La maglia giallorossa della Roma è una delle più semplici e allo stesso tempo iconiche nel panorama del calcio italiano, e una delle versioni più riconoscibili nella memoria dei tifosi è quella legata ai trionfi e alle disfatte degli anni ‘80.
La Roma negli anni ‘80
Gli anni ‘80 non sono stati avari di successo per la squadra giallorossa: 4 Coppe Italia e il secondo titolo di Campione d’Italia della storia, dopo quello vinto in tempo di guerra nel 1942. Ma per i tifosi rimane indelebile anche la delusione per la finale di Coppa dei Campioni persa nel 1984 proprio nello stadio di casa, ai rigori contro il Liverpool dopo una cavalcata esaltante, così come non si è cancellata la rabbia per lo scudetto nel 1981 perso per l’annullamento del celeberrimo gol di Turone.
Nel complesso è stato un decennio che ha elevato la squadra giallorossa da squadra di medio livello con una grande tifoseria a effettiva potenza del calcio italiano: uno dei particolari più ricorrenti nella maglia della Roma lungo gli anni ‘80 infatti è la presenza della coccarda che testimonia la vittoria della Coppa Italia, per tacere dello scudetto portato con orgoglio nel 1983-1984. Era la Roma di Falcao e Di Bartolomei, campioni che avrebbero segnato la storia giallorossa in maniera indelebile, nel bene e nel male.
La maglia della Roma negli anni ’80
Gli anni ‘80 si aprono con una delle maglie più particolari della storia romanista, la cosiddetta maglia a “Ghiacciolo”, prodotta da Pouchain: rossa con collo a V bianco, maniche bianche con finiture e spalle che degradano dal rosso all’arancione fino al giallo, il tutto con pantaloncini e calzettoni bianchi.
Dalla stagione 1980-1981 si adotta il classico kit romanista che subirà pochissime modifiche per oltre tre lustri, prodotto da differenti sponsor tecnici (Playground, Patrick, Kappa, NR): maglia rossa con finiture gialle (la quantità dei dettagli varierà da stagione a stagione, ma generalmente colletto e finitura delle maniche), pantaloncini anch’essi rossi con finiture gialli così come i calzettoni bordati di giallo.
Le tonalità di rosso e giallo sono più scure all’inizio del decennio, ciliegia e ocra, ma nel girone di ritorno della stagione 1983-1984 si torna alle tonalità delle origini, porpora e oro.
A cavallo della metà anni ‘80 i numeri di maglia passarono dal bianco al giallo, sposandosi meglio con i colori sociali della Roma.
La seconda maglia fu costante per tutto il decennio, bianca con colletto e bordi decorati di giallorosso.
Nel corso degli anni ‘80 furono adottate anche alcune maglie speciali per le coppe europee: nel 1981-1982, in Coppa delle Coppe, fu utilizzata un kit con maglia rossa con collo a V giallo come le estremità delle maniche e lungo le spalle e le braccia le tre strisce gialle, pantaloncini talvolta bianchi e calzettoni rossi con fascia gialla, mentre per la sfortunata finale di Coppa dei Campioni del 1984 venne utilizzata una variante della divisa da trasferta, con lo stemma della società al posto dello scudetto e senza lo sponsor tradizionale, Barilla, che dal 1981 ha campeggiato sulle maglie per tutto il decennio e oltre, fino al 1994.
Lo stemma della Roma negli anni ‘80
Nel corso di questo decennio, dal 1980 al 1991, la Roma ha adottato uno stemma mutuato dal logo ideato dal designer Piero Gratton, che nella seconda metà degli anni ‘70 si dedicò a ridefinire tutta l’identità societaria della squadra da un punto di vista grafico. Il logo degli anni ‘70 era costituito dalla testa stilizzata di un lupo (nera con l’occhio rosso) su fondo bianco inscritta in un cerchio giallorosso.
Per tutti gli anni ‘80 fu invece utilizzata una testa bianca, sempre con l’occhio rosso, dentro uno stemma circolare rosso, che talvolta “scompariva” quando applicato sulla prima maglia, in particolare quando si tornò alla tonalità porpora nella seconda metà del decennio.