Come ha giustamente fatto notare Bernardo Silva qualche ora fa, «la Macedonia merita di giocarsi un posto al mondiale. Ha battuto Germania e Italia, non due squadre qualunque».
Ecco, a differenza di certe dichiarazioni superbe uscite qua e là nel pre-partita di Italia vs Macedonia, il Portogallo ha ben chiaro l’impegno al quale andrà incontro martedì sera nel testa-a-testa contro la formazione macedone. Come il centrocampista del Manchester City, anche Danilo Pereira (PSG) ha ribadito la propria stima alla Macedonia del Nord: «Se sono sorpreso dell’uscita dell’Italia? No, affatto. La Macedonia del Nord ha fatto un ottimo girone di qualificazione. Ha una buona squadra, combattiva, organizzata».
Il recupero di Pepe in difesa, in questo senso, è la miglior notizia che Fernando Santos potesse sperare. Il ct portoghese, comunque, non si fa trascinare dal buon momento dei suoi: «L’ho sempre detto, potevamo giocare tanto con la Macedonia quanto con l’Italia. Queste partite sono come finali, e nelle finali può succedere di tutto».
Lo sa bene la Macedonia del Nord – galvanizzata dall’impresa della Favorita di Palermo –, che non ha alcuna intenzione di giocarsela col timore di perdere. Elmas, che contro l’Italia era assente per squalifica, è stato molto chiaro a tal proposito: «La gara che ci attende potrebbe essere una delle più difficili di sempre, la più emozionante per i giocatori che sono qui. Abbiamo 90 minuti per realizzare un sogno che avevamo fin da bambini. Un sogno che non è solo nostro ma di tutto il Paese. Non possiamo perdere questa occasione, dobbiamo dare tutto per raggiungere il Qatar».
Non è difficile comprendere i toni entusiastici del centrocampista del Napoli, grande protagonista nelle qualificazioni. La Macedonia del Nord infatti non ha mai partecipato ad un mondiale nella sua storia. Diverso il discorso per il Portogallo, che ha anche raggiunto il terzo posto della massima competizione internazionale nel 1966, quando a vincere fu l’Inghilterra. Blagoja Milevski, ct macedone, in barba alla legge dei grandi numeri ha provato a galvanizzare ulteriormente l’ambiente: «Abbiamo vinto contro una delle squadre più forti del mondo, ma non ci fermeremo qui: dobbiamo fare l’ultimo passo per arrivare ai mondiali. L’obiettivo è dimostrare di essere tra le prime 20 squadre d’Europa. Siamo sulla buona strada». Ahinoi, lo sappiamo bene.
I precedenti tra le due squadre
Portogallo e Macedonia del Nord finora si sono incontrare solamente in due amichevoli.
La prima nel 2003, quando a vincere fu il Portogallo grazie a un gol di Luis Figo – era la nazionale allenata da Felipe Scolari, che perderà clamorosamente la finale europea in casa contro la Grecia l’anno dopo nel 2004.
La seconda e ultima volta che le due squadre si sono sfidate è stata nel 2012 (0-0). Ronaldo era già il giocatore più forte del mondo, ma Elmas aveva 13 anni, Bardhi (il 10 tutta tecnica del centrocampo macedone) ne aveva 17 e Trajkovski, che ha condannato la nazionale a tempo quasi scaduto, ne aveva 20.
Tanto, moltissimo, è cambiato da quell’ultima sfida.
Le statistiche delle due formazioni
Ronaldo e compagni hanno chiuso il girone di qualificazione al secondo posto dietro la Serbia con 17 punti. Cinque vittorie, due pareggi e una sola sconfitta rimediata contro la squadra di Stojkovic. La rete di Mitrovic al 90’ ha condannato il Portogallo ai playoff. Fuori agli europei contro il Belgio agli ottavi, Ronaldo & co. vogliono a tutti i costi il mondiale – potrebbe essere l’ultimo per il fuoriclasse portoghese in forza allo United.
La Macedonia del Nord, nel gruppo J, ha sorpreso tutti piazzandosi alle spalle della Germania con 18 punti. Decisiva la vittoria a Duisburg contro i tedeschi per 1-2. Dolci, in fin dei conti, le due sconfitte contro Romania (a Bucarest) e Germania in casa a Skopje (0-4).
Prendendo in considerazione i numeri delle eliminatorie, il Portogallo chiude il primo tempo in vantaggio nel 40% delle partite – ciò che gli consente di controllare l’incontro, come accaduto contro la Turchia ad esempio.
La Macedonia è una squadra molto più gregaria, da questo punto di vista. Punta ad una solida difesa e ad attacchi estemporanei e fulminei atti a premiare i giocatori più tecnici del reparto offensivo: con 5 reti su 10 partite disputate, è Trajkovski l’uomo da tenere d’occhio per Pepe e compagni. Attenzione però anche al già citato Elmas (4 gol e 2 assist in 10 presenze) e a Bardhi, fuoriclasse del Levante in grado di mettere a segno 4 gol e 3 assist in 9 partite.
Per i lusitani, neanche a dirlo, il miglior marcatore è Cristiano Ronaldo con 6 gol in 8 partite. Segue Diogo Jota, che ha sbloccato il match contro la Turchia e l’ha chiuso sul 3-1 quasi a tempo scaduto, con 5 gol in 6 partite.
Il Portogallo in casa ha numeri mostruosi: quando si porta in vantaggio nei match casalinghi, vince la partita nel 67% dei casi. Se va in svantaggio, vince nel 100% dei casi. Occhio, dunque, al fattore campo. Importante, infine, il dato sui gol segnati, che recita un (clamoroso) 2.75 gol a partita per il Portogallo tra le mura amiche.
La Macedonia, comunque, non è una squadra che teme la trasferta – e le ultime due imprese contro Germania e Italia lo testimoniano. Quando, nel suo girone di qualificazione, la Macedonia si è portata in vantaggio per 1-0 nei match in trasferta, ha poi vinto la partita nell’80% dei casi.
Quando i macedoni vanno sotto, però, non riescono a rimettere mai la sfida nei binari dell’equilibrio. La Macedonia del Nord comunque vince da tre partite consecutive, e fuori casa viene da tre vittorie. Delle ultime 5 trasferte giocate dalla Macedonia del Nord, la formazione allenata da Milevski non ha mai perso neanche una partita.
Formazioni e analisi
Aspettiamoci un match equilibrato. Più di quanto si possa pensare.
Anche alla luce dei numeri appena analizzati, è difficile aspettarsi una Macedonia del Nord spregiudicata. Il Portogallo è una squadra che segna in tanti modi differenti, col fraseggio grazie alla grande qualità in mediana e sulla trequarti, ma anche con i cross in area, i calci piazzati e le azioni individuali.
Le caratteristiche tecniche e fisiche dell’11 di Fernando Santos indicherebbero una partita senza storia. Eppure, come già accaduto contro Germania e Italia, la possibilità di un nuovo miracolo è sempre dietro l’angolo. Soprattutto se, come accaduto a Mancini e ai suoi, dovessero passare i secondi, i minuti, i tempi, prima che si gonfi la rete.
Il Portogallo scenderà in campo con Diogo Costa tra i pali. Joao Cancelo, Pepe, Fonte e Guerreiro dietro. Danilo, Bruno Fernandes, Bernardo Silva e Otavio a centrocampo, con Cristiano Ronaldo e Jota ad agire lì davanti.
Occhio alle mosse dalla panchina, dove il Portogallo ha una qualità se non identica assai vicina a quella dell’11 titolare – si pensi solo a tre nomi: Joao Felix, Andre Silva, Leao.
La Macedonia del Nord risponde con una formazione abbottonata ma, come detto, pronta a far male alla prima occasione utile. Dimitrievski tra i pali, Ristovski, Velkovski, Musliu e Alioski dietro. Churlinov, Ademi, Bardhi ed Elmas ad inventare, con Ristovski e Trajkovski lì davanti.
Sulla carta, come detto, non c’è storia. Ma il calcio, lo sappiamo, è fatto per le grandi smentite.