Quando si parla di Champions League e di Coppa dei Campioni l’Inter ha una ricca storia di finali e semifinali, che vanno dalle epiche vittorie della Grande Inter di Angelo Moratti fino al Triplete conquistato dal figlio Massimo.
Nel mezzo, successi e sconfitte più o meno memorabili: riviviamo la storia di tutte le semifinali di Champions dell’Inter.
1964: la Grande Inter passa da Dortmund diretta verso la Storia
Alla sua prima partecipazione alla Coppa Campioni della sua storia l’Inter trova i tedeschi del Borussia Dortmund in semifinale.
L’andata si gioca in Germania il 15 aprile 1964 e i nerazzurri di Helenio Herrera vanno subito in vantaggio con Sandro Mazzola, che incorna un cross di Jair dopo soli 3 minuti. Nell’arco di 5 minuti, tra il 23° e il 28°, i tedeschi riescono a ribaltare la partita con una doppietta di Franz Brungs, ma al 41° è Mariolino Corso a siglare il pareggio per l’Inter.
Due settimane dopo, il 29 aprile, si gioca il ritorno a Milano, ma l’Inter non lascia scampo ai tedeschi, che capitolano sotto i gol di Mazzola e Jair.
Per i nerazzurri è il lasciapassare per la finale di Vienna, dove schianteranno il Real Madrid grazie alla doppietta di Mazzola e al gol di Milani, dando così inizio alla leggenda della Grande Inter.
1965: l’impresa con il Liverpool
L’anno successivo l’Inter di Herrera, da Campione d’Europa in carica, arriva agevolmente alle semifinali dove si presenta l’ostacolo rappresentato dal Liverpool di Bill Shankly. Il 4 maggio 1965 ad Anfield i Reds si impongono per 3-1 grazie ai gol di Roger Hunt, Ian Callaghan e Ian St. John, ma la rete segnata da Sandro Mazzola mantiene vive le speranze per il ritorno.
Il successivo 12 maggio a San Siro i nerazzurri riequilibrano subito il risultato grazie ad una classica punizione “a foglia morta” di Corso all’8° minuto e ad un gol di rapina di Joaquin Peirò un minuto dopo. Al 62° è Giacinto Facchetti a regalare la finale ai nerazzurri con il decisivo gol del 3-0.
In finale, nel fango di San Siro, sarà poi un gol di Jair a regalare il secondo titolo continentale alla Grande Inter.
1966: la vendetta del Real Madrid
Approdata alle semifinali per il terzo anno consecutivo, l’Inter di Herrera si trovò di fronte il Real Madrid sconfitto in finale solo due stagioni prima.
Questa volta però le Merengues di Miguel Munoz si vendicano, vincendo l’andata al Santiago Bernabeu grazie ad un gol di Pirri il 13 aprile 1966.
Al ritorno a Milano, il 20 aprile, gli spagnoli vanno nuovamente in vantaggio dopo 20 minuti con Amancio, e a poco serve il gol di Giacinto Facchetti al 78°: in finale questa volta ci va il Real Madrid.
1967: la tripla semifinale con il CSKA Sofia
Campione d’Italia e in semifinale di Coppa dei Campioni per la quarta stagione consecutiva, l’Inter di Herrera affronta questa volta il CSKA Sofia, dopo aver estromesso il Real Madrid ai quarti vendicando la semifinale dell’anno precedente.
L’andata si gioca a Milano il 19 aprile 1967 e si chiude sull’1-1 con i gol di Facchetti e Nikola Tsanev, nonostante i bulgari avessero giocato in 10 dal 32° per l’espulsione di Kiril Raykov.
Stesso identico punteggio a Sofia una settimana più tardi, il 26 aprile: ancora a segno Facchetti, pareggio del CSKA con Nikola Radlev.
Si rende quindi necessario lo spareggio, che si gioca a Bologna il 3 maggio: questa volta è una rete di Renato Cappellini a valere l’accesso alla finale di Lisbona.
In Portogallo però sarà il Celtic di Glasgow ad avere la meglio sui nerazzurri, che in quella stagione perderanno anche lo scudetto e usciranno dalla Coppa Italia in semifinale: è il tramonto della Grande Inter.
1972: i veterani ritrovano il Celtic
Gli ultimi reduci della Grande Inter hanno un’occasione di riscatto nel 1972, quando l’ultimo ostacolo sul cammino verso la finale di Rotterdam (che già era passato attraverso la vicenda della lattina di Monchengladbach) è rappresentato proprio dal Celtic di Jock Stein.
Dopo lo 0-0 di Milano del 5 aprile 1972, l’Inter di Giovanni Invernizzi riesce a vendicare la sconfitta della finale 1967 solo attraverso i calci di rigore, dopo che il 19 aprile anche a Glasgow il match si chiude sullo 0-0.
Ma da dischetto lo scozzese Dixie Dean sbaglia subito il suo penalty, mentre per i nerazzurri non sbagliano nell’ordine Mazzola, Facchetti, Frustalupi, Pellizzaro e Jair.
Si accede quindi in finale, dove però l’Ajax del Calcio Totale di Johann Cruyff si rivela nettamente più forte dei nerazzurri.
1981: ancora Real e ancora delusione
Dopo un’assenza decennale, l’Inter di Eugenio Bersellini torna in Coppa dei Campioni nella stagione 1980-1981 riuscendo ad arrivare agevolmente fino in semifinale, grazie soprattutto al duo offensivo composto da Carlo Muraro e “Spillo” Altobelli.
In semifinale però l’avversario è il Real Madrid di Vujadin Boskov, capace di vincere all’andata al Bernabeu, l’8 aprile 1981, per 2-0 coi gol di Santillana e Juanito.
A San Siro il successivo 22 aprile i nerazzurri non riescono ad andare oltre l’1-0 firmato da Graziano Bini, cedendo quindi il passo verso la finale alle Merengues.
2003: il primo, crudele Euroderby
18 anni dopo l’ultima semifinale la Coppa dei Campioni è già diventata Champions League, ma per il presidente Massimo Moratti il sogno è sempre quello di ripetere le imprese della Grande Inter del padre Angelo.
I nerazzurri allenati da Hector Cuper arrivano in semifinale sospinti dai gol di Hernan Crespo e dalle parate di Francesco Toldo, ma si trovano davanti i concittadini del Milan di Ancelotti, in due partite tesissime che per una settimana tengono tutta Milano con il fiato sospeso, che l’andata, giocata nominalmente in “casa” dell’Inter il 7 maggio, finisce 0-0.
Il derby di ritorno, in un San Siro assegnato al Milan, va in scena il 13 maggio: rossoneri in vantaggio con Andriy Shevchenko nel recupero del 1° tempo e sforzo interista nella ripresa che produce il gol di Obafemi Martins all’84°, per un assedio finale interista che non produce risultati se non una clamorosa parata di Christian Abbiati su Kallon e manda in finale il Milan grazie al gol “in trasferta”.
Una beffa per l’Inter che vede sfumare così la possibilità di affrontare la Juventus nella finale tutta italiana di Manchester.
2010: la doppia sfida con il Barcellona che ha costruito l’epica del Triplete
L’Inter di José Mourinho nel 2010 si appresta a conquistare uno storico triplete, ma più ancora della finale di Madrid contro il Bayern Monaco è la semifinale contro il Barcellona di Pep Guardiola a costruire l’epica che ancora oggi circonda quella squadra.
L’andata si gioca a Milano il 20 aprile 2010: il Barcellona, forte di un fuoriclasse come Leo Messi e con i freschi ex Ibrahimovic e Maxwell (mentre aveva compiuto il percorso inverso, Catalogna-Lombardia, Samuel Eto’o) ma privo di Andres Iniesta, si presenta a San Siro con il suo solito tiki-taka, che porta al gol di Pedro al 19°.
La reazione degli uomini di Mourinho è però veemente, e al 30° Wesley Sneijder agguanta il pareggio su assist di Diego Milito. Nella ripresa è ancora il Principe nerazzurro a servire a Maicon la palla del raddoppio, per poi chiudere i conti personalmente al 61° con il gol del 3-1.
Il successivo 28 aprile l’Inter si presenta davanti agli oltre 96000 del Camp Nou consapevole che il vantaggio di due gol non ha ancora deciso nulla, visto lo spaventoso rendimento in casa del Barça. La partita è complicata dopo nemmeno mezz’ora dall’espulsione di Thiago Motta dopo un alterco con Sergio Busquets in cui il catalano induce l’arbitro ad estrarre il cartellino accentuando in maniera quasi grottesca le conseguenze del confronto.
In inferiorità numerica i 10 nerazzurri in campo difendono con le unghie il risultato davanti ai sopraffini palleggiatori blaugrana, con attaccanti come Eto’o a rientrare a giocare in posizione di terzino e in generale una prestazione di sofferenza e sacrificio come poche se ne sono viste nella storia nerazzurra.
Il Barcellona abbatte il muro interista all’83° grazie a Gerard Piqué, ma gli ultimi assalti catalani non producono altri risultati e i nerazzurri così possono festeggiare l’accesso alla finale che rappresenterà uno dei punti più alti della storia nerazzurra.