Ci sono alcuni gesti tecnici nel calcio che hanno ben poco di logico e che appartengono più alla sfera del gioco, inteso nel senso più propriamente ludico del termine, e dello spettacolo che a quella sportiva.
Il rigore battuto a due tocchi, o rigore tattico, è qualcosa che sta tra la parata dello scorpione di Higuita e il cucchiaio di Panenka, un gesto inutilmente rischioso e apparentemente privo di logica, ma che nel momento in cui funziona può abbattere psicologicamente un avversario. O, al contrario, farlo ribollire di rabbia scatenando una reazione furibonda.
I rigori a due dei grandi campioni: Messi e Crujiff
Uno degli ultimi esempi visti in campo internazionale di rigore tattico si è visto nel febbraio 2016, in un Barcellona-Celta Vigo dominato dai catalani e in cui Leo Messi, al momento di battere un rigore, tocca la palla leggermente avanti ma di lato, per l’accorrente Luis Suarez che entra in area e tira in porta, facendo gol, per la rabbia dei giocatori del Celta (e di chi aveva Messi al fantacalcio, per cui risultava il -3 del rigore sbagliato, anche se mitigato dal +1 dell’assist).
A livello di regolamento, è una mossa molto rischiosa: per essere considerato in gioco dopo il primo tocco, il pallone deve muoversi in avanti, anche se di poco, mentre il compagno non può mettere piede all’interno dell’area prima che la palla venga colpita. Serve quindi una grande reattività per arrivare sul pallone prima che il portiere possa intervenire o un altro avversario arrivi a spazzare.
In molti pensarono che il rigore battuto in quel modo da Messi e Suarez fosse una sorta di omaggio alla leggenda blaugrana Johann Cruijff, che di lì a pochi giorni si sarebbe arreso al tumore ai polmoni che aveva comunicato al mondo qualche mese prima.
Nel 1982 infatti il fuoriclasse olandese aveva reso celebre questa maniera di battere un calcio di rigore quando, nella sua seconda esperienza con la maglia dell’Ajax, beffò così il portiere dell’Helmond Sport in concerto con il compagno Jesper Olsen, che gli toccò di ritorno il pallone calciato sulla sinistra in maniera che il Profeta del gol potesse calciare a porta vuota.
Il gesto fece il giro del mondo e al genio olandese venne attribuita la paternità di questo colpo che univa genio e sregolatezza come pochi.
Il primo rigore a due tocchi: Rik Coppens
In realtà questo gesto nasce molti anni prima, per la precisione nel 1957, in una partita di qualificazione al Mondiale di Svezia tra il Belgio e la modesta Islanda.
Il Belgio, trainato dai numerosi giocatori di altissimo livello nelle sue fila, stava disponendo come voleva degli ospiti, una compagine di dilettanti che verso la fine del primo tempo era già sotto di per 6-1.
Ad un minuto dall’intervallo l’arbitro lussemburghese Ady Blitgen fischia un rigore per i padroni di casa, e il talentuoso Rik Coppens, attaccante belga del Beerschot che era stato oggetto del desiderio di grandi club come Inter, Barcellona e Milan, ha un’intuizione e mentre va a posizionare la palla sul dischetto dice due parole al compagno d’attacco André Pieters: “Twee tijden”, “Due tocchi”.
Piters lì per lì resta perplesso dalle parole del compagno, ma non appena lo vede calciare debolmente alla sua destra capisce immediatamente e si precipita sul pallone, riuscendo ad evitare l’uscita a valanga del portiere islandese Hermansson e rimettendo la palla alla sua sinistra, sui piedi di Coppens che poté quindi insaccare a porta vuota.
Come spiegò poi Coppens:
Il gesto provocò una certa reazione negli islandesi, che punti sul vivo riuscirono a segnare due reti nel finale chiudendo il match sull’8-3, ma soprattutto fu giudicato irrispettoso dai vertici della federazione belga che per punizione non convocarono Coppens per il match di ritorno giocato a Reykjavik, che i Diavoli Rossi comunque vinsero per 2-5.
I grandi fallimenti: Pirés e Sergio Ramos
Questo gesto ispirò non solo Crujiff e Messi, ma anche Robert Pirés, ala francese dell’Arsenal che nel 2005 tentò il rigore tattico contro il Manchester City. Pirés aveva già segnato il rigore del vantaggio nel match casalingo contro i Citizens, e quando una decina di minuti più tardi l’arbitro fischiò un secondo penalty per i Gunners, concordò insieme al connazionale Thierry Henry di provare il rigore a due tocchi.
I due l’avevano provato varie volte in allenamento, ma a parti invertite, con Pirés che interveniva sul tocco di Henry.
Henry insistette invece per invertire i ruoli, ma al momento della battuta Pirés toccò il pallone in maniera troppo debole, mentre Henry rimase bloccato dietro due difensori del City.
Pirés allora istintivamente fece per calciare nuovamente il pallone, sfiorandolo leggermente ma in maniera sufficiente perché l’arbitro fischiasse fallo per il doppio tocco consecutivo, in quello che ancora oggi Pirés ricorda come il momento più imbarazzante della sua gloriosa carriera all’Arsenal.
Anni dopo Henry avrebbe subito il rigore a due tocchi nelle vesti di allenatore del Montreal Impact, per mano degli avversari del Toronto FC e nello specifico Pozuelo e Pablo Piatti, ma sarebbe stato annullato per l’ingresso anticipato dell’argentino nell’area di rigore.
Stesso motivo per cui anche Sergio Ramos e Karim Benzema sono andati incontro ad una brutta figura in Real Madrid-Villareal del luglio 2020, in una partita decisiva per il titolo: sul punteggio di 1-0, l’allora capitano del Real ha toccato il pallone per l’accorrente attaccante francese che aveva insaccato, ma l’arbitro ha fatto ripetere perché Benzema era entrato in area con largo anticipo.
Per evitare rischi, svanito l’effetto sorpresa, al secondo tentativo si è presentato direttamente sul dischetto Benzema che ha segnato direttamente con un tiro angolato, decisivo nel 2-1 finale che consegnò il 34° titolo nazionale al Real.