Nella giornata che ha visto il suo compagno interista Christian Eriksen protagonista del drammatico malore che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso, Romelu Lukaku ha trascinato il Belgio in una netta vittoria per 3-0 contro la Russia.
Questo Europeo, insieme ai prossimi Mondiali, è forse l’ultima occasione per la miglior generazione del calcio belga di lasciare il segno in una competizione internazionale. Dopo aver chiuso i mondiali al terzo posto, il Belgio punta con decisione la vittoria, ma cosa ci ha detto delle reali ambizioni di Lukaku e compagni la vittoria sulla Russia? Andiamo ad analizzare meglio cosa è emerso dalla prestazione della squadra belga.
Un attacco ricco di soluzioni e imprevedibile
La prestazione di Lukaku e il punteggio ottenuto all’esordio sembra confermare l’iscrizione dei Diables Rouges nel novero dei favoriti, ma la prestazione nettamente deficitaria offerta dalla Russia può aver confuso un po’ le acque e aver contribuito a far apparire il Belgio anche più forte di quello che realmente è.
Il centravanti dell’Inter, nonostante lo stato d’animo turbato per il pensiero al compagno di club ricoverato in ospedale, ha messo a segno il primo gol grazie ad uno svarione difensivo di Semenov e ha chiuso il match con il gol del 3-0, dopo un’accelerazione folgorante che lo pone immediatamente in testa alla classifica cannonieri del torneo.
Big Rom è in un ottimo stato di forma, come dimostrato anche con la maglia dell’Inter, e riesce da solo a mantenere in costante apprensione la linea difensiva avversaria. Oltre al centravanti interista comunque tutto il fronte offensivo del Belgio ha offerto una prestazione notevole, mettendo costantemente in crisi i difensori russi con le continue verticalizzazioni e gli scambi di posizioni tra centrocampisti e attaccanti.
Contro la Russia era ancora assente il miglior centrocampista offensivo al mondo, quel Kevin De Bruyne che sta recuperando dalla frattura del setto nasale e dell’orbita destra rimediata nella finale di Champions League persa con la maglia del Manchester City. Dovrebbe rientrare dalla prossima partita contro la Danimarca grazie ad una maschera protettiva, ma lamenta ancora fastidi alla vista.
In assenza di De Bruyne, il centrocampo belga è composto da due giocatori di ordine e contenimento come Dendoncker e Tielemans, bravi comunque a trovare le linee di passaggio per favorire i movimenti degli attaccanti. A fianco di De Bruyne il compagno che storicamente garantisce maggior equilibrio è Axel Witsel, ma il mediano del Borussia Dortmund sta recuperando dalla rottura del tendine di achille subita a gennaio ed è una grandissima incognita per il resto del torneo, anche più dello stesso De Bruyne.
Sulle fasce Roberto Martinez schiera due esterni dalle caratteristiche opposte, uno molto offensivo sulla sinistra e uno maggiormente difensivo sulla destra. Infatti nel corso della partita abbiamo visto molte volte Yannick Carrasco, nominalmente l’attaccante di sinistra del tridente offensivo, scambiare la posizione con Thorgan Hazard, in teoria l’esterno di centrocampo sulla stessa corsia.
Sul lato opposto del campo, invece, Dries Mertens partiva nella posizione di attaccante di destra per accentrarsi verso l’area avversaria, negli spazi creati dai movimenti di Lukaku, lasciando spazio su tutta la corsia esterna a Timothy Castagne, giocatore che sarebbe addetto anche a compiti più difensivi. Buoni segnali anche da Eden Hazard, reduce da due anni praticamente perduti nel Real Madrid a causa di vari problemi fisici ma potenzialmente, se recuperato in pieno, uno dei giocatori dal maggiore tasso tecnico di questo Europeo.
L’infortunio di Castagne e un equilibrio difficile da trovare
L’impressionante testata subita dopo un contrasto con Kuzayev è però costata al terzino del Leicester, ex Atalanta, una doppia frattura all’orbita oculare destra. Il suo Europeo è quindi finito dopo soli 27 minuti. Il suo sostituto, Thomas Meunier, è entrato benissimo in partita, mettendo a segno il gol del 2-0 e fornendo a Lukaku l’assist per il definitivo 3-0, ma negli ultimi mesi era retrocesso nelle gerarchie a causa della sua propensione decisamente più offensiva rispetto al compagno.
La difesa a 3 del Belgio infatti spesso si traslava maggiormente verso sinistra, per coprire le avanzate di Thorgan Hazard, confidando nei rientri difensivi di Castagne a destra, esterno bravissimo a coprire tutta la fascia come tutti quelli passati per le mani di Gasperini.
Nella rosa del Belgio ora le uniche opzioni per la fascia destra sono Meunier, molto bravo nelle avanzate ma meno nei ripiegamenti, e il giovanissimo, e ancor più offensivo, Jeremy Doku. Con l’inserimento in formazione di de Bruyne, una volta recuperato, sarà molto difficile trovare un equilibrio difensivo efficace mantenendo questo 3-4-3.
Una difesa vulnerabile
Nonostante la manovra offensiva della Russia non sia stata particolarmente pericolosa, il terzetto arretrato del Belgio si è trovato spesso in affanno quando gli avversari sono ripartiti in velocità. Attirati nella metà campo avversari, i centrocampisti belgi non hanno dimostrato molta reattività nel ripiegare in difesa dei compagni.
Tra i tre difensori titolari Vertonghen e Alderweireld, veterani con più di 100 presenze a testa in nazionale, possono soffrire molto quando vengono puntati in velocità, ed il solo Boyata non può garantire il supporto necessario ad entrambi. Il gioco estremamente sbilanciato in attacco del Belgio lascia molto campo alle spalle dei difensori, per caratteristiche molto più a loro agio a difendere dentro l’area.
I ricambi nel reparto sono solo due: il veterano Vermaelen, che in Giappone ha ritrovato serenità dal punto di vista fisico ma che sicuramente non offre più le garanzie di un tempo, e il veloce Denayer, che può diventare quindi importantissimo nell’economia della squadra. L’unica altra opzione è l’arretramento di Dendoncker sulla linea dei difensori, compito che ha svolto spesso anche al Wolverhampton. Per il resto tutta la rosa del Belgio è composta da giocatori offensivi, per cui in caso di problemi in difesa sarà molto difficile per Martinez ricorrere a contromisure adatte a bilanciare la squadra.