Questi ultimi anni, nelle competizioni per nazionali, sono stati contraddistinti da un tratto in comune: il ruolo di “outsider”, ovvero di “mina vagante” di ogni torneo, è costantemente stato assunto dalla Polonia.
La formazione allenata da Paulo Sousa, infatti, è potenzialmente pericolosa in ogni reparto, e nei fatti ha le stesse possibilità di essere eliminata al primo turno come di andare lontanissimo e ambire ad un piazzamento di prestigio.
Il CT: Paulo Sousa
Il portoghese Paulo Manuel Carvalho de Sousa, classe 1970, è uno degli allenatori che più stanno facendo discutere negli ultimi anni.
Anzitutto, tutti ricordiamo come calcisticamente si sia affermato: cresciuto nel Benfica, è divenuto il perno del centrocampo della prima Juve di Lippi, guidando i suoi alla vittoria della Champions League del 1996. Dopo aver accumulato poi esperienze in Germania al Borussia Dortmund, prima di tornare in Italia all’Inter e al Parma, nel 2002 ha cessato la sua esperienza sul campo ed è passato alla panchina.
Ha iniziato un lunghissimo percorso, contraddistinto da numerose esperienze in Gran Bretagna (QPR, Swansea, Leicester) per poi allenare in Ungheria, in Israele e in Svizzera. Nel 2015 ha modo di allenare la Fiorentina, con cui parte fortissimo ma poi un po’ cala, risultando a tratti tatticamente complesso da comprendere, dal momento che cambia continuamente modulo, formazione e atteggiamento a seconda del proprio avversario.
Dopo aver allenato in Cina e in Francia, dal 2021 è CT della Polonia, prendendo in mano le redini di una Nazionale che sotto la guida di Brzeczek aveva frantumato il girone di qualificazione a Euro 2020, vinto davanti ad Austria, Macedonia, Slovenia, Israele e Lettonia.
Quanto alla formazione, al netto delle sorprese che con Sousa sono costantemente dietro l’angolo, pensiamo che la Polonia possa schierarsi con una difesa a 3, con Glik, Bednarek ed Helik davanti al portierone bianconero Szczesny. Larghi sulle fasce di un centrocampo a quattro gli “italiani” Bereszynski e Reca, con al centro Krychowiak e Moder.
Possibile infatti l’avanzamento a trequartista del napoletano Zielinski, a supporto del temibile duo d’attacco Milik-Lewandowski.
La stella: Robert Lewandowski
Viviamo in un’epoca in cui, calcisticamente parlando, per una decade i protagonisti indiscussi sono stati Messi e Cristiano Ronaldo, unici in grado di tenere per anni una media gol surreale.
Il primo a interrompere questo binomio è stato senza dubbio Robert Lewandowski, attaccante come non se ne vedevano dai tempi di Marco Van Basten. E’ raro infatti trovare un giocatore più completo, dotato di grande forza fisica, precisione e abilità con ambo i piedi, fortissimo di testa e con spiccate doti tattiche.
I numeri, poi, parlano per lui: se il classe 1988 è sbocciato in patria (portando gol a grappoli sia nelle serie minori che nella massima liga polacca), nel 2010 la consacrazione è arrivata grazie al Borussia Dortmund, che l’ha portato in Bundesliga dove ha iniziato a dominare, siglando 74 reti in quattro stagioni. A quel punto, il Bayern Monaco non ha potuto lasciarselo scappare, siglando nel 2014 a parametro zero forse il più grande affare della storia del calcio. Con i bavaresi, infatti, diventa leggenda: ad oggi, conta 203 reti in 219 presenze, con record su record frantumati e un palmares ricchissimo (comprensivo di una Champions League, una Coppa del Mondo per Club, nove titoli in Germania, un numero infinito di Coppe Nazionali, senza contare gli infiniti riconoscimenti individuali).
Con dei numeri del genere, non può che essere la stella della propria Nazionale, di cui è ovviamente capitano, e della quale detiene sia il record di presenze (118) che quello di reti (66).
La sorpresa: Jan Bednarek
Uno dei maggiori problemi della Nazionale polacca, con una potenza di fuoco devastante in attacco, era fino a poco tempo fa quello relativo al mantenimento degli equilibri, con una difesa che talvolta concedeva qualcosa di troppo.
Paulo Sousa, oggi, spera di risolvere il problema grazie all’aiuto del giovane Jan Bednarek, centrale classe 1996 che si è ben messo in evidenza nel Southampton, formazione di cui è il cardine difensivo da almeno tre stagioni.
Difensore fortissimo atleticamente e molto bravo di testa, avrà il compito di smorzare gli attacchi delle punte centrali avversarie, rendendo loro difficile la vita. In patria è particolarmente apprezzato, dal momento che ha fatto una trafila lunghissima in tutte le giovanili della Polonia, sino ad arrivare recentemente e con merito alla Nazionale maggiore.
La Polonia all’Europeo
Per le statistiche, possiamo dire che sino al 2008 la Polonia aveva una storia infelice agli Europei, non essendosi mai qualificata per la fase finale. Dopo due eliminazioni al primo turno nel 2008 e nel 2012, nel 2016 sono arrivati i quarti di finale, dove Lewandowski e compagni hanno avuto la peggio solo ai rigori dal Portogallo, futuro vincitore del torneo.