In attesa di risposte dal Comitato tecnico scientifico e dal Governo, l’AIC spiega quali siano le perplessità del mondo dei calciatori sul tema legato alla ripresa del Campionato.
Il Presidente AIC Damiano Tommasi, ai microfoni del TGR Veneto, sulla ripresa degli allenamenti di gruppo ha ribadito che “quello che abbiamo sempre chiesto è la massima sicurezza e il controllo medico di tutti quelli che sono chiamati a far parte del gruppo, quindi sia giocatori che tecnici, che gli staff medici e tutte le persone che servono per mandare avanti una squadra di calcio”. Parole che fanno eco a quanto dichiarato nei giorni scorsi dal vice-presidente Calcagno e che denotano la volontà, da parte dei giocatori delle varie categorie, di avere delle linee guida chiare dal fronte governativo per poter pensare di tornare ad allenarsi in totale sicurezza.
Su una possibile nuova positività al virus, Tommasi ha sottolineato che “abbiamo chiesto che siano i medici ovviamente a darci delle indicazioni e a trovare la modalità per andare avanti in sicurezza con chi non è positivo. Servono delle norme per tutti per capire se per il mondo del calcio, per l’attività sportiva di una squadra che aumenta il numero dei test, può essere accorciato il tempo della quarantena, altrimenti può diventare un problema, sicuramente quando si andrà a giocare ma può diventare un problema anche in questa fase in cui si effettuano allenamenti di gruppo”. Il messaggio di Damiano Tommasi appare piuttosto chiaro e la sua figura di rappresentante del mondo dei calciatori trasferisce l’idea dei componenti attivi delle squadre, ossia coloro che dovranno scendere in campo. Inutile, dunque, fare paragoni con la Bundesliga che nel corso del primo weekend ha triplicato gli spettatori canonici perché in Germania c’è stata subito unità di intenti tra tutte le parti in causa. In Italia, invece, sembra di assistere ad una situazione totalmente opposta: FIGC e Lega premono per la ripartenza, il Governo e il Cts frenano anche perché per ora non ci sono le condizioni di sicurezza per poter stabilire anche ipotesi di date di ripresa del campionato. In Italia è tutto ancora in alto mare. E le scadenze – la UEFA pretende di conoscere entro il 25 maggio le scelte delle varie Federazioni – si avvicinano: il tempo delle risposte è arrivato.