L’anno che segue il trionfo della Lazio, nel 2001, è segnato dal ritorno protagonista del calcio della capitale con la Roma. Un ritorno caratterizzato da un certo romanticismo: Fabio Capello, decorato da successi con Milan e Real Madrid, accetta la scommessa giallorossa, guidando una squadra robusta e rafforzata dall’acquisto di Gabriel Batistuta. Sebbene l’acquisizione dell’attaccante abbia poi pesato sui bilanci, ha completato un quadro di eccellenza che ha reso la squadra competitiva.
La vittoria dello scudetto ha scatenato una celebrazione memorabile al Circo Massimo, con una festa incancellabile dagli annali, testimone dell’Italia all’apice del nuovo millennio che rivolgeva lo sguardo alla città eterna, rievocando la grandezza della sua storia, calcistica e non.
La Roma si impone nel campionato
Il campionato di Serie A del 2000, slittato al 30 settembre per i Giochi Olimpici, ha preso avvio con una sfida accesa tra le squadre che, teoricamente meno favorite, opponevano resistenza ai colossi del campionato.
La classe media della Serie A va quindi in paradiso, con Udinese e Atalanta sugli scudi.
Ma il ribaltone arriva subito alla prima giornata: la Reggina batte la miliardaria Inter di Moratti, provocando un terremoto: Lippi viene esonerato per le sue dichiarazioni post-gara e la squadra è affidata a Marco Tardelli reduce dai trionfi con l’Under 21 italiana. Sarà solo l’epilogo di una stagione di sofferenze per i nerazzurri, culminata nella disastrosa recita del derby dell’11 Maggio 2001 in cui il Milan – che tanto meglio non se la passava in verità – balla sopra i resti nerazzurri, con un clamoroso 0-6 ancora oggi ricordato.
Con un inizio titubante da parte della Lazio campione uscente, la Roma si issò presto in cima alla classifica, tallonata dalla Juventus di Ancelotti, sempre solida e quadrata.
All’inizio, squadre sorprendenti come Udinese e Atalanta sorpassarono grandi club, ma la Roma, nonostante una battuta d’arresto milanese contro l’Inter, recuperò la vetta grazie anche al freno imposto alla Juventus dal Parma.
Con il prosieguo della stagione la Roma ha mantenuto il comando, nonostante una flessione nel mese di gennaio, riuscendo a tenersi a distanza dai diretti inseguitori. Tuttavia, il divario si riduceva e si allargava a seconda delle giornate, con la Juventus che a volte sembrava potersi avvicinare alla vetta.
Polemiche e regolamenti
Giunti al culmine della lotta scudetto arriva il caso che scuote la Serie A e solleva un vespaio di polemiche.
Un cambio normativo riguardante i giocatori extracomunitari modifica le dinamiche del campionato permettendo alla Roma di schierare Nakata, il quale si rende protagonista in un match chiave proprio contro la Juventus. Una gara in cui i bianconeri partono a razzo mettendo spalle al muro la Roma, con uno scintillante Zidane.
Ma proprio l’ingresso di Nakata al posto di uno spento Totti permette alla Roma di dare la scossa alla partita: il gol di Montella nel finale, propiziato proprio da un tiro del giapponese con la complicità di Van Der Sar, diventa per tutto il tifo romanista il vero e proprio gol scudetto.
La rimonta spettacolare garantì alla Roma un punto fondamentale per la corsa al titolo.
Nelle ultime battute del campionato la Lazio riuscì ad avvicinare la Juventus, ma fu a Roma che riuscì a tenere duro, superando il Parma nell’ultima giornata e conquistando così il tanto agognato terzo scudetto dopo diciotto anni di attesa.
Il più bel Brescia di sempre
Il Brescia di Carlo Mazzone, ha fatto parlare di sé con l’acquisizione di Roberto Baggio.
La squadra lombarda, dopo un inizio incerto, è riuscita a chiudere la stagione con una striscia di risultati positivi che le hanno permesso di raggiungere un ottavo posto storico, oltre a qualificarsi per la Coppa Intertoto.
Una stagione che vide anche l’esplosione di Andrea Pirlo, spostato da Mazzone nel ruolo di playmaker. Proprio sull’asse Pirlo-Baggio si consuma l’istantanea che fotografa la stagione bresciana: 1 Aprile 2001, stadio Delle Alpi di Torino. La Juve impegnata nella lotta scudetto con la Roma non può lasciare punti per strada ma il Brescia di Carletto Mazzone compie il più classico degli scherzi da pesce d’Aprile.
Pirlo si trova a centrocampo con la palla al piede, tiene la testa alta come fanno solo i campioni. Lo sguardo vede il movimento di Roberto Baggio, pronto a tagliare nel cuore della difesa juventina sul filo dell’offside.
Il lancio è bello e preciso, ma nulla al confronto di quello che si sta per ammirare: con la palla che scende dall’alto, e in piena corsa, Baggio ammaestra la sfera e con il medesimo gesto compie il dribbling al povero Van Der Sar che si vede superato da cotanta bellezza.
Si tratta di un gol iconico, che si rivelerà decisivo per lo scudetto romanista, per la gioia del vecchio cuore giallorosso di Carletto Mazzone.
Bomber Crespo, ovvero mister 110 miliardi
La stagione ha visto Crespo emergere come il goleador per eccellenza, grazie all’investimento della Lazio che lo ha portato a vestire la maglia biancoceleste proveniente dal Parma, in quello che fu a quei tempi l’acquisto più oneroso nella storia del calcio.
Con 26 reti, solo due su rigore, l’attaccante argentino ha dominato la classifica dei marcatori, confermandosi come uno dei migliori finalizzatori della Serie A.
La puntuale ricostruzione di questa memorabile stagione di Serie A riflette non solo i successi e le sfide sportive, ma anche i momenti indimenticabili e le emozioni che hanno reso l’annata 2000-2001 un capitolo glorioso del calcio italiano.