L’Italia di Mancini ha esordito a Euro 2020 con un secco 3-0 alla Turchia. Risultato più che soddisfacente e una prestazione convincente da parte degli azzurri, ma ora che le acque si stanno calmando andiamo a vedere quali sono stati i nostri punti di forza e dove la squadra può e deve ancora migliorare, al netto dei demeriti degli avversari.
Il dominio del gioco grazie al giropalla e alle fasce
Dopo i primi minuti in cui gli azzurri hanno un po’ pagato lo scotto per l’esordio nella competizione davanti al pubblico di casa, la squadra ha trovato le misure ed è riuscita ad aggirare il piano difensivo della Turchia. La squadra di Gunes puntava a bloccare la circolazione di palla azzurra, pressando da subito Bonucci e cercando di interrompere le linee di passaggio verso i centrocampisti centrali.
Le chiavi per superare questa impasse sono state la circolazione palla tra la linea dei difensori (ovvero Florenzi, Bonucci e Chiellini, con Spinazzola regolarmente in proiezione offensiva) e le progressioni palla al piede, in particolare verso sinistra: 11 quelle effettuate da Chiellini, 12 da Spinazzola, in maniera da vanificare il muro eretto dai turchi a centrocampo e riuscire a portare l’offensiva verso la porta di Cakir.
Spinazzola e Berardi ad allargare il campo, Insigne e Barella negli spazi
Nel secondo tempo, complice il problema fisico di Florenzi (che lo costringerà a saltare la partita con la Svizzera) è entrato Di Lorenzo sulla fascia destra, giocatore meno portato al possesso di palla ma più abile a giocare vicino alla linea laterale e a sovrapporsi con Berardi. Con Spinazzola su lato opposto pronto ad inserirsi sugli spazi aperti dagli accentramenti di Insigne, l’Italia è stata in grado di allargare il campo costringendo i turchi a uscire dalle proprie posizioni.
La sinergia tra il capitano del Napoli e il terzino della Roma è sempre più una delle migliori chiavi per scardinare le difese avversarie: l’abilità di Insigne nel dribbling e nell’uno contro uno costringe spesso gli avversari a raddoppiarlo e a seguirlo nei suoi movimenti verso il centro del campo: in questa maniera si apre un corridoio in cui Spinazzola, con la sua velocità e il suo tempismo, diventa un’arma letale. Bravo Locatelli nel coprire le avanzate del compagno allargandosi verso la fascia e restando pronto ad intervenire in caso di ripartenze avversarie.
Con l’allargarsi delle maglie dello schieramento turco, i giocatori hanno saputo sfruttare gli spazi intermedi andati a crearsi: in particolare Berardi, Barella e Insigne sono stati protagonisti nel secondo tempo di innumerevoli inserimenti pericolosi. Costringere i turchi a continui movimenti a scalare ha pagato alla distanza, in termini di concentrazione e brillantezza. Non a caso i gol sono arrivati proprio in seguito ad errori dei difensori avversari sulle iniziative di questi tre giocatori.
Attenzione a non scoprire troppo la difesa
La squadra azzurra non ha evidenziato grandi lacune, visto anche che il piano difensivo degli avversari è stato vanificato in poco tempo e i turchi non sono stati in grado di correggere in maniera efficace il loro assetto tattico. Eppure, ad analizzare bene la partita, emergono alcuni particolari sui cui si deve cercare di migliorare ulteriormente.
Nel corso della prima frazione, con i turchi maggiormente compatti e attenti, il centrocampo, e in particolare Locatelli, giocava maggiormente con appoggi corti. Con Insigne e Berardi che dovevano ancora prendere bene le misure agli avversari e Immobile ben controllato dai centrali, abbiamo portato ulteriori uomini a giocare contro la linea difensiva turca.
Se da un lato Spinazzola cercava la profondità, dall’altro era Barella che si inseriva negli spazi lasciati liberi dall’allargamento in fascia di Berardi. Di conseguenza Florenzi andava ad aiutare Jorginho e Locatelli nella gestione della palla a metà campo, lasciando però scoperta la difesa.
Finché la Turchia aveva il solo Ylmaz di punta e Yazici alle spalle a dare fastidio a Jorginho, la cosa non ha creato problemi, ma nel secondo tempo Gunes ha pensato bene di inserire Under al posto di Yazici, ovvero un giocatore veloce e bravo ad inserirsi in area e cercare la conclusione. Per fortuna la maggior libertà concessa di conseguenza a Jorginho e l’aumento della confidenza in Locatelli ha permesso al centrocampo di aumentare il possesso palla e la ricerca della profondità, ma la squadra deve lavorare per trovare un maggiore equilibrio in quella zona di campo, specie se i prossimi avversari saranno in gradi di portare una pressione più alta sui nostri portatori di palla.
I due difensori centrali, Bonucci e Chiellini, garantiscono grande qualità ed esperienza, ma sono anche i membri più anziani della spedizione azzurra e in un torneo compresso come l’Europeo potrebbero accusare qualche flessione a livello fisico. È quindi importante che i compagni non li lascino mai soli ma siano sempre pronti ad aiutarli nei raddoppi e che gli offrano sempre facili soluzioni di passaggio. Gli eventuali sostituti comunque, da Acerbi a Bastoni fino a Toloi, hanno dimostrato di poter tranquillamente sostituire i due capitani.
Manca il centravanti boa
C’è sicuramente una certa carenza di fisicità in attacco. Ciro Immobile è un giocatore che ama sottrarsi dalle maglie della difesa avversaria per arrivare al tiro entrando in area, Berardi e Insigne sono due esterni bravi a infilarsi negli spazi e a saltare l’uomo.
Del pacchetto offensivo azzurro, l’unico giocatore che appare in grado di sopportare bene marcature più asfissianti e fisiche è Andrea Belotti, il quale però non è nella miglior condizione di forma da qualche tempo a questa parte. Nei calci piazzati possiamo sempre contare sugli inserimenti dei vari centrali difensivi, tutti molto bravi di testa (Chiellini più di una volta vicino al gol, infatti).
Ma contro squadre che riescono a portare un pressing più efficace sul nostro centrocampo sarebbe utile il classico centravanti fisico che possa agganciare e rendere giocabili le palle giocate lunghe. Entrato negli ultimi 10 minuti con l’Italia sul 3-0, Belotti contro la Turchia è stato ingiudicabile.
Contro Svizzera e Galles forse non sarà indispensabile, ma nell’eventualità di un passaggio del turno (e al momento sembra difficile pensare di non rientrare almeno nelle migliori terze) e con la prospettiva di incontrare squadre meno attendiste e più aggressive della Turchia, Mancini forse deve pensare anche a soluzioni offensive diverse dalle iniziative di Insigne e Berardi che possono diventare di facile lettura dopo un po’.