La Serie A si appresta a ritornare in campo il 4 gennaio dopo la lunga sosta per il Mondiale in Qatar, e abbiamo pensato di analizzare la situazione delle big del campionato alla vigilia della ripartenza.
Tra mini-ritiri e amichevoli più o meno prestigiose i team ai primi posti della classifica hanno dato differenti dimostrazioni di forma: ecco come si presentano le big di Serie A prima della ripartenza.
Napoli: riprendere la forma campionato per mantenere il vantaggio
Il Napoli gioca un « calcio erotico », ha detto Walter Sabatini al CorSport un paio di giorni fa. Ed è per questo, continua l’ex ds della Salernitana, che lui « sarà sempre per Spalletti » vero favorito alla conquista della Serie A 2022/23. Una delle più complesse e imprevedibili della storia: mai era capitato infatti che il calcio si fermasse – di sua sponte, escludendo cioè lo sconvolgimento pandemico – per un tempo così lungo e in un momento così delicato della stagione.
I pronostici sono fatti per essere ribaltati, e la gioielleria di famiglia per essere snocciolata a fondo – mettiamo caso che la superstizione abbia un senso. Non ditelo ai napoletani, per carità. Le parole di Sabatini, per quanto liete, sono solo l’ultima testimonianza di un carro ricolmo di gufi che va avanti più o meno da inizio novembre.
Il Napoli in questa pausa mondiale ha disputato diverse amichevoli, non tutte di eguale livello è chiaro. Importante, per lei come per le inseguitrici – se così si può dire: il Milan è a -8 –, era riprendere la forma campionato, smarrita da una pausa insieme provvidenziale (per ricaricare le energie) e nefasta (perché dare un tempo limite agli incantesimi può farli morire).
La squadra di Spalletti ha vinto contro l’Antalyaspor e il Crystal Palace, per poi perdere contro Villarreal e (malamente, 1-4) contro il Lille al Maradona. Chiudiamo il capitolo partenopeo con un inciso statistico, a proposito di scaramanzie: lo sapete quale fu l’unica sconfitta del Napoli scudettato (1986/87)? Contro la Fiorentina, il 4 gennaio del 1987. 4 gennaio, 2022: c’è Inter vs Napoli.
Inter: ritrovare gli attaccanti per la rincorsa
Quel giorno ai nerazzurri servirà qualcosa in più di quanto visto contro il Sassuolo il 29.12 (vittoria per 1-0, gol di Dzeko) e nelle amichevoli decembrine. La formazione allenata da Simone Inzaghi è senza dubbio una delle grandi assenti dal carrozzone delle prime quattro, attualmente occupato da Napoli Milan Juventus e Lazio.
Il ritorno di Lukaku – vediamo a che livello (87’ contro la Reggina in amichevole) – e la seconda giovinezza di Dzeko potrebbero essere fattori decisivi: ma ancor più potrebbe esserlo l’esplosione di Lautaro Martinez, fresco di titolo mondiale e da poco riaggregatosi in gruppo alla Pinetina. C’è bisogno anche di un Toro come lui per mettere paura al Napoli. D’altra parte l’Inter non ha scelta: o si vince, o si vince. Una sconfitta la porterebbe addirittura a -15 dalla vetta della classifica.
Juventus: incertezza societaria e grandi assenti a minare l’equilibrio ritrovato
Il già citato Sabatini, a proposito di classifiche, punti e potenziali ribaltoni, in mezzo al gruppone delle pretendenti ci aveva messo anche la Juventus. Chiamatelo scemo, Walter. In effetti nell’ultima parte del campionato la Juventus aveva dato segni di grande solidità (mentale difensiva offensiva, in tutti i sensi, come si fosse liberata di un peso: la Champions?).
Allegri ha trovato la quadra, insomma, e le vittorie amichevoli – tra cui quella prestigiosa contro l’Arsenal all’Emirates, per quanto poco indicativa per un migliaio di fattori – ne hanno dato ulteriore prova.
Eppure, il tecnico livornese è costretto a vivere una dimensione di passaggio, difficilissima da gestire: a livello dirigenziale, per tutto ciò che sappiamo, ma anche a livello tecnico, con le voci sempre più insistenti di un ritorno del magico duo Marotta-Conte da giugno.
Se poi Paredes e Di Maria dessero una mano anziché prolungare i festeggiamenti albicelesti, o Pogba pensasse ad allenarsi con serietà e dedizione, anziché sviare con dubbi post social ( « la pazienza non è l’abilità di aspettare ma l’abilità di mantenere un buon atteggiamento mentre aspetti » ) le critiche sempre più insistenti dei tifosi, sarebbe meglio. Per lui, per la Juventus, per Elkann, per tutti.
Roma: basta l’entusiasmo della piazza per coprire un gioco piatto?
Di questo entusiasmo non hanno invece bisogno i tifosi della Roma, che con l’ennesimo sold-out all’Olimpico (diciottesimo di fila nell’era Mourinho, un dato spaventoso) si preparano ad accogliere il Bologna – ancora in lutto per la perdita di Sinisa Mihajlovic, da poco tempo non più allenatore, ma ancora amatissimo dalle parti del Dall’Ara.
Il calore dei tifosi giallorossi è però inversamente proporzionale alla qualità del gioco (e dei risultati, almeno quest’anno e almeno per ora) espressa dalla formazione di Mourinho, rea (sempre secondo Sabatini) di giocare « un calcio noiosissimo. Però Mourinho è un maestro nel vincere », e allora occhio alla Roma almeno per la lotta Champions.
Dybala è rientrato e fresco campione del mondo, Wijnaldum è pronto ad iniziare di nuovo la sua avventura capitolina, Abraham cerca il riscatto e Frattesi è ad un passo. Gli ingredienti per una buona seconda metà di stagione ci sono tutti, anche se i risultati nelle amichevoli durante la sosta racconterebbero il contrario.
Lazio: incognite di mercato a parte, Sarri continua a far crescere la squadra
Sull’altra sponda del Tevere c’è la Lazio di Sarri, quarta in diminuendo – per il brutto 3-0 rimediato a Torino contro la Juventus, che ha chiuso l’anno calcistico dei biancocelesti. Le amichevoli sono andate bene, ad eccezione dell’ultima contro l’Almeria (2-0), canto del cigno di un mini-ritiro tutto sommato positivo.
Immobile ha ripreso gamba e fiducia, Luis Alberto paradossalmente – sfruttando anche l’assenza mondiale di Sergej e Vecino – ha preso quota nei piani tattici dell’allenatore toscano, col quale però non ha mai legato. Sarri si aspetta un terzino: non però a gennaio, non per forza e non tanto per. Vuole Parisi dell’Empoli, niente meno.
Tra un decreto e una voce dal Senato, Lotito cercherà di far felice il suo allenatore. L’obiettivo rimane la Champions, ma è un obiettivo appunto.
Atalanta: niente proclami, si continua a lavorare
Chi neanche vuole sentirla, una parola così, è quel furbacchione di Gasperini. La sua Atalanta ha fatto un ottimo ritiro mondiale, ha vinto partite toste (come quella contro il Betis, per 3-0) ed è ancora lì, aggrappata al treno europeo. E allora? Niente, dopo la sconfitta (29.12) contro l’AZ, Gasperini ha detto che « parlare di obiettivi non è giusto, all’Atalanta ».
Milan: continuare così e isolarsi dall’esterno
D’accordo. Cosa è giusto? Non che iShowSpeed dica a Leao in una diretta streaming di andare in Premier, né per un tifoso del Milan prepararsi al nuovo anno con due vice-campioni del mondo tristi e mogi (si fa per dire).
Poche cose sono giuste, ma il calcio è proprio un gioco ingiusto. È a questa ingiustizia che dovrà aggrapparsi Pioli per convincere i suoi ragazzi che bissare il miracolo li farebbe entrare nella leggenda, loro che già sono nella storia. In attesa che il campionato decreti il suo destino.