A sentire la stampa italiana e internazionale negli ultimi giorni, pare quasi che sia la Lazio ad aver qualcosa da perdere dal doppio scontro mortale e mortifero contro il Bayern Monaco in Champions League.
D’accordo, i bavaresi sono reduci da una sconfitta tanto pesante quanto umiliante contro la prima della classe, il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. D’accordo, in questa stagione la squadra di Tuchel ha già bucato anzitempo (eravamo a novembre) l’appuntamento in DFB Pokal, perdendo contro una squadra di Serie C tedesca. D’accordo, ma tutto questo non basta alla Lazio per rinfocolare le proprie speranze: cerchiamo di vedere perché.
Bayern imperfetto ma anche la Lazio…
In primo luogo, questa Lazio è tutt’altro che perfetta.
Se la Lazio dello scorso anno – con un Milinkovic in più – avesse affrontato questo Bayern, allora le speranze di passare il turno sarebbero state assai più comprensibili. La verità però è che a questa Lazio manca quasi tutto rispetto a quella dello scorso anno.
Mancano i migliori Felipe Anderson e Zaccagni (che sarà assente come Rovella, infortunato, e Patric, ancora ai box) sull’esterno, manca la solidità difensiva che ne aveva fatto il miglior reparto arretrato lo scorso anno.
Manca la qualità di Sergej in mezzo al campo, e dei nuovi solo Guendouzi (e in parte Isaksen e Castellanos) si è davvero ambientato. Kamada, che conosce bene il Bayern e la Bundesliga, sembra la pallida copia di quello visto a Francoforte nelle scorse stagioni.
Il problema per la Lazio è soprattutto davanti. La squadra di Sarri, che ha ‘miracolosamente’ segnato 3 reti contro il Cagliari nell’ultima uscita – pensate che fino a quel match, da inizio anno compresa la Supercoppa, la Lazio aveva tirato in porta appena 6 volte in totale –, costruisce poco e male, soprattutto finalizza molto meno dello scorso anno stando al rapporto xG/G.
Dietro, quantomeno, i biancocelesti stanno recuperando una solidità non paragonabile certo a quella dello scorso anno ma neanche a quella di inizio stagione, quando bucare il centrocampo e la difesa della squadra di Sarri sembrava ordinaria amministrazione per qualsiasi squadra.
Non a caso Xabi Alonso, lanciando un consiglio indiretto a Sarri, ha detto che la vera chiave per battere il Bayern Monaco è di essere «molto forti in difesa. Noi lo abbiamo fatto molto bene, con compattezza e disciplina, senza concedere quasi nessuna occasione al Bayern».
Servirà comunque un’impresa
Difficile credere che sarà lo stesso domani sera all’Olimpico, ma quantomeno la Lazio potrà contare su un pubblico d’antologia: 60.000 aficionados pronti a supportare con fumogeni, canti incessanti e amore collettivo la squadra di Sarri all’impresa – che vorrebbe dire anche uscire con un pareggio dalla sfida d’andata, per barricarsi e ripartire in vista del ritorno.
Servirà la miglior Lazio stagionale, quella che – altro dato confortante – quest’anno si è vista quasi sempre nelle notti europee. Quelle nelle quali si è costretti a tirar fuori qualcosa in più. Il problema è che anche per il Bayern vale lo stesso discorso.
E l’abitudine a calcare certe ‘atmosfere’ alla lunga potrebbe fare la differenza, al di là del momento delle due squadre.