Il 6 aprile 1997 è una data che rimane impressa nella memoria di ogni appassionato di calcio italiano. Milan e Juventus, le due squadre simbolo della Serie A di quegli anni, si affrontano in un match che avrebbe segnato la fine del millennio. Non si trattava solo di una partita qualsiasi: il Milan di Arrigo Sacchi, seppur in una stagione difficile, giocava davanti al proprio pubblico a San Siro contro una Juventus dominatrice, allenata da Marcello Lippi. Nessuno avrebbe immaginato ciò che sarebbe successo quella sera: una delle sconfitte più umilianti della storia del Milan, con un risultato netto di 1 a 6, in favore della Vecchia Signora.
Il contesto
All’epoca, la Serie A era molto diversa da quella attuale: partecipavano 18 squadre e ben 4 di queste retrocedevano. I posti disponibili per la Champions League erano solo 2, e in quegli anni il torneo iniziava ad aprirsi anche a squadre non campioni nazionali. Il Milan arrivava alla sfida di San Siro da campione in carica, ma stava vivendo una stagione difficile. Oscar Tabarez aveva preso in mano la squadra dopo l’addio di Fabio Capello, volato al Real Madrid. Tuttavia, a dicembre, il tecnico uruguaiano venne esonerato mentre il Milan si trovava al nono posto in classifica. Il colpo di grazia per Tabarez fu la sconfitta per 3 a 2 contro il Piacenza, con un gol decisivo segnato da Pasquale Luiso. Dopo il suo esonero, la squadra venne affidata nuovamente ad Arrigo Sacchi, tornato al Milan dopo l’esperienza come allenatore della Nazionale.
La Juventus era detentrice del titolo europeo e mondiale, avendo sconfitto l’Ajax nella finale di Champions League del 1996 giocata a Roma e, pochi mesi dopo, il River Plate nella finale di Coppa Intercontinentale disputata a Tokyo. Prima della partita contro il Milan, entrambe le squadre dovevano fare i conti con diverse assenze tra i titolari: il Milan era privo di George Weah, impegnato con la nazionale della Liberia, mentre nella Juventus mancava Alessandro Del Piero, ancora alle prese con il recupero da un infortunio.
La partita
Primo tempo combattuto
Nel corso del primo tempo, il Milan aveva dominato il gioco, ma, nonostante ciò, i rossoneri si erano ritrovati sotto di due reti all’intervallo. La squadra di Sacchi aveva provato a superare una Juventus molto difensiva e schierata con un blocco compatto, specialmente sulla fascia destra, sfruttando la dinamicità dei movimenti di Reiziger, Savicevic e Simone.
Nel primo tempo, il Milan ha attaccato prevalentemente sulla fascia destra, sfruttando i movimenti di Reiziger e Simone per creare spazi nella difesa juventina. Savicevic si univa spesso all’azione, arrivando vicino al gol in un paio di occasioni, ma sia lui che Simone non sono riusciti a concretizzare. Complice anche un super Peruzzi a negargli il goal in più di un’occasione. La Juventus, invece, si difendeva in modo compatto, con Dimas che rimaneva basso e bloccato, mentre Jugovic cercava di accentrarsi. In teoria, il Milan aveva preparato bene la partita, sfruttando la copertura di Desailly su Jugovic, ma nel secondo tempo la situazione è peggiorata proprio su quel lato, contribuendo al crollo rossonero.
Dunque, la Vecchia Signora ha inizialmente cercato di evitare il centrocampo del Milan, preferendo lanciare direttamente sui propri attaccanti, Boksic e Vieri, per sfruttare la loro fisicità contro Baresi e Vierchowod. L’inerzia del match cambiò quando la Juventus ha preso il controllo per circa dieci minuti nel primo tempo, segnando due gol. Il primo è arrivato da un’azione costruita bene: Vieri ha portato fuori posizione Maldini, mentre Porrini e Di Livio hanno creato superiorità numerica sulla fascia destra. Vieri ha poi saltato Baresi e tirato; Rossi ha respinto male, permettendo a Jugovic di segnare con un tap-in.
Il secondo gol della Juventus è nato in modo fortuito, dopo un rimpallo che ha favorito Boksic. Maldini ha commesso fallo sul croato, concedendo un rigore (realizzato poi da Zidane) che ha portato al 2 a 0. In quei dieci minuti di dominio bianconero, la Juventus ha mostrato un gioco molto verticale, alternando velocemente il cambio di lato e sfruttando le caratteristiche fisiche e tecniche di Vieri e Boksic.
Secondo tempo di fuoco
Nel secondo tempo, il ritmo del Milan è calato e la Juventus ha preso il controllo del gioco. Nonostante qualche occasione per i rossoneri, è stata la Vecchia Signora a segnare ancora, sfruttando un errore di Maldini che ha avviato un contropiede guidato da Zidane. Jugovic ha concluso l’azione con un tiro sul primo palo, sorprendendo il portiere Rossi e portando il risultato sul 3 a 0.
Sacchi prova a cambiare tattica inserendo Roberto Baggio, passando a una formazione più offensiva, ma questa scelta ha indebolito la difesa, lasciando spazio alla Juventus sulle fasce. Jugovic ha continuato a ricevere palla libero sull’esterno, mettendo in difficoltà Reiziger e Desailly. Anche i tentativi di riadattare la squadra con un nuovo schema (4-4-1-1) non hanno dato i risultati sperati.
Il Milan ha segnato il gol della bandiera sul 5 a 0, grazie a una giocata di Baggio che ha trovato Simone libero al limite dell’area. Tuttavia, l’immagine iconica della partita è stata l’esultanza di Vieri dopo il sesto gol, contrapposta alla delusione di Baresi, visibilmente sconfitto.
Alla fin fine
La Juventus ha continuato la sua stagione trionfale, vincendo il campionato e raggiungendo altre due finali di Champions League nei successivi anni. Il Milan, invece, ha chiuso il campionato all’undicesimo posto. Fabio Capello è tornato ad allenare il Milan l’anno successivo, dopo un’esperienza al Real Madrid. Questa partita è ricordata come uno degli episodi chiave del ciclo vincente di Marcello Lippi alla guida della Juventus.
La partita Milan-Juventus del 6 aprile 1997 è rimasta nella storia come una delle più clamorose sconfitte del Milan e uno dei trionfi più simbolici per la Juventus di Marcello Lippi. Con il 6 a 1 inflitto a San Siro, i bianconeri hanno messo in evidenza la loro superiorità, segnando il passaggio di consegne tra due epoche calcistiche. Per il Milan è stato l’inizio di una fase di riflessione e ricostruzione – che si completerà proprio contro la Juventus nella finale di Champions vinta a Manchester nel 2003 – mentre per la Juventus è stata la consacrazione di una squadra destinata a dominare in Italia e a imporsi in Europa. Questo match rappresenta ancora oggi un capitolo indimenticabile nella storia del calcio italiano.