Pensate soltanto se non fosse mai successo. Cosa? Se il calcio non fosse stato anche uno sport da salotto, se la passione non avesse mai attraversato gli stadi e raggiunto salotti, camere, case di ognuno di noi. Quanto avremmo perso, tutti. E quanto avrebbe perso anche la magia del gioco, da sempre il catalizzatore numero uno di emozioni, sensazioni, incredibili successioni di sussulti e dispiaceri.
Ecco, insomma: sarebbe stato tutto diverso. Tutto profondamente differente. Ecco perché è un miracolo che andrebbe celebrato ogni giorno, e che in un certo senso proviamo a farlo tutte le volte. Ogni aspetto del calcio che ci sembra scontato, sappiatelo, un tempo veniva vissuto come una grande scoperta e un immenso privilegio.
Oggi abbiamo telecamere negli spogliatoi, ai tempi – e precisamente nel 1938 – bastò inserire un’unica camera a bordo del campo per vedere 22 uomini rincorrere un sogno. Sembra l’inizio di una grande storia, e infatti lo è.
La prima partita di calcio mai trasmessa in TV
Il nove aprile del 1938. Un passo dopo Olimpiadi di Berlino, con l’Italia già campione del mondo e pronta a ripetersi, e il foot ball – rigorosamente separato – che in Inghilterra fa il bello e il cattivo tempo. Ovunque nel mondo il calcio sta iniziando a dettare la propria legge. Fioccano squadre ovunque, la stessa Serie A è già competitiva e le grandi città si contendono lo scettro. Oh, poi c’è l’aspetto internazionale, il vero cuore pulsante prima dell’avvento dei milioni e quindi del sopravvento dei club.
In Inghilterra, l’azzardo è tutto della BBC: nato in radio e poi arrivato sulle televisioni, nel 1938 inizia a trasmettere le partite di calcio. Ma non può iniziare con qualcosa di poco conto, no: la prova generale è anche il debutto in scena. E allora il canale acquista i diritti dell’ultima partita del Torneo Interbritannico tra Inghilterra e Scozia. Un derby enorme. “In scena”, appunto, il 9 aprile del 1938.
Una gara tra l’altro decisiva: l’Inghilterra avrebbe potuto anche perdere dato il vantaggio accumulato, ma la partita si apprestava a scrivere un bel segno nella storia. Per questo fu seguitissima da chi aveva la possibilità di farlo: finì 1-0 per gli scozzesi, ma la vittoria finale fu tutta degli inglesi.
La prima partita di Serie A
Se in Inghilterra fu un debutto piuttosto forte, con tanto di nazionale più seguita al mondo, in Italia si andò con la consueta calma. Del resto, le differenze socioculturali con Londra erano diverse: nel nostro paese era raro vedere una famiglia con una televisione, gli apparecchi costavano ancora tanto. Però nei bar c’erano, e nei bar pullulava la passione per il calcio, quello vero, di quartiere e di contrada. Ecco perché la Rai non ha dubbi: può essere la svolta, trasmettere il calcio in televisione.
S’iniziò con calma, da una partita del Simmenthal Monza, che in casa avrebbe affrontato il Verona. Sabato 15 ottobre 1955, il calcio in Italia cambiò drasticamente. Fu il primo e storico anticipo di Serie A a essere trasmesso in diretta televisiva. Intanto, Atalanta–Triestina. Subito dopo, il 31 dicembre, due match in diretta: ancora l’Atalanta ma in trasferta con la Roma, poi Napoli–Fiorentina, con gli azzurri costretti a giocare lontani dal Vomero.
La prima volta della Nazionale
Il successo della BBC fece comunque riflettere, pensare anche chi si occupava di TV in Italia. La prima gara della Nazionale in diretta arrivò infatti poco prima del debutto della Serie A. Era il 13 dicembre del 1953 ed era Italia-Cecoslovacchia, valida per la Coppa Internazionale. Non tutti riuscirono chiaramente a vederla, di sicuro erano di più davanti alla TV il 24 gennaio quando, a San Siro, si giocò Italia-Egitto per le qualificazioni ai Mondiali del 1954.
Tutto pronto per il grande evento, le Olimpiadi di Roma del 1960, che cambieranno per sempre il modo di raccontare lo sport e il calcio in particolare in Italia. Dieci anni più tardi, la magia di 90° Minuto.