Che cosa ci ha lasciato Leicester vs Roma dello scorso 28 aprile?
Un pareggio, tanto per cominciare. Un segno x sulla prima delle due semifinali di Conference League della squadra di Mourinho che non fa contento né lui né Brendan Rodgers – anche perché è ormai lontano il tempo della regola del gol in trasferta.
La rete del vantaggio firmata da Pellegrini sembrava aver spalancato le porte alla partita ideale dei giallorossi in terra inglese. Al contrario, le foxes hanno reagito con forza, qualità e determinazione, dimostrando (come vedremo a breve nel dettaglio) di meritare quanto i giallorossi la finale a Tirana.
Mourinho, nell’immediato post-partita, si è detto soddisfatto dell’1-1, e ha poi puntato il dito – ma non è una novità, soprattutto di questi tempi – contro l’arbitraggio del sig. Carlos del Cerro Grande, a suo dire troppo fiscale in alcune circostanze.
Dall’altra parte c’è Brendan Rodgers, l’allievo di Mou, che lo ha abbracciato a dieci minuti dal termine – forse per anticipare l’uscita dal campo a fine gara. Lo scolaro non ha superato il maestro, ma ci è andato vicino.
Il Leicester, dopo un avvio confuso e confusionario, ha preso il controllo del campo e della partita. Anche se dopo l’1-1 ha creato una sola nitida palla gol – con Iheanacho, subentrato al posto di uno scaduto Jamie Vardy, il cui tiro angolatissimo è stato respinto dall’ottimo Rui Patricio. Ottimo, quest’ultimo, anche nella sfida di pochi giorni fa in casa col Bologna (0-0), quando Mourinho ha risparmiato almeno 5 titolari in vista della sfida di giovedì col Leicester.
Le foxes, dal canto loro, perdevano 3-1 col Tottenham senza colpo ferire, e lasciando in panchina 8 titolari su 11.
I precedenti tra italiane e inglesi (in Italia)
CONTRO LE INGLESI IN ITALIA | in CHAMPIONS | in E.LEAGUE |
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Vittorie | 32 | 24 |
Pareggi | 17 | 8 |
Sconfitte | 18 | 6 |
Attenzione ai precedenti. Non tanto quelli tra Leicester e Roma – l’unico è quello dell’andata, finito 1-1 – ma tra inglesi e italiane sul suolo europeo.
Prima però il dettaglio sui giallorossi: la Roma, che in Inghilterra ha vinto una sola volta su 22 incontri (8 pareggi e 13 sconfitte), ospiterà ancora una volta un’inglese all’Olimpico per una partita decisiva a livello internazionale.
Il ricordo più nitido, e insieme nefasto, è la sconfitta in finale di Coppa Campioni nell’84, cui (non) ha risposto il 4-2 dell’Olimpico nel ritorno della semifinale di Champions del 2018. Sempre in semifinale, ma di Europa League, lo scorso anno la Roma ha sfiorato il colpo grosso, non riuscendo però a rimontare (3-2) il 6-2 dell’andata a Old Trafford (dove la Roma ha pessimi ricordi).
I giallorossi possono però contare sull’esperienza e il carisma del proprio allenatore, la cui cabala contro il Leicester è piuttosto confortante: Mourinho ha affrontato le foxes 12 volte, vincendo 8 incontri, pareggiandone 2 e perdendone altrettante. Il primo di questi due ko, nel 2015, gli costò l’esonero dal Chelsea.
In generale le italiane in Coppa Campioni/Champions League contro le inglesi hanno un bilancio di tutto rispetto, seppur negativo: vincono infatti le britanniche con un margine di 8 vittorie (56 a 48). In casa, le italiane in questa competizione hanno vinto 32 volte, pareggiato 17 e perso 18.
In Coppa Uefa/Europa League, invece, il bilancio è positivo. Le italiane hanno avuto la meglio in 76 incontri totali con 30 vittorie (28 per le inglesi) e un bilancio casalingo di 24 vittorie, 8 pareggi e 6 sconfitte.
Roma e Leicester: statistiche a confronto
ROMA | LEICESTER | |
---|---|---|
5 | Cross | 30 |
47 | Palloni recuperati | 34 |
76% | % Precisione passaggi | 87% |
35% | % Possesso palla | 65% |
Se c’è una cosa che ci ha detto la partita di andata, è che il Leicester soffre maledettamente i cambi di gioco.
Un po’ come accaduto al derby di ritorno contro la Lazio di Sarri, anche il Leicester di Rodgers punta ad un pressing offensivo e concentrato sulla zona centrale del campo, tenendo gli esterni di fascia allineati e quanto più vicini ai due centrali di centrocampo (all’andata per le foxes Tielemans e Dewsbury-Hall, decisamente offensivo).
Quella di Rodgers è una scelta, ma all’andata un cambio di gioco di Zaniolo a metà campo ha aperto il campo a Zalewski e Pellegrini per il vantaggio dei giallorossi dopo appena 15’. Stranamente, la Roma non ha però più tentato l’affondo sugli esterni. Zalewski e Karsdorp hanno sofferto la fisicità di Lookman – tra i migliori nei suoi – e del subentrato Barnes – al posto di uno spento Albrighton.
Se è vero che il Leicester concentra il pressing e la zona di copertura al centro del campo, è altrettanto vero che sviluppa il gioco sugli esterni. I dati della partita di andata non mentono: il Leicester ha tentato 30 volte il cross dal fondo, la Roma – che pure di solito sviluppa il gioco sugli esterni – appena 5.
La Roma è stata brava a recuperare il pallone, soprattutto grazie alla prestazione (eccellente) di Smalling – in totale i giallorossi hanno effettuato 47 recuperi, contro i 34 del Leicester; 12 i tackle riusciti dei giallorossi, 8 del Leicester; 37 a 5 per la squadra di Mourinho i disimpegni riusciti da dietro.
La squadra giallorossa, brava nella riconquista del pallone, non è stata però altrettanto abile a smistarlo in fase offensiva (come sottolineato da Mourinho a fine gara).
Ai giallorossi è mancata la qualità sufficiente per tentare qualche affondo in più – l’unico vero affondo al di là del gol di Pellegrini è arrivato all’86’ con l’inserimento di Sergio Oliveira ben servito da Abraham.
Il dato relativo alla precisione dei passaggi lo testimonia ampiamente: dei 280 passaggi tentati, la Roma ne ha mandati a segno appena il 76%; il Leicester, sui 547 totali, l’87%.
Insomma, è vero che il Leicester si è dimostrata squadra fisica: ma la sua qualità non è da sottovalutare in vista del ritorno – dove Mourinho non avrà a disposizione Mkytharian uscito per infortunio. La Roma dovrà sfruttare le palle inattive (all’andata 1 angolo contro gli 11 dei padroni di casa), e calciare con più frequenza (troppo pochi i 4 tiri, contro i 13 delle foxes); nonché provare a tenere più il pallone (65 a 35 l’andata, sempre a favore della squadra di Rodgers).
La Roma potrebbe partire forte dai primi minuti, spinta dai 70.000 dell’Olimpico e da un Leicester che almeno in partenza potrebbe attendere le sfuriate giallorosse per ripartire in contropiede – al contrario di quanto accaduto all’andata, insomma.
La Roma è forte di un dato su tutti: ha segnato nei suoi ultimi 23 incontri UEFA. Attenzione però, perché 11 dei 14 gol del Leicester in questa Conference sono arrivati nella ripresa, e il ritorno dei quarti contro il PSV dovrebbe ricordarlo ai giallorossi.
Le probabili formazioni
ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Cristante, Sergio Oliveira, Zalewski; Zaniolo, Pellegrini; Abraham. All. Mourinho
LEICESTER (4-2-3-1): Schmeichel; Pereira, Fofana, Evans, Castagne; Dewsbury-Hall, Tielemans; Albrighton, Maddison, Lookman; Vardy. All. Rodgers