina si può dire positivo: 25 vittorie, 13 pareggi, 14 sconfitte con 71 gol fatti e 62 subiti.