Il gol di prima intenzione di capitan Pellegrini al 42’ di Bodo/Glimt vs Roma aveva illuso tutti.
In primis quel centinaio di tifosi giallorossi che – sfidando il gelo, le coordinate terrestri e persino la recente umiliazione (del 21 ottobre) in casa dei norvegesi gialloneri – avevano pensato, forse per un attimo, di riscattare il sacrilegio consumato in Conference League nella fase a gironi. Qualcosa, evidentemente, era sfuggito loro.
In primis la conferma di una squadra che – piccola quanto si vuole – gioca un calcio a dir poco intrigante, caratterizzato dal fraseggio corto, dalla mancanza di ruoli predeterminati in fase offensiva, dallo scambio di posizioni e dalla continua, costante e quasi spasmodica, ricerca (creazione, si direbbe) dello spazio.
Insomma, il Bodo/Glimt allenato da Knutsen è una splendida – meno, per i tifosi della Roma – sorpresa del torneo. Una squadra che già nel recente passato aveva messo in seria difficoltà il Milan in Europa League, e che ora – con gli sfavori del pronostico – rischia di impantanare un’altra italiana nelle sabbie mobili dello scontro calcistico europeo.
I precedenti tra Roma e Bodo
I precedenti tra le due squadre parlano chiaro. Quella contro il Bodo/Glimt di giovedì prossimo, pur in un Olimpico infuocato e vestito a festa (meglio, battaglia), è una sfida complicata per la Roma di Mourinho, che lo ha ammesso senza problemi nell’immediato post-partita dell’andata, quando si è lasciato sfuggire anche un’invidiabile (in quanto radicalmente ottimistica) profezia sulla sfida di ritorno: «Sarà difficile, ma il turno lo passiamo noi. Al cento per cento».
Nelle tre partite totali in cui i giallorossi hanno affrontato i norvegesi, 2 volte ha vinto il Bodo (6-1 ad ottobre, 2-1 una settimana fa), una volta è uscito il pareggio (2-2 a Roma il 4 novembre). La Roma finora non ha mai vinto.
I gol in rimonta firmati Ulrik Saltnes e Hugo Vetlesen (56’ e 89’) possono anche essere letti nell’ottica – e alla luce – di un’ancestrale sfiga megagalattica che perseguita i giallorossi dai tempi dell’antica Roma – quando Cristo, in ultima istanza, venne crocifisso sotto Ponzio Pilato –, ma fermarsi alle sciagure procurate in parte dal Dio del calcio in parte dalla sua antitesi (l’esterno giallorosso Vina) è quantomeno limitante.
La verità è che, come detto, la rimonta del Bodo – va bene il campo, va bene le palle di neve lanciate ad Abraham – non è frutto della casualità.
Il Bodo: una piccola Atalanta (anche nella dialettica)
Nessuna casualità quindi né a livello tecnico né a livello dialettico, dove lo scontro si è incredibilmente acceso nel post-partita in seguito alla (indagata) collisione tra l’allenatore Knutsen e il preparatore atletico Nuno Santos (non primo a certe stravaganze): «È buffo: a volte il quarto uomo sta lì ad assicurarsi che io non lasci mai la mia area tecnica mentre sulla panchina della Roma cinque o sei uomini corrono dietro al guardalinee senza nessuna conseguenza», ha dichiarato Knutsen nella conferenza pre-partita, «in un certo senso è stato divertente farci caso. Ci scherzo su, per me possono pure correre in campo. Quando c’è una sfida in corso mi concentro su quello che facciamo noi, quello che succede sull’altra panchina non mi riguarda a meno che non interferisca con quello che dobbiamo fare noi. Ma è curioso notare come persone diverse vengano trattate in modo diverso».
La polemica post-partita di Sabatini dopo il match tra Roma e Salernitana sembrano confermare queste parole.
Il fatto però è un altro, ed è statistico.
Il Bodo/Glimt ha segnato già 10 gol alla Roma (in appena 3 partite), la Roma ne ha segnati 4. Nella sfida di ottobre c’era quel Botheim (2 gol e 3 assist nella circostanza; ri-timbrerà il cartellino al ritorno) che oggi è in forza al Krasnodar in Russia e quindi virtualmente svincolato per le note vicende internazionali.
È però rimasto Ola Solbakken (doppietta; e gol al ritorno), e con lui il tuttocampista Amahl Pellegrino (autore di un gol sempre ad ottobre).
Il Bodo/Glimt ancora una volta ha dimostrato di essere una squadra estremamente tecnica, che fa del palleggio e del continuo fraseggio (verticale) la sua caratteristica fondamentale.
La forma delle due squadre
Sintetico o non sintetico. La Roma in Conference League ha subito 14 reti in 9 incontri. 10 ne ha presi dal Bodo. Che in totale (aggiungendo le due partite dei sedicesimi, che i giallorossi non hanno dovuto giocare) ne ha segnate 24 (3 in più della Roma). Tanto fraseggio, dunque, ma anche parecchia pericolosità, come dimostrato dall’interessante dato sui cartellini gialli: il Bodo ha fatto ammonire infatti il proprio avversario 24 volte, la Roma complessivamente 12. A riprova di un atteggiamento caratterizzato dalla ripartenza veloce e dal ribaltamento del fronte istantaneo.
Ma la sconfitta dell’andata sorprende per un altro motivo: perché è arrivata in mezzo ad un filotto strepitoso della Roma sotto la gestione di José Mourinho. Calcolando infatti le ultime 10 giornate di Serie A, i giallorossi sono la squadra che ha fatto più punti (22), prima della Juventus (21) e meglio di Lazio, Milan e Napoli (20). Il miglior marcatore dei lupacchiotti neanche a dirlo è quel Tammy Abraham sul quale Mou basa le sue speranze per il ritorno (7 gol totali in Conference).
Il campionato norvegese è appena iniziato e il Bodo/Glimt campione in carica ha esordito con un big match (in casa col Rosenborg, partita finita 2-2 grazie ai gol di Espejord e Pellegrino).
Agli ottavi di conference, ha eliminato l’AZ Alkmaar (2-1 in casa e 2-2 ai supplementari nella gara di ritorno) dopo aver avuto la meglio del Celtic ai sedicesimi.
Le probabili formazioni
ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Cristante, S. Oliveira, Zalewski; Mkhitaryan, Pellegrini; Abraham. All.Mourinho
BODO/GLIMT (4-3-3): Haikin; Sampsted, Moe, Høibraten, Wembangomo; Vetlesen, Hagen, Saltnes; Solbakken, Espejord, Pellegrino. All.Knutsen