Se vogliamo fare riferimento alla mera storia del calcio mondiale, la Scozia è la nazionale più antica dell’intero panorama e contende questo prestigioso primato all’Inghilterra.
Già da qui potremmo cominciare a trattare l’argomento sulla rivalità tra le due nazionali, ma sarebbe miope e ingiusto non riconoscere che il paragone non si può nemmeno proporre.
La prima squadra scozzese è lontana anni luce dai vertici del calcio mondiale, sia per quanto riguarda le proprie squadre di club, sia per ciò che concerne le competizioni ufficiali della rappresentativa nazionale.
Eppure il fascino del calcio scozzese risuona fino alle nostre latitudini, anche e soprattutto sorretto dallo storico duello tra Celtic e Rangers.
La nazionale maggiore occupa il 44° posto nel ranking FIFA e ha un discreto trascorso per quanto riguarda la fase finale dei Campionati del Mondo, ai quali ha partecipato in 8 occasioni, non riuscendo, però, mai a passare il primo turno.
Sono invece tre le presenze al Campionato europeo e anche in questo caso il cammino degli scozzesi si è sempre arenato al termine della prima fase.
Gli europei che cominceranno l’undici giugno, propongono però un’affascinante sfida che si giocherà a Londra alle ore 21,00 del 18 giugno, quella contro l’Inghilterra, che un’urna dispettosa ha messo insieme alla Scozia nel Gruppo D.
Inutile dire quanta carica di fascino origini questa sfida, a prescindere dalla classifica finale del Girone, nella quale saranno presenti anche la pericolosissima Croazia e la Repubblica Ceca.
Il CT: Steve Clark
Scorrendo tutte le nostre schede sulle squadre partecipanti a questo Campionato europeo, vi sarete resi conto che quasi tutte le nazionali hanno a capo un Commissario Tecnico, o Selezionatore se preferite, che ha un passato più o meno importante da giocatore.
Qualcuno di voi farà invece poca fatica a ricordare la dinastia difensiva di Steve Clark al Chelsea, dove il 58enne nativo di Saltcoats, ha passato quasi tutta la sua carriera da giocatore, divenendo anche “Giocatore dell’anno” della gloriosa squadra di Londra, nel 1994, per poi essere addirittura insignito del titolo di “Legend”.
Passato ai Blues nel 1987 dopo l’esordio da professionista con il St. Mirren, Clarke ha disputato in tutta la sua carriera 530 presenze realizzando 14 gol, con il ruolo di difensore centrale.
Praticamente ignorato dalla nazionale come giocatore, Clarke si è rifatto parecchi anni dopo, sedendosi sulla sua panchina nel 2019 e raggiungendo la qualificazione ai prossimi europei, evento storico per la Scozia che non partecipava a una kermesse internazionale da 22 anni.
La caratteristica principale di Clarke da allenatore è sempre stata quella di essere considerato un ottimo “vice”, avendo lavorato come allenatore in seconda di Gullit al Newcastle, di Mourinho e Grant al Chelsea, di Zola al West Ham e di Dalglish al Liverpool.
Come giocherà la Scozia
Forza fisica e temperamento sono sempre state caratteristiche dei giocatori e delle squadre scozzesi, tanto che la tattica non ha mai avuto un ruolo fondamentale nella preparazione delle loro partite.
Eppure, da quando Clarke siede sulla panchina della nazionale, alla luce dell’esperienza acquisita con gli allenatori citati in precedenza, il 4-3-3 e il 3-5-1-1 che utilizza da un paio di anni per i suoi uomini, sono diventati una specie di mantra tattico che ha portato la Scozia fino alla qualificazione, ottenuta ai danni della Serbia nello spasmodico spareggio contro dello scorso novembre, quando la squadra balcanica si arrese dopo i calci di rigore.
Clarke dovrebbe affidarsi ai suoi senatori, con Marshall in porta e tutta una serie di interpreti duttili che possono giocare con entrambi i moduli.
Azzardiamo il 3-5-1-1.
Scozia 3-5-1-1: Marshall; Tierney, Hendry, Hanley; Robertson, Armstrong, McTominay, McGinn, O’Donnell; Christie; Dykes
La stella: Andrew Robertson
Il ruolo di esterno sinistro è uno dei più ricercati al mondo, soprattutto se facciamo riferimento ai club che giocano le competizioni più importanti.
E se alcune squadre farebbero carte false per trovarne uno decente, il Liverpool può ritenersi soddisfatto da quando, nel 2017, si è assicurato le prestazioni di Andrew Robertson, capitano della nazionale scozzese.
“Andy”, nato a Glasgow nel 1994, ha fatto la fortuna di Klopp, garantendo quella spinta che serviva ai “Reds” sulla sinistra, oltre che una certa solidità difensiva che non deve mai mancare quando si parla di un terzino a tutta fascia.
I cross che Robertson garantisce ad ogni partita, lo hanno portato ad essere uno dei giocatori più prolifici quando si parla di assist, tanto che nella clamorosa stagione del Liverpool, quella della Champions League 2018/2019, ne fornisce ben 12, facendo registrare il nuovo record per un difensore.
In nazionale gioca in pianta stabile dal 2014 e colleziona 43 presenze, segnando 3 reti.
La sorpresa: Scott McTominay
Chi invece potrebbe diventare un vero crack di questo europeo, è il centrocampista di proprietà del Manchester UTD Scotty McTominay.
Anche lui dotato di quella caratteristica che serve come il pane a tutti gli allenatori di questo mondo, la duttilità, il jolly del centrocampo nativo di Lancaster, può essere schierato in tutta linea longitudinale del campo, da mediano davanti alla difesa, a centrale di centrocampo, mezzala destra, fino addirittura a trequartista.
Con ogni probabilità, come successo nelle qualificazioni, Clark lo schiererà come regista basso davanti alla difesa, lasciando compiti più avanzati a McGinn che dovrebbe operare più vicino alle punte.
Nonostante al Manchester abbia segnato 10 gol in 90 presenze, anche a causa della sua posizione più arretrata, con la Scozia non ha ancora realizzato nessuna rete.