Ratcliffe è un cognome particolare. In inglese significa, letteralmente, «la scogliera [cliff] del ratto [rat]». È forse in virtù di un nome così antipatico, al modo dei Futuristi a inizio Novecento, che Sir Jim Ratcliffe ha scelto di dominare il mondo del calcio. Il boss di Ineos, già uomo più ricco del Regno Unito, ha ratificato l’acquisizione del 25% delle quote del Manchester United, iniziando così quella scalata al trono dei Glazer che da anni invocano, tra canti, preghiere e striscioni, i tifosi Red Devils.
La trattativa, come tutte le cose grandi, non è nata né si è consumata in pochi giorni, al contrario. Sono mesi che il Tycoon del Lancashire brama pieni poteri su uno dei club più affascinanti e riconoscibili al mondo. E come tutti i grandi imprenditori, anche Ratcliffe ha iniziato col botto: un investimento di 300 milioni di pound gli ha subito fatto guadagnare le simpatie della difficile stampa mancuniana.
Il piano di Ratcliffe: gli uomini giusti al posto giusto
Il primo passo a livello strategico, invece, è stato quello di piazzare gli uomini giusti al posto giusto. Ratcliffe ha speso parole al miele per ten Haag, l’allenatore, e per il capitano Bruno Fernandes, metonimia della rosa, ma non ha perso troppo tempo per rivedere le pedine dirigenziali. Sul Guardian, ne hanno parlato in particolare Will Unwin e Louise Taylor.
Vi si legge che «negli ultimi anni è mancata una strategia e strutturarla sarà la chiave per il successo in campo. Omar Berrada arriverà come amministratore delegato in estate e sono in corso trattative per aggiungere Dan Ashworth come direttore sportivo e Jason Wilcox come direttore tecnico».
Una triade, tanto per pescare un nome dal cassetto dei ricordi del nostro caro pallone italico, a cui spetta il compito di ricostruire da quelle che possiamo definire senza troppi effetti scenici vere e proprie macerie. Quelle firmate dai newyorkesi Glazer, ça va sans dire.
La lunga crisi dei Red Devils
Durante il principato di Sir Alex Ferguson, i problemi dirigenziali non erano che chiacchiere da retrobottega. In falegnameria, per così dire, si vinceva e si convinceva. Ma le vittorie, come i grandi periodi di prosperità per gli imperi dell’antichità, mettono tra parentesi e anzi nascondono eventuali crisi. Quelle che poi, quando le vittorie iniziano a mancare, si presentano sul tavolo dei conti più crude che mai.
Moyes, Van Gaal, Mourinho, Solskjaer, ten Haag: sono i nomi dei ‘disgraziati’ capitati sulla panchina più bollente d’Inghilterra dopo l’addio di Sir Alex, ritiratosi a vita privata in compagnia di famiglia, amici, e cavalli – sua grande passione. Dal suo addio ad oggi, una FA Cup e un Europa League. Poi null’altro, se non una serie di investimenti sbagliati e sanguinosi – lo United 22/23, per dirne una, è stata la squadra più costosa al mondo.
Gli uomini di Ratcliffe: due ex City e un ex Newcastle
Ratcliffe sa bene che per ricostruire un progetto credibile servono figure credibili. E allora ecco il primo nome e obiettivo: quel Berrada, francese, che conosce molto bene Manchester, essendo al servizio del City da 12 anni. La sua precedente esperienza era stata al Barcellona. Un curriculum non da poco, insomma. Certo, lo ‘smacco’ di Ratcliffe è rischioso a prescindere: rimuovere un uomo storico dei cugini citizens già di per sé è un atto coraggioso; farlo per riprendere il controllo calcistico della città e del calcio inglese – quindi internazionale – lo è doppiamente. Ma ogni grande impresa impone uguali rischi.
E Ashworth? Quest’ultimo si trova al momento a Newcastle, ma sul Guardian si legge che «sia diventato un po’ frustrato dal modo in cui ogni decisione deve essere approvata, a volte lentamente, a Riyadh». Ciò però vuol dire anche che allo United si aspetterebbe carta bianca. Il boss di Ineos lo ha già incontrato e rassicurato su questo versante.
Ashworth a Tyneside ha svolto un ruolo chiave non solo sul mercato ma anche sull’integrazione/professionalizzazione della squadra femminile; ha rinnovato l’Academy con ottimi risultati ed è stato coinvolto nella ristrutturazione multimilionaria del fatiscente campo d’allenamento dei Magpies; infine, gli è stato affidato pieno potere sul reparto psicologia del club. Non è difficile capire perché Ratcliffe ne brami l’arrivo allo United in modo così deciso.
L’ultimo tassello del ‘Triumvirato’ risponderebbe al nome di Jason Wilcox. Ex City e Southampton, Wilcox lavorerebbe sotto Ashworth come responsabile della metodologia di allenamento e dei percorsi di sviluppo dei giocatori, mentre il ds controlla le operazioni calcistiche e guida il reclutamento. Wilcox ha allenato l’U18 del Manchester City prima di diventare direttore dell’Academy sky blue. Come Barrada, conosce molto bene Manchester, ovviamente. Barrada, dunque, Ashworth e Wilcox per ripartire: questo il piano di Jim Ratcliffe, uno al quale sicuramente non manca il coraggio nel rischio d’impresa.