Poche partite al mondo sono sentite come Roma vs Napoli.
Ragioni geografiche, storiche e di rivalità tra tifosi accendono due volte all’anno la miccia di una sfida che già per valori in campo si preannuncia spettacolare. Dando infatti un’occhiata ai numeri, scopriamo che sui 148 confronti totali tra le due squadre la Roma ha avuto la meglio in 52 occasioni e il Napoli 46.
Appena sei partite di distanza, con 50 pareggi a rendere il tutto ancor più equilibrato.
Una sfida storica
La Roma è anche la squadra contro la quale il Napoli ha pareggiato più volte nella sua storia dopo il Torino (55), primatista in questo speciale record. A proposito di strisce da Guinness dei primati, restando in casa Napoli: la squadra di Luciano Spalletti ha collezionato fin qui otto vittorie consecutive. L’ultima volta che accadde era il Napoli di Maurizio Sarri, nel 2017, e la squadra che arrestò la striscia record era proprio la Roma.
I giallorossi, dal canto loro, detengono il record della Serie A in questa particolare statistica. Nel 2013, infatti, allenati da Rudi Garcia, i lupacchiotti riuscirono a vincere tutte e dieci le prime partite di campionato. Nessuno ci è mai riuscito nella storia del nostro campionato. Solo la Juventus ci si è avvicinata, con nove, nella stagione 2005/06.
Un’altra analogia tra questo Napoli e quello di Sarri stuzzica la cabala: i partenopei hanno vinto tutte e otto le ultime trasferte di Serie A (considerando quindi anche i risultati dello scorso anno). Solamente nel 2017 riuscì a fare meglio chiudendo a nove – e lì fermandosi – la striscia di vittorie consecutive lontano dal San Paolo (oggi Diego Armando Maradona).
Roma e Napoli non pareggiano in casa della Roma dal 2013. Dopo questa data, cinque vittorie dei giallorossi e quattro del Napoli, che è tra l’altro – tra casa e trasferta – a tre vittorie consecutive in Serie A con la Roma – quattro non capitano dal lontano 1976. La squadra di Spalletti può dunque sorridere di fronte a questi numeri, che dicono qualcosa ma non tutto della sfida che ci attende domenica alle 18.
Creare molto, subire poco
Il Napoli gioca al momento il miglior calcio in Italia insieme al Milan. A differenza dei rossoneri, però, ha un’arma che al momento nessuno in Serie A può vantare: si chiama Victor Osimhen.
Prendete il rigore conquistato contro la Fiorentina. Nel contesto di una partita giocata male dal Napoli – forse la peggiore dall’inizio del campionato – è bastata una palla lunga sull’attaccante nigeriano per sbloccare la situazione e ribaltare il risultato.
Osimhen in questo momento non è semplicemente un’arma tecnica per il Napoli di Spalletti – la sua qualità sottoporta migliora partita dopo partita – ma un’arma tattica.
In appoggio, spesso in profondità, girato di spalle o col muso rivolto verso la porta. Osimhen è un cavallo e la sua potenza è una certezza per i centrocampisti del Napoli che, quando possono, ne liberano le briglie a campo aperto. L’attaccante azzurro, per dirla altrimenti, offre non una ma molteplici soluzioni al gioco di Spalletti.
Che dal canto suo è una specie di meccanismo perfetto e indistruttibile. Un dato su tutti lo testimonia. Concentrati come siamo sulla fase offensiva del Napoli, rischia di sfuggirci quella difensiva, altrettanto degna di nota.
Quella tra Roma e Napoli non è solo la sfida tra due squadre forti sulla carta, ma tra due squadre che hanno effettuato più tiri in questo campionato (Roma 136, Napoli 125, tra le due Atalanta con 127) e soprattutto due delle tre che hanno subito di meno (75 Roma, 71 Napoli e Torino 67).
Duello di allenatori e di punte
Sono numeri speciali, per due allenatori diversi ma ugualmente vincenti. La media punti di Spalletti, o Spallettone come è stato chiamato da Mourinho due settimane fa, è di 1.73. Mou lo stacca a 2.15.
Sarà probabilmente la partita del riscatto. Per Spalletti che torna a Roma dopo il caos-Totti. Per Mourinho e la Roma che vogliono rispondere sul campo alle polemiche extra-campo sull’arbitraggio dello Stadium. Ma anche per Insigne, che ha sbagliato 3 rigori su 5 in campionato e che, dopo non aver partecipato nemmeno a una rete nelle prime otto partite in Serie A contro la Roma, ha poi collezionato quattro gol e tre assist nelle ultime otto contro i giallorossi.
Se però dovessimo concentrarci su un duello in particolare, a parità di moduli (4-2-3-1 e 4-2-3-1), non potremmo citare quello tra Abraham e Osimhen.
Stilisticamente simili, alti entrambi e longilinei, attaccanti moderni per eccellenza, tra i due passa al momento qualche gol di differenza. Venti tiri totali, 2 gol e 2 assist sono un bottino magro considerato alla luce del tempo di utilizzo del ragazzo inglese in Serie A – con 688 minuti, è il più utilizzato dopo Joao Pedro, Arnautovic e Gyasi.
Per Osimhen 7 presenze e 5 gol. Zero assist, è vero, ma se consideriamo i rigori guadagnati e le continue sponde ai compagni, è difficile quantificare il peso di questo giocatore nell’impianto offensivo di Luciano Spalletti.
Dopo la sosta di settembre, solo Karim Benzema (con sette gol) e Haaland (con sei) hanno segnato di più dell’attaccante del Napoli nei cinque maggiori campionati europei. Prepariamoci ad una partita scintillante, nel segno dei due numeri 9.