La Real Sociedad è forse la squadra più sorprendente a livello europeo di questi primi 4 mesi stagionali: pur non essendo al momento tra le prime quattro della Liga, è agli ottavi di Champions League dove è riuscita a prevalere nel girone nientemeno che con l’Inter finalista in carica.
Molte delle seconde classificate di Champions, comprese il Napoli e la Lazio, sotto sotto sperano di beccare i baschi nell’incrocio degli ottavi, ma attenzione a sottovalutare la squadra di Imanol Alguacil.
Progetto che viene da lontano
La crescita della Real Sociedad negli ultimi anni è stata esponenziale. C’è forse una data da cui far partire in avanti l’orologio di questa nuova era: 21 dicembre 2018, sconfitta in casa 1-0 contro l’Alaves e siluramento dell’allenatore Asier Garitano con promozione del tecnico della Primavera, Imanol Alguacil.
Imanol, così lo chiamano in Spagna, era già stato traghettatore nella stagione precedente prima di tornare ad occuparsi dei suoi ragazzi delle giovanili, del Sanse, la squadra B della Real Sociedad, dopo la cacciata di Eusebio. Tuttavia dal 2018 ad oggi l’allenatore non è più cambiato.
Del resto Imanol non ha dovuto fare altro che travasare molti di quegli ormai “ex ragazzi”, diventati uomini, in prima squadra. E chi meglio di lui, che li conosceva tutti?
Da Oyarzabal a Le Normand, da Zubimendi ad Aihen Munoz, più qualche ritocco venuto da fuori come il frizzante Kubo, il portiere Alex Remiro strappato a zero all’Athletic Bilbao o i due dioscuri della mediana, Mikel Merino e Brais Mendez. Colpi provenienti da altre squadre e sovvenzionati da cessioni a peso d’oro come quella di Isak al Newcastle per 70 milioni.
Ci sono stati giorni in cui la formazione della Real Sociedad in questi cinque anni è stata formata solo da gente uscita dal vivaio di Zubieta, un quartiere collinare di San Sebastian dove c’è il centro sportivo del club. Questo perché Imanol per molti dei giocatori della rosa è una specie di padrino.
Come gioca la Real Sociedad
L’abbiamo visto nelle due sfide contro l’Inter, ma anche nella passata edizione di Europa League contro la Roma, come alla Real Sociedad piaccia tenere il pallone tra i piedi per poi colpire in vari modi: curioso, ma non troppo in realtà, che sia stata la squadra di José Mourinho a mettere maggiormente difficoltà i baschi, eliminandoli dall’EL. Azioni rapide, contropiedi, e gestione dei ritmi a costo di schiacciarsi dietro.
L’Inter invece non è riuscita a battere la Real Sociedad in due partite su due nel girone di Champions. Non solo, non è mai riuscita ad andare in vantaggio, raddrizzando con una zampata di Lautaro Martinez la sfida in terra basca. Al ritorno invece ampio possesso-palla della Real e 0-0 giusto.
Nessuna sconfitta in Europa per la squadra di Imanol, che era in quarta fascia al momento del sorteggio e ha vinto clamorosamente il girone, qualcosa di unico nella storia della Champions League. Con un’incredibile statistica da rimarcare: la Real Sociedad non è mai andata sotto nel punteggio, subendo appena 2 gol. Segno di grande personalità.
Il miglior attacco, insomma, è la difesa. Davanti poi non c’è per ora bisogno di un grande centravanti, ma basta la grande intelligenza tattica di capitan Oyarzabal, attaccante completo e in grado comunque di segnare 9 reti in stagione.
Il resto lo fanno le rotazioni di Imanol, che ha già utilizzato 24 giocatori nella Liga consentendo ai big di riposare per la Champions. In stragrande maggioranza prodotti del vivaio passati o attuali.