La stagione 2005/2006 è stata indubbiamente costellata di successi per l’Inter. Sulla panchina nerazzurra sedeva Roberto Mancini ed il cui obiettivo era riuscire a concludere l’annata calcistica con il terzo trofeo nazionale del 2006. Anno d’oro per il biscione che ha fatto suoi Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Quest’ultima è stata di gran lunga la più emozionante.
Una serata pazza magica ed imprevedibile quella andata in scena al Giuseppe Meazza il 26 agosto 2006. In questa sera di fine estate si sono affrontate Inter e Roma per aggiudicarsi la Supercoppa Italiana. Il calcio italiano si stava ancora crogiolando nella vittoria del Mondiale in Germania, dove a farla da padrone è stato un nerazzurro non solo di professione ma anche e soprattutto di fede: Marco Materazzi.
Che fossero queste due compagini ad affrontarsi per contendersi questo era piuttosto consolatorio, dato lo scandalo che stava travolgendo il calcio italiano. Il mondiale vinto è stato in tal senso un palliativo vista lo scandalo calcioscommesse che si stava ampliando a macchia d’olio, mietendo sempre più vittime e colpevoli.
Non solo, l’Inter decise di intervenire sul mercato e di puntare anche su colui che aveva messo a referto il rigore decisivo nella finale contro la Francia. Prima dell’esperienza nella manifestazione intercontinentale il nome di Fabio Grosso non era salito alla ribalta. Ora era tutto diverso anche se ad onor del vero le sue apparizioni in nerazzurro non sono esattamente degni di nota.
Non solo Fabio Grosso, nell’Inter era presente più di un viso noto. Douglas Maicon, Patrick Vieira, Zlatan Ibrahimovic, Olivier Dacourt e Hernan Crespo. L’argentino rientrava tra le fila nerazzurre dopo un’esperienza in Premier League con il Chelsea ed una con i cugini rossoneri, con i quali ha quasi assaporato la vittoria della Champions League.
Da zero a quattro: queste le reti dell’Inter che hanno ribaltato l’esito
L’Inter aveva vinto tutto in Italia quella stagione per cui la compagine guidata da Mancini era nettamente favorita per la conquista della Supercoppa. Tuttavia, nei primi 45′ i nerazzurri si sono mostrati inizialmente poco in partita. Sembravano la parodia di quanto visto in campionato. Poco concreti e la capacità di saper gestire e manovrare la partita vista in campionato sembrava sparita.
Mancini si presenta con il più classico dei moduli ovvero il 4-4-2. Tra pali c’era Toldo, mentre il reparto difensivo era composta per la metà da due campioni del mondo. In mezzo alla difesa Materazzi e Samuel e sulle fasce Zanetti e Grosso. A centrocampo Luis Figo, uno degli acquisti nerazzurri più ingenti della stagione passata, Vieira, Cambiasso e Stankovic. In attacco Zlatan Ibrahimovic, appena approdato a Milano dopo l’esperienza alla Juventus, e l’ormai punto fermo dell’attacco dell’Inter, ovvero Adriano.
Spalletti invece dispone i suoi facendo ricorso al 4-2-3-1. Doni in porta e davanti a lui la difesa a composta da Panucci, Mexes, Chivu, Cufrè che avevano l’arduo compito di arginare una coppia potenzialmente esplosiva composta da Ibrahimovic e Adriano. Difatti, il tecnico giallorosso ha affidato la chiave tattica del match a due giocatori nati e cresciuti calcisticamente nella squadra capitolina: Aquilani e De Rossi. Avanzati Mancini, Perrotta e Taddei a supportare Totti unica punta.
Interessante notare come Materazzi, Grosso, Perrotta, De Rossi e Totti fossero fino a qualche mese prima a festeggiare la vittoria del Mondiale sul prato di Berlino, ora si giocavano con le maglie di club un importante trofeo.
Dominio giallorosso nei primi 45′
La Roma ha letteralmente dominato il primo tempo. Compatto ed esaltante quanto mostrato come tipico del calcio di Spalletti. D’altro canto l’Inter appare persa, sconnessa. La mancanza di comunicazione tra i nerazzurri è evidente e sarà proprio in questo contesto che i giallorossi andranno in vantaggio.
Al 13′ grave malinteso tra Toldo e Javier Zanetti, i quali si sono praticamente scontrati a ridosso della porta. Di ciò approfitta senza esitazione Mancini, uno degli uomini più pericoli a disposizione di Spalletti. Difatti, è proprio il brasiliano ad aprire le marcature ed a spianare, almeno teoricamente, la strada della Roma verso la vittoria.
Il momento no dell’Inter prosegue, anzi se possibile diventa ancora più evidente. La superiorità, soprattutto dal punto di vista mentale della compagine capitolina è indiscutibile. Nemmeno dopo 10 minuti dall’iniziale vantaggio, la Roma incrementa il vantaggio con una rete di Aquilani al 25′. Lo stesso, nove minuti dopo incrementerà il vantaggio, sottolineando ancora più l’immobilismo della difesa avversaria e portando i suoi sullo 1-3.
All’intervallo la Roma sta dominando. Pare imprendibile, sembra tutto pronto per rendere San Siro giallorossa per una sera. A segnalare che ciò sarebbe potuto cambiare, la rete di Vieira al 44′. Questa consapevolezza paiono averla anche gli uomini di Spalletti. I giochi sembrano fatti se non che dare per spacciata l’Inter è un errore.
Lo switch nerazzurro nel secondo tempo
Al rientro in campo i nerazzurri hanno uno sguardo diverso. L’arrendevolezza ha lasciato spazio all’ostinazione. Che Mancini sia da sempre un eccezionale motivatore è ben noto ed è stato chiaro anche negli anni a venire. La chiave di volta è stata verosimilmente il gol di Vieira. Da lì in poi si parla di un’altra partita e di un Inter diversa.
Dimenticato il primo tempo, ora l’obiettivo è pareggiare per tentare di agguantare il prima possibile la Roma e tentare una rimonta improbabile ed impronosticabile. Un primo passo lo mette a segno Crespo, appena tornato a vestire la maglia nerazzurra. L’argentino si è reso subito protagonista e da il via alla risalita.
Come accennato, a dare una sterzata al match è stato Vieira. Il francese è rientrato in campo particolarmente concentrato ed ispirato, tant’è che sarà proprio lui ad accorciare ulteriormente le distanze mettendo a segno a sua volta una doppietta come fatto in precedenza da Aquilani, sponda giallorossa.
3-3 palla al centro. È ora di passare ai tempi supplementari. In questo contesto, oltre all’Inter che ha ritrovato certezze, qualche errore dall’altra parte è stato indubbiamente commesso. Spalletti sostituisce Totti per inserire Mido al 72′. Dopo questo cambio, la Roma diventa vacua ed inconsistente in attacco, dando campo libero agli avversari.
A mettere la parola fine è Luis Figo. Il portoghese, simbolo del Real Madrid e punta di diamante dell’Inter, firma il definitivo 4-3 nerazzurro al 4′ minuto del primo tempo supplementare. Nel corso dell’extra-time la Roma è inesistente, demoralizzata dal ribaltone.
L’Inter vince in rimonta nel proprio stadio e davanti al proprio pubblico. È un tripudio nerazzurro. Mancini ed i suoi uomini regnano in Italia e la conquista della Supercoppa è stato l’ultimo atto di questa cavalcata nazionale.