Quando ottobre lascia spazio a novembre, non sono solo le temperature ad abbassarsi. Anche le difese, soprattutto in un calcio come il nostro, tanto dedito al tatticismo, arretrano di qualche metro o – che è lo stesso – avanzano togliendo campo agli attacchi nemici. Ecco: se c’è un elemento chiave attraverso cui è possibile leggere la 9a giornata del campionato di Serie A, che si concluderà questa sera coi due posticipi del lunedì, è proprio l’attenzione difensiva delle squadre più forti.
Allegri, che muro là dietro
Così la Juventus di Max Allegri, che insieme a Inter e Napoli è la prima per clean-sheets nel 2023 (15), ha continuato il cammino riprendendolo dalle certezze costruite nelle prime otto di campionato: solidità e fase difensiva. Nonostante l’assenza pesantissima di Danilo, capitano e leader del reparto arretrato, chi ha giocato – anche chi è entrato quindi, è il caso del 2005 Hujsens – ha ben interpretato uno spartito che ossessiona l’allenatore livornese dalla notte dei tempi: non bisogna prendere gol. La Juventus il gol non l’ha preso, e poi l’ha fatto – grazie a Locatelli, che chiude uno strano e per certi versi inquietante cerchio sul calendario: aveva infatti segnato il primo gol tra i professionisti al minuto 64 di Milan-Juventus il 22 ottobre del 2016, stesso minuto stesso giorno stessa partita, solo la maglia è cambiata nel frattempo.
Mou, pian piano si risale
In difesa veritas, dunque. Vale per la Juventus, vale per il Milan, che con Thiaw ingenuo ha rivisto i fantasmi del derby perso 5-1 ad inizio campionato. Le due partite non sono paragonabili, ma rimane il dato di fondo: se davanti fai fatica a segnare, come il Milan dimostra da qualche partita a questa parte, dietro non devi mai prendere gol. Lo sa Pioli, lo sa Mourinho che contro il Monza ha vinto la quarta partita di fila tra campionato e coppa, e lo ha fatto ancora nel segno della fase difensiva. Non ha preso gol, come capitato contro Servette (4-0) e Frosinone (2-0): contro il Cagliari all’ultima uscita il gol preso era stato superfluo (1-4). E la Roma, zitta zitta, è a 14 punti, attaccata al treno europeo che aspetta la Fiorentina stasera al vagone business-class: quello della Champions.
Il solito eccellente Provedel
La stessa competizione che la Lazio di Sarri si sta godendo e vuole riprendersi – come ha chiaramente detto Martusciello, suo vice, nel post-partita della vittoria col Sassuolo (0-2). Riprendiamo quel dato sui clean-sheets nel 2023. Sapete quale è la squadra al secondo posto dietro le sopracitate? Appunto, la Lazio. Non è mai troppo tardi per ripetere che Sarri, prima del calcio champagne, vive maniacalmente la fase difensiva. Sa che da una buona fase difensiva – o ottima, come quella dello scorso anno – nasce una buona, se non ottima, annata in classifica. Juventus, Roma, Lazio, dunque. Ma mettiamoci infine anche Inter e Atalanta.
Solidità Nerazzurra
I nerazzurri hanno vinto senza prendere gol, di nuovo. E se dietro non si subisce, davanti ci si diverte. Inzaghi lo sa perfettamente, meno i suoi calciatori che se non prenderanno sottogamba i prossimi impegni potrebbero davvero staccare le inseguitrici – prossima giornata: Inter vs Roma.
Con un punteggio meno splendente dei nerazzurri (che hanno vinto 0-3 all’Olimpico di Torino) ma con una prova analoga ha vinto anche l’Atalanta di Gasperini (2-0 al Gewiss contro un buon Genoa). Il vero problema della Dea, come aveva dimostrato l’ultima uscita (sconfitta 3-2 contro la Lazio), è la fase difensiva. Ieri le cose sono andate bene, nonostante qualche brivido finale, e la squadra è tornata alla vittoria. Hai voglia a parlare di aggressività, uno-contro-uno e bel gioco. In difesa veritas: lo avrà detto anche De Laurentiis a Garcia in settimana, perché il Napoli prima di prender gol era sullo 0-3 a Verona. Per lo Scudetto, per l’Europa o la salvezza: la verità sta nella difesa.