Con l’eliminazione dall’Europa League per mano della Roma svanisce anche l’ultimo traguardo stagionale del Milan di Stefano Pioli, fatto salva una qualificazione alla prossima Champions League che era proprio l’obiettivo minimo dei rossoneri.
Nonostante la dirigenza rossonera lo avesse confermato poche settimane fa, l’aria attorno al tecnico rossonero si è fatta ormai così pesante che anche un eventuale successo nel prossimo derby, che rimanderebbe la festa scudetto dell’Inter, appare ininfluente per il suo futuro.
Stampa, tifosi, addetti ai lavori: da tutte le parti l’idea è che Pioli abbia ormai finito il suo ciclo al Milan, un ciclo che era iniziato nei migliore dei modi e si sta concludendo miseramente.
Stefano Pioli: l’allenatore che ha riportato il Milan alla sua grandezza
Arrivato in sostituzione di Marco Giampaolo nell’ottobre 2019, nonostante l’iniziale diffidenza da parte di una tifoseria che lo vedeva come un ripiego di fortuna dopo il rifiuto di Luciano Spalletti, Pioli ha convinto il popolo rossonero risollevando la situazione in campionato e arrivando a qualificarsi per i preliminari di Europa League.
Nella stagione 2020/2021 la fiducia si è trasformata in vero e proprio amore: attraverso un epico percorso nei preliminari, al termine di un’infinita serie di rigori nel bel mezzo di una tempesta sul campo del Rio Ave, il Milan tornò a disputare una competizione continentale, l’Europa League, spingendosi fino ai quarti di finale contro il Manchester United. Ma è soprattutto in campionato che la squadra tornò grande, riuscendo a rimontare un’Inter che sembrava proiettata verso la seconda stella e chiudendo la stagione davanti ai cugini nerazzurri conquistando il 19° scudetto della storia rossonera.
Questa è l’apoteosi di Pioli al Milan: i tifosi vedono una squadra giovane, in costante crescita, con un gioco offensivo e divertente che valorizza appieno le qualità dei giocatori. Il clima attorno a Milanello è allegro e ricco di speranze per il futuro, il coro “Pioli is on fire” risuona assordante a San Siro e non guasta nemmeno il fatto che la vittoria sia arrivata proprio superando i rivali cittadini.
Il mercato dei giovani e i primi problemi
Dall’estate 2022 inizia la lenta discesa agli inferi di Pioli: la squadra, nell’ottica di un rinnovamento improntato alla sostenibilità, viene integrata con tanti profili giovani. Alcuni si rivelano acquisti azzeccati, come Malick Thiaw, altri decisamente meno, come Aster Vranckx, altri veri e propri bidoni come Charles De Ketelaere, peraltro acquistato per una cifra decisamente considerevole.
La squadra fatica ad ingranare, Pioli viene preso in mezzo nei contrasti tra la società e il direttore tecnico Paolo Maldini, di cui non sembra condividere le scelte di mercato. Alla fine Maldini viene esautorato e Pioli riceve la fiducia della società, ma la stagione rossonera è decisamente in chiaroscuro: il campionato è dominato dal Napoli che fa il vuoto dietro di sé e la qualificazione in Champions League viene ottenuto solo grazie alla penalizzazione della Juventus che scivola al quinto posto, alle spalle del Milan.
Ma soprattutto è nei confronti con l’Inter che il Milan di Pioli offre il peggio di sé, nonostante la vittoria nel derby d’andata in campionato, a partire dal 2023 i rossoneri subiscono un’umiliazione dietro l’altra: sconfitta in Supercoppa Italiana, sconfitta nel derby di ritorno in campionato e soprattutto la bruciante eliminazione nel doppio derby in semifinale di Champions League. Dopo aver superato lo scoglio Napoli in un altro confronto tutto italiano ai quarti di finale, il Milan subisce due nettissime sconfitte, 0-2 e 1-0, ma soprattutto non sembra assolutamente in grado di contrastare i nerazzurri dal punto di vista tattico.
L’ultima stagione di Pioli al Milan: una buonissima media punti, ma anche l’incapacità di reagire agli avversari
Siamo arrivati così al paradosso di questa stagione, in cui Pioli sta guidando un Milan ancora una volta profondamente rinnovato, con tanti nuovi giocatori provenienti dall’estero e ancora una volta dopo aver perso un giocatore cardine. Questa volta si è trattato di Tonali, anche se almeno è stato ceduto a peso d’oro e non a parametro zero come i vari Donnarumma, Kessié, Romagnoli e Calhanoglu (diventato poi mediano di livello mondiale proprio con l’Inter).
Con questa squadra Pioli ha pagato naturalmente un certo periodo di ambientamento dei nuovi acquisti e ha dovuto fare anche i conti con tutta una serie di infortuni che hanno coinvolto in maniera massiccia soprattutto la difesa. Eppure è riuscito a mantenere una media punti in campionato superiore a quella dell’anno dello scudetto, ed in Champions League si è classificato terzo, a causa anche di tanti episodi sfortunati, in un girone che ha espresso due delle semifinaliste, Borussia Dortmund e Paris Saint-Germain.
La stagione del Milan è stata segnata in maniera irreversibile dal derby di andata, che l’Inter ha stravinto per 5-1 infliggendo la quinta umiliazione nel corso dello stesso anno ai cugini rossoneri.
L’incapacità di riuscire a trovare le contromosse giuste per arginare l’Inter di Simone Inzaghi è stata evidente, e ha palesato tutti i limiti di Pioli con una tifoseria che da quel momento si è definitivamente disinnamorata del suo allenatore. Il distacco siderale in campionato con un’Inter che appare come una macchina perfetta (nonostante anche i nerazzurri abbiano cambiato moltissimo giocatori in estate, con un budget peraltro molto inferiore a quello del Milan) non ha fatto altro che aumentare la frustrazione della tifoseria e la sua insofferenza verso l’allenatore.
Nonostante i risultati in crescendo in campionato, l’eliminazione in Europa League dovuta ancora una volta in buona parte al non saper reagire alle mosse tattiche dell’allenatore avversario (in questo caso un semi-esordiente come Daniele De Rossi) ha probabilmente segnato il futuro del tecnico rossonero.
Ora Stefano Pioli deve giocare un derby che potrebbe regalare il 20° scudetto all’Inter: forse il suo destino a Milano è già segnato, nonostante la proprietà avesse ribadito la sua fiducia qualche settimana fa, ma chiudere la sua esperienza con la sesta sconfitta consecutiva in un derby rischia di oscurare definitivamente anche il ricordo dello splendido scudetto conquistato solo due stagioni prima.