Il collegamento tra Firenze e il Rinascimento italiano è quanto di più scontato si possa fare, eppure in questo inizio di stagione la Fiorentina, sotto la guida di Vincenzo Italiano, è sembrata proprio una squadra rinata.
Dopo anni in cui i sorrisi al Franchi sono stati ben pochi, tra la coda ingloriosa della gestione Della Valle e i primi incerti passi di Rocco Commisso come nuovo proprietario, in riva all’Arno si registra una rinnovata euforia per i risultati e le prestazioni dei Viola.
Con 9 punti dopo 4 giornate, i toscani sono tornati a frequentare le zone più prestigiose della classifica e puntano con decisione ad un piazzamento europeo. A parte l’esordio sfortunato in casa della Roma, dove la sconfitta è giunta giocando per più di 70 minuti in inferiorità numerica, i gigliati hanno convinto in questo inizio di campionato sia in termini di risultati che di gioco.
Può essere questa la stagione del rinascimento fiorentino? Andiamo a vedere i motivi per cui i tifosi viola possono coltivare le proprie speranze.
Un allenatore giovane, ambizioso e moderno
Negli ultimi anni i risultati della Fiorentina sono spesso stati deludenti, soprattutto in relazione alle aspettative di una città da sempre molto, e talvolta troppo, esigente. Se il lavoro della società in sede di calciomercato è spesso stato molto buono, con anche intuizioni notevoli come Dragowski, Milenkovic, Veretout o Vlahovic, per quanto riguarda la guida tecnica, complice anche il cambio di proprietà, c’è stata molta confusione e pochissima progettualità.
Nelle ultime tre stagioni, dopo le dimissioni di Stefano Pioli, si è passati senza troppa convinzione attraverso progetti tecnici diversissimi, incarnati dalle guide tecniche di Vincenzo Montella, Giuseppe Iachini e Cesare Prandelli, continuando a saltare tra idee di gioco agli antipodi e costringendo gli allenatori ad adattarsi a rose costruite con esigenze differenti dalle loro.
Quest’estate il progetto di affidare la squadra a Gennaro Gattuso è naufragato sul nascere, con l’allenatore calabrese che si è separato dalla società gigliata già alla fine di giugno, a causa di divergenze sul mercato e su presunte ingerenze del procuratore Jorge Mendes.
Ai primi di luglio Commisso ha quindi deciso di cambiare strategia, e invece che puntare su un nome già affermato ha spostato le sue attenzioni su Vincenzo Italiano, 43enne come Gattuso ma reduce da un solo anno di Serie A, in cui ha ottenuto una splendida salvezza alla guida dello Spezia che già aveva portato dalla B alla A. Pur di portarlo subito a Firenze e non perdere tempo nel trattare la risoluzione del contratto con la società spezzina, i Viola hanno pagato una penale ai bianconeri, nella misura del cartellino del giovane difensore Petko Hristov.
In Liguria, così come già a Trapani, Italiano aveva proposto un calcio spregiudicato e coraggioso, fatto di possesso palla e fraseggio tra i giocatori, con continui scatti e sovrapposizioni. Nonostante l’atteggiamento offensivo e sempre rivolto alla ricerca del gioco, lo Spezia è stato in grado di ottenere una salvezza in Serie A con la rosa meno preziosa del campionato, composta per la maggior parte di giocatori esordienti nella categoria e spesso cresciuti proprio nel vivaio di casa.
La prospettiva di vedere Italiano alla prova con una rosa di valore più adeguato alla Serie A aveva già stuzzicato la fantasia di numerosi addetti ai lavori, e questa opportunità gli è stata data da Commisso.
Un mercato mirato a creare una rosa completa ed equilibrata
Italiano ha trovato una rosa già composta di alcuni elementi adatti al suo gioco: mezzali di qualità, con visione di gioco e capacità di inserimento come Castrovilli e Bonaventura, esterni d’attacco veloci e capaci di puntare la porta come Callejon e Sottil, un regista bravo a interdire e far correre il pallone come Pulgar.
Su questa ossatura già rodata si è provveduto ad innestare elementi di qualità e a fornire valide alternative a titolari.
Sì è iniziato sfoltendo la rosa, lasciando liberi giocatori in età avanzata come Martin Caceres, Borja Valero e soprattutto Frank Ribery, giocatore di assoluto valore ma inadatto ad un calcio dispendioso dal punto di vista fisico come quello di Italiano.
Ad un difensore più adatto al gioco “di trincea” effettuato da Iachini come German Pezzella è stato preferito il ritorno di un elemento di esperienza ma più adatto alla circolazione della palla come Matija Nastasic, che completa un reparto guidato dal gioiello Nikola Milenkovic (giocatore che da quando è arrivato a Firenze ha decuplicato la sua quotazione) e da due elementi in ascesa come Igor e Lucas Martinez Quarta.
Sulla fascia sinistra trova posto il capitano Cristiano Biraghi, elemento sempre fondamentale con le sue corse e i suoi cross, mentre a destra è arrivato in prestito dal Real Madrid Alvaro Odriozola, talento spagnolo che ancora deve riuscire ad esprimere con continuità le qualità messe in mostra a sprazzi con la camiseta blanca e la maglia del Bayern Monaco.
A centrocampo è arrivato un altro profilo per il ruolo di regista, quel Lucas Torreira che qualche anno fa con la Samp si era distinto come uno dei migliori mediani della Serie A e che poi si è un po’ perso tra Arsenal e Atletico Madrid.
Il reparto, quello che richiede il maggior dispendio di energie nel gioco di Italiano, è popolato da alternative di esperienza come Duncan, Amrabat e Benassi e un prospetto interessantissimo come Yussef Maleh, uno dei principali fautori della promozione del Venezia nella scorsa Serie B.
L’investimento più importante è stato compiuto in attacco, dove per 23,5 milioni di euro è arrivato l’esterno d’attacco argentino Nicolas Gonzales dallo Stoccarda. Giocatore rapido e abile nel dribbling, si è messo in luce da subito come elemento in grado di creare superiorità numerica e fornire assist in quantità per un centravanti letale come Dusan Vlahovic.
Le incognite di questa Fiorentina
Come visto, questa squadra è stata costruita con gerarchie abbastanza chiare in mente: non dovendo disputare le coppe europee, il rapporto tra titolari e riserve è abbastanza definito, per quanto con i cinque cambi a disposizione tutti i giocatori possono risultare utili nell’arco dei 90 minuti.
Ma a parte l’abbondanza a centrocampo, appare evidente come per certi ruoli non esistano vere e proprie alternative: il trequartista Riccardo Saponara, giocatore che Italiano aveva già valorizzato nel finale di stagione con lo Spezia, è più una variante tattica che un’alternativa agli esterni d’attacco titolari, Gonzales e Callejon.
L’unico giocatore in rosa che può realmente sostituire le due ali è Riccardo Sottil, reduce da una stagione in prestito a Cagliari che era iniziata benissimo ma si è conclusa nell’anonimato.
Alla stessa maniera alle spalle di Dusan Vlahovic, uno dei giovani centravanti più interessanti nel panorama europeo, c’è solo la scommessa Aleksandr Kokorin: il 30enne russo deve ancora dimostrare, dopo essere giunto a Firenze nello scorso gennaio, di essere un giocatore recuperato dopo le due stagioni inconcludenti seguite alla sua detenzione in carcere. Ad oggi le sue prestazioni non sono mai state veramente all’altezza della Serie A.
Sulle fasce Lorenzo Venuti e Aleksa Terzic sono giocatori che possono sostituire i titolari in caso di necessità, ma che non possono certo garantire lo stesso rendimento e la stessa affidabilità.
Infortuni e turni infrasettimanali potrebbero mettere a dura prova la tenuta della squadra viola, ma se Italiano riuscirà a gestire le forze dei suoi giocatori e sarà aiutato dalla buona sorte, questa può essere finalmente la stagione del rinascimento fiorentino dopo 5 stagioni lontane dai primi 7 posti in classifica.