Nelle prossime ore dovrebbe arrivare il verdetto del Cts in merito al protocollo da seguire per gli allenamenti di gruppo: il calcio si prepara a ripartire, ma con tanti punti di domanda
In serata o al più tardi nella giornata di lunedì dovrebbe arrivare la decisione del Comitato tecnico scientifico del Governo in merito alla possibilità e fattibilità degli allenamenti per gli sport di squadra a partire dal 18 maggio prossimo: secondo le ultime indiscrezioni, la risposta dovrebbe essere positiva. Un sì, però, a determinate condizioni, molte delle quali ad oggi tema di più ampie discussioni.
Uno degli argomenti centrali è, senza dubbio, il chiarimento sulla durata della quarantena per tutta la squadra in caso di nuovo positivo: i club vogliono capire quale sia la posizione del Governo e se ci possano essere differenze rispetto al modello tedesco (la Dinamo Dresda ha trovato due giocatori positivi ieri ed è scattato il rinvio del match di campionato di settimana prossima) o anche tra gli stessi elementi, con un membro dello staff tecnico che non può ‘pesare’ quanto un giocatore. Nelle prossime ore, i 20 membri del Cts invieranno la propria valutazione al Ministro della Salute Roberto Speranza che poi si metterà al tavolo delle trattative con il suo collega dello Sport Spadafora, con quest’ultimo che, proprio insieme agli scienziati, proverà a definire un nuovo protocollo per tutti gli sport di squadra, portando così a cancellare la regola del distanziamento sociale nel calcio ma ovviamente in tutte le altre discipline di contatto. Alla luce dei fatti e delle ultime indiscrezioni, pare che la volontà del Ministro Spadafora sia di scindere il discorso allenamento di gruppo a quello delle partite, perché un allentamento delle misure restrittive per il calcio rappresenterebbe un segnale chiaro e forte della possibilità di riprendere a giocare. E’ un po’ questo il tema cardine attorno al quale si giocherà la partita sul futuro del mondo del calcio, senza dimenticare la ‘grana’ dei diritti TV, con Sky, Dazn e Img che minacciano di non pagare l’ultima rata (233 mln totali) nei tempi prestabiliti, vista l’assenza di partite. E se la pausa durasse ancora per molto, o diventasse addirittura definitiva, il rischio di passare a discutere nelle aule dei tribunali (virtuali, finché non potranno riaprire), è davvero forte.