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Che partita ci aspetta, domenica sera? Roma v Inter, in particolare dagli anni ’10 del secolo, rappresenta una classica del nostro calcio. Una partita diversa dalle altre, senza dubbio, che ha spesso deciso i destini del campionato. Ranieri contro Mourinho, prima. Spalletti contro Mancini, anche. E poi Mourinho, stavolta da allenatore della Roma, contro Inzaghi, allenatore dell’Inter ancora oggi, poi.

Domenica sera sarà Juric a vestire i panni dell’allenatore sponda giallorossa, e nel vociare ovattato della capitale qualcuno parla già di partita decisiva per lui: una sconfitta potrebbe infatti decretarne l’allontanamento immediato.

Dal punto di vista tattico, Roma v Inter è una partita che nasce sul filo dell’equilibrio. Entrambi i tecnici usano infatti la difesa a tre, certo non allo stesso modo. Aspettiamoci comunque una partita ricca di gol. Lo scorso anno fu così (2-4 all’Olimpico) perlomeno. E in generale la storia racconta questo: l’Inter infatti è la squadra contro cui la Roma ha realizzato più gol (232) in Serie A, ma anche quella contro cui i giallorossi hanno subito più reti (298); quella nerazzurra potrebbe diventare la prima squadra a segnare 300 gol contro una singola avversaria nel massimo campionato italiano. Tutto è nelle mani di Juric e dei suoi, ma occhio ai numeri (in negativo) del tecnico croato: per lui il dato tra gol fatti e subiti è in negativo (-34) in carriera finora.

Ma al di là dei freddi numeri, da una parte e dall’altra, quali sono i duelli che potrebbero decidere la sfida, da un punto di vista tattico, muscolare e realizzativo?

Angelino, Dimarco, Celik, Dumfries: a tutto gas

L’avvio di campionato, da entrambe le parti, ha mostrato – per predisposizione tecnica, ma anche per una natura tattica del modulo proposto – come il vero punto di forza per Roma e Inter siano da considerarsi le fasce. Val bene che Celik, anche sotto Juric, non assomiglia certo a Pendolino Cafù, ma è migliorato sotto la gestione del croato, rendendosi spesso pericoloso a destra. Dall’altra parte del campo, poi, Angelino è ormai una certezza. L’assist contro il Bilbao in Europa è stata solo la certificazione di una fiducia ritrovata nel ruolo di esterno alto, più congeniale alle sue caratteristiche.

Nell’Inter il lavoro degli esterni non è più una novità, ma quest’anno Dumfries e Dimarco si stanno persino superando. L’olandese, che ha trovato anche una certa serenità tattica, dopo una stagione e mezza di assestamento, è una furia quando parte. Dall’altra parte Dimarco rappresenta, ad oggi, senz’altro il migliore interprete del campionato, ma guardando alle gare con la nazionale italiana, forse anche del mondo. Dalla loro qualità e dalla loro spinta, si deciderà molto del prossimo Roma v Inter.

Koné, l’arma in più di Juric?

Dalla parte dei giallorossi, c’è un calciatore che, ancora non al meglio della condizione – più d’integrazione tattica e al campionato, che atletica –, ha già dimostrato di poter cambiare il volto della Roma a centrocampo: si chiama Koné, è un incontrista e ha i piedi per diventare un’arma in più per Juric e i suoi.

Contro il Monza ha sfiorato il gol in due circostanze, con la Francia in nazionale ha giocato due partite su due di Nations League, e la concorrenza non manca di certo in quella rosa. Contro l’Inter, senza Barella (almeno nelle ipotetiche formazioni di partenza), potrebbe essere davvero una chiave di volta della partita, dalla parte dei giallorossi.

Thuram contro la difesa della Roma: un conto aperto

Lo scorso anno all’Olimpico, nella rimonta dei nerazzurri sotto il diluvio universale di Roma, Thuram segnò una doppietta preludio di una vena realizzativa esplosa quest’anno – è a quota 7 reti dopo 7 partite. Dobvyk, per intenderci, miglior marcatore della Roma, è a quota 3.

Thuram quest’anno è diventato un calciatore incredibile. Forte nel gioco coi compagni, spietato davanti, viaggia ad una media di 38 gol stagionali, che per caratteristiche del giocatore fatichiamo a ipotizzare. Ma occhio comunque alla soglia dei 30 gol. Perché Thuram, a differenza di altri grandi bomber del passato, segna in ogni modo: di tacco, di punta, da fuori area, di testa, da dentro l’area. E vuole colpire ancora la Roma, squadra alla quale ha già segnato tre reti in appena un anno in Italia.