Qatar 2022 è stato un Mondiale ricchissimo di spunti, di polemiche, di emozioni e di spettacolo: ora è il momento di dare i numeri!
Ecco un breve riepilogo statistico di cosa è successo in questo Mondiale, tra record abbattuti, traguardi superati e asticelle alzate.
Mai così tanti gol e rigori
Il Mondiale di Qatar 2022 ha dato spettacolo, certificato da un importante dato statistico: si tratta dell’edizione con il maggior numero di gol mai registrato, ben 172, superando quindi le edizioni del 1998 e del 2014 (che avevano toccato quota 171).
Spettacolo certificato anche dalla quota di gol per match, 2,69 a partita, la più alta da USA 1994 in poi.
Gol e spettacolo che in un contesto di grande incertezza, tant’è che si è arrivati al record di partite decise ai calci di rigore, ben 5, compresa la finale. Rigori che hanno ancora una volta benedetto l’Argentina, vittoriosa contro Olanda e Francia, che tocca quindi 6 vittorie attraverso i penalties, e maledetto nuovamente la Spagna, eliminata contro il Marocco per la 4ª volta dagli 11 metri. Spagna che eguaglia la Svizzera del 2006 come squadra incapace di mettere a segno un solo rigore nella serie finale.
Registriamo anche un record curioso, quello della vittoria con il minor possesso palla della storia (o almeno, da quando si raccoglie questo dato): il Giappone ha infatti battuto la Spagna con il 17,7%, in una partita in cui l’iberico Rodri ha raggiunto invece il record di passaggi in una partita del Mondiale, ben 215.
Nonostante si sia trattato dell’edizione con meno cartellini rossi (4, 1 diretto e 3 doppie ammonizioni) di tutti i tempi, alla pari con Russia 2018, si è superato il limite di ammonizioni nella stessa partita. È successo in Argentina-Olanda, con 16 cartellini gialli (e un’espulsione, per un totale di 17), che ha superato la famigerata “battaglia di Norimberga” tra Portogallo e Algeria nel 2006, in cui si registrarono 11 ammonizioni e 5 espulsioni per doppio giallo, per un totale di 16 cartellini.
Si è trattato dei primi Mondiali dopo che il Covid ha contribuito ad aumentare a 5 i cambi a disposizione degli allenatori, e subito si è toccato il record massimo con i 7 cambi effettuati dalla Francia in finale: in caso di supplementari si ha diritto ad un cambio in più, e un’ulteriore sostituzione è spendibile nell’eventualità di un colpo alla testa di un giocatore in campo (come accaduto a Rabiot nel finale). L’Iran aveva sfruttato questa regola nel primo match contro l’Inghilterra toccando quota 6 cambi nei 90 minuti.
Da segnalare il massimo traguardo raggiunto da una squadra della federazione africana, il Marocco, che è arrivata in semifinale chiudendo il Mondiale in 4ª posizione. In questa maniera la CAF (federazione africana) uguaglia l’AFC (federazione asiatica) che vantava il 4ª posto della Corea del Sud nel 2002. La CONCACAF (Nord e Centro America) è in vantaggio grazie al 3° posto degli Stati Uniti nel 1930.
The G.O.A.T.: Lionel Messi
Non solo Leo Messi ha coronato una carriera già di per sé inarrivabile con l’ultimo e più importante trofeo che gli mancava, ma l’ha fatto infrangendo record su record, certificando il suo status di Greatest of all times (o G.O.A.T., l’acronimo tanto amato dagli anglosassoni).
Con 26 presenze, ha superato Lothar Matthaus come giocatore che ha giocato più partite nella storia della Coppa del Mondo. Nel corso della finale (al 23° per la precisione) ha anche superato Paolo Maldini come giocatore con il maggior minutaggio nella competizione: alla fine della partita ha toccato quota 2332 minuti.
Nello stesso istante ha anche messo a segno il rigore dell’1-0, diventando il primo giocatore della storia ad aver fatto gol in tutte le fasi del Mondiale: gironi, ottavi, quarti, semifinale e finale. E se Szczesny non avesse parato quel rigore in Argentina-Polonia, avrebbe segnato in tutte le partite…
Inoltre la finale è stata l’11ª partita dei Mondiali in cui è andato a segno, eguagliando così il brasiliano Ronaldo.
Dopo il 2014, è il primo giocatore a vincere per 2 volte il titolo di MVP del Mondiale, oltre ad aver collezionato il maggior numero di premi di miglior giocatore nei singoli match.
E da quando esiste la statistica (1966), risulta essere anche il miglior giocatore nella storia dei Mondiali per quanto riguarda la partecipazione alle reti (gol e assist) e le occasioni create, oltre ad essere il primo ad aver fornito almeno un assist in cinque diverse edizioni.
Ancora: è diventato il miglior marcatore ai Mondiali tra i giocatori in attività e nella storia dell’Argentina, e il primo sudamericano che ha timbrato il cartellino sia in una finale di Coppa del Mondo che in una di Champions League.
Gli altri record individuali
L’eterno rivale di Messi, Cristiano Ronaldo, ha chiuso un Mondiale sicuramente deludente con la soddisfazione di essere stato il primo giocatore ad essere andato a segno in 5 edizioni differenti, dal 2006 al 2022.
Ronaldo e Messi, insieme ai messicani Ochoa e Guardado, hanno raggiunto Buffon, Matthaus, Marquez e Carbajal a quota 5 convocazioni ad un Mondiale (ma Buffon e Ochoa non sono scesi in campo rispettivamente in 1 e 2 edizioni).
Il capitano della Croazia Luka Modric è invece diventato il primo giocatore a scendere in campo in tre differenti decadi sia per quanto riguarda gli Europei (dal 2008 al 2020) che i Mondiali (dal 2006 al 2022).
Kylian Mbappé non è stato il primo a segnare una tripletta in una finale di Coppa del Mondo (prima di lui Hurst nel 1966), né il primo a segnare in due differenti finali Mondiali (preceduto da Vavà, Pelé, Breitner e Zidane), ma è diventato il giocatore che ha segnato più gol in finale, ben 4.
È arrivato anche il primo gol della Generazione Z in un Mondiale: Jude Bellingham, classe 2003, contro l’Iran ha messo a segno la prima rete di un giocatore nato nel nuovo millennio.
Nella stessa partita Mehdi Taremi ha segnato la rete più tardiva nella storia dei Mondiali (supplementari esclusi): quando ha siglato la seconda rete iraniana nel 6-2 finale, il cronometro segnava 102 minuti e 27 secondi.
Louis Van Gaal ha ritoccato un suo primato poco invidiabile: con questa edizione infatti tocca quota 12 partite di Coppa del Mondo imbattuto nei 90 o nei 120 minuti, ma senza riuscire a vincere il torneo. Altri 8 allenatori hanno una simile striscia di imbattibilità (come l’italiano Vittorio Pozzo), ma sono sempre riusciti ad alzare la Coppa.
Il ct brasiliano Tite è diventato il primo allenatore ad utilizzare ben 26 giocatori (tutta la rosa a disposizione) nell’arco di un Mondiale.
Il portiere della Francia Hugo Lloris è diventato il portiere con maggiori presenze ai Mondiali (20), superando Manuel Neuer che aveva fissato il record a 19 durante la fase a gironi.
Infine, il presidente della FIFA Gianni Infantino ha presenziato a tutte e 64 le partite della competizione, un record reso possibile dal fatto che le distanze ridotte tra gli impianti qatarini gli hanno permesso di spostarsi tra uno stadio e l’altro nell’intervallo delle partite giocate in contemporanea.