In un momento in cui il calcio diventa sempre più fisico, in cui la prestanza atletica viene messa sotto il dito dell’inquisizione da parte dei puristi del calcio che vorrebbero maggiori gesti tecnici e minore presenza muscolare, l’età diventa un parametro decisivo.
La valutazione dei giocatori in ordine al loro cartellino e, immediatamente dopo rispetto alle capacità prestazionali che un professionista del pallone può esprimere in campo, stanno rivoluzionando quello che per anni è stato il range di “maturazione professionale“, che fino a poco tempo fa andava dai 26 ai 28 anni e che, nei prossimi anni, potrebbe cambiare in maniera repentina.
I campioni in erba
Gli esempi recenti non mancano di certo, a partire, ovviamente, dal gioiello del Barcellona Lamine Yamal, che ormai non si considera nemmeno più come una promessa e ha una valutazione che tocca i 150 milioni di Euro.
Non parliamo delle stesse cifre per Endrick Felipe, di proprietà del Real Madrid che lo ha comprato l’estate scorsa dal Palmeiras, la cui valutazione è però rimasta stabile fin qui per 60 milioni di Euro. Il 18enne brasiliano è la tipica punta centrale e deve ovviamente ancora dimostrare tutto il suo valore.
Ma non sono i soli esempi che possiamo riportare, visto che Jorrel Hato, centrale ed esterno difensivo in forza all’Ajax, Mathys Tel jolly offensivo del Bayern Monaco e Warren Zaire-Emery, centrocampista centrale del PSG, i quali pur avendo già compiuto 18 anni, completano un quintetto d’eccezione che farebbe la felicità di buona parte delle società di tutto il mondo, sia dal punto di vista tecnico, che prettamente economico.
Sammy Harvey: le lacrime come lezione di vita
Alzi la mano chi saprebbe indicare perfettamente l’ubicazione delle Isole Turks e Caicos, che fanno parte dei territori britannici oltremare e che si trovano nell’arcipelago delle Bahamas.
Bene, una volta svolta questa piccola lezione di geografia che probabilmente non ci servirà più per tutta la vita, è tempo di svelarvi il nome di un giovanissimo giocatore che sembrerebbe aver bruciato le tappe e di cui, c’è una, seppur remota, possibilità che ne sentiremo presto parlare con una certa continuità.
Stiamo parlando infatti di Sammy Harvey, che poco più di un mese or sono, ha difeso la porta della propria nazionale, Turks e Caicos, appunto, all’età di 14 anni.
La partita faceva parte della Concacaf Nations League ed è stata disputata dalla sua squadra contro Anguilla, che ha messo a segno due reti alle spalle del giovanissimo estremo difensore, il quale, peraltro, è scoppiato in lacrime al termine della partita, negli spogliatoi.
Esordio duro
Certo che se un appassionato di calcio europeo leggesse di un match tra le Isole Turks e Caicos e Anguilla, il sopracciglio potrebbe assumere caratteristiche diverse da quelle in cui è solitamente posizionato, ma la curiosità di soffermarsi per il tempo di un articolo sul portiere 14enne che ha esordito nella sua nazionale, vale la pena di investirlo.
Non foss’altro perché potrebbe essere per voi un argomento di discussione, con tanto di storiella finale strappalacrime.
Sammy Harvey, infatti, nonostante l’ottima impressione palesata durante i 90 minuti più recupero in cui è stato in campo, ha subito due reti, entrambe nella ripresa e, anche se è difficile trovare la cronaca della partita sul web, pare che il suo allenatore, Aaron Lawrence, ne abbia parlato in termini lusinghieri.
A 14 anni non ci si può certo aspettare quella maturità che i suoi colleghi più anziani, anche in squadra, hanno acquisito durante la loro carriera, ma la particolarità sta nel fatto che il ruolo di portiere non è lo stesso dei giocatori di movimento, i cui errori sono meno visibili di quelli di un estremo difensore.
Le lacrime di Sammy
Pensate che dalla parte opposta, a difendere i pali di Anguilla, c’era un portiere di 41 anni, Ielanie Lawrence, due poli opposti che si sono scontrati a 105 metri di distanza.
“Dopo la prima partita, ho pianto, sapendo che la mia prima partita era stata una sconfitta“, ha detto Sammy Harvey a BBC World Service Sport, qualche giorno dopo il match contro Anguilla.
“Il mio allenatore mi ha chiamato quella stessa notte per aiutarmi a rimettere l’umore in sesto e a rialzare la testa, ed io ero già pronto“
Il già citato allenatore Lawrence, è stato portiere della Giamaica, nell’anno della partecipazione della sua nazionale ai mondiali del 1998 in Francia vinti dalla nazionale di casa in finale contro il Brasile, ed è proprio per questo che l’allenatore di Sammy Harvey è anche il suo mentore e mito.
Sogno Liverpool
Ma non è tutto, Sammy non ha nascosto la sua passione per la Premier League e, soprattutto per il Liverpool squadra per cui fa il tifo fin da bambino.
Non è un caso che la sua ammirazione sia tutta per il portiere del Liverpool Alisson e per quello del Manchester City Ederson ed è lo stesso Lawrence a dire che per lui prevede un futuro più che luminoso.
Non è un segreto che alcuni importanti club europei abbiano già posato gli occhi sul portierino caraibico, per cui attenzione: gli appassionati potrebbero parlarne a breve e prenderlo al Fantacalcio della Premier!