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Negli ultimi anni il Napoli ha riservato molte partenze in Serie A degne del suo livello. Con partenze intendiamo esaminare le prime 5 gare degli ultimi anni, in questo caso del Napoli, per capire quanto un buon inizio stagionale possa riflettersi poi sul risultato finale della squadra stessa.

Il Napoli negli ultimi anni ci ha abituato a campionati di alto livello, vincendo il terzo Scudetto della sua storia nel 2023 con Luciano Spalletti sulla panchina e lottando praticamente sempre per un alto piazzamento in classifica. Gli azzurri hanno però dovuto percorrere una strada che si è rivelata lunga e tortuosa, fatta di gioie ma anche di sofferenze. Andiamo quindi a ripercorrere le ultime stagioni del Napoli, cercando di individuare una qualche correlazione tra i risultati ai nastri di partenza, e quelli finali.

La fine dell’era Mazzarri

Nella stagione 2012/2013 ha inizio la quarta e, quella che sarà, l’ultima stagione sulla panchina azzurra per Walter Mazzarri. L’allenatore toscano è ormai alla fine del suo percorso in azzurro, ma questo suo ultimo periodo coinciderà con una ottima partenza, e una buona conclusione di campionato. Nelle prime 5 gare arrivano infatti 4 vittorie, tra cui un 2-1 alla Fiorentina e un 3-0 alla Lazio, e un solo pareggio in casa del Catania per 0-0. Era il Napoli di Hamsik e Cavani, e nonostante il grande livello di quella rosa, non bastò per superare la rivale storica della Juventus in classifica, dovendosi quindi accontentare del secondo posto.

A Napoli quindi c’è voglia di qualcosa di nuovo, e si palesa la possibilità di portare un allenatore di alto livello come Rafa Benitez a sedersi sulla panchina partenopea. Cambia il mister, ma la partenza in Serie A del Napoli è con il botto come l’anno precedente: 4 vittorie consecutive con Bologna, Chievo, Atalanta e Milan e un pareggio alla quinta giornata con il Sassuolo per 1-1. Il Napoli in quella stagione terminerà al terzo posto dietro alla Roma e, di nuovo, alla Juventus.

Confermato Benitez per la stagione successiva, la partenza del Napoli in Serie A stavolta è più a rilento. 2014/2015 che inizia con una vittoria sul Genoa per 2-1, ma prosegue in modo inaspettato: arrivano due sconfitte consecutive con Chievo e Udinese per 1-0, un pareggio con il Palermo 3-3 e una vittoria con il Sassuolo appena di 1-0. Indicazioni non proprio positive arrivano da questo inizio di stagione, il Napoli chiuderà infatti il campionato al quinto posto e l’allenatore spagnolo ex Liverpool e Inter verrà esonerato senza troppi giri di parole.

Sarri prende in mano il Napoli

La dirigenza azzurra sceglie quindi Maurizio Sarri come nuovo allenatore del Napoli. Il coach toscano arriva da un ottimo lavoro svolto all’Empoli, e prende un Napoli pronto a dare vero e proprio fastidio alla Juventus. Il Napoli in questi anni non vincerà mai lo Scudetto e dovrà aspettare l’arrivo di Luciano Spalletti per alzare il tanto ambito trofeo. Tuttavia, il Napoli di Sarri è forse una delle squadre più memorabili della storia della Serie A per qualità del gioco espresso e comunque gli ottimi risultati conquistati. La sua prima stagione è la 2015/2016, e la partenza in Serie A del suo Napoli è tutt’altro che convincente.

Arriva infatti una sconfitta alla prima giornata con il Sassuolo per 2-1, seguita da 2 pareggi con Sampdoria e Empoli entrambe per 2-2. Alla quarta giornata si intravedono i primi sprazzi di influenza Sarri sugli azzurri. Vittoria 5-0 con la Lazio e poi un altro pareggio, stavolta per 0-0 con il Carpi. Da segnalare anche il match successivo, ossia la vittoria al San Paolo con la Juventus per 2-1 che rialimenta le speranze di Scudetto azzurre. Secondo posto che arriva però nel primo anno di Sarri e con un gap con la Juve ancora da colmare.

Stagione 2016/2017 che si chiuderà al terzo posto a soli 5 punti dai Bianconeri campioni, è l’inizio sarà comunque più convincente dell’anno precedente: 3 vittorie con Milan, Palermo e Bologna e 2 pareggi con Pescara e Genoa. Nella stagione successiva però il Napoli di Sarri toccherà il suo apice: partenza in quarta marcia con 5 vittorie su 5 e campionato chiuso al secondo posto con 91 punti, un record per il club campano. La Juventus sembra davvero imbattibile, perciò Aurelio De Laurentis e la dirigenza azzurra sceglieranno di separarsi dall’allenatore toscano per seguire altri tipi di progetti.

Anni di riassestamento in casa azzurra

Dopo Maurizio Sarri, gli azzurri virano su Carlo Ancelotti come nuovo allenatore. Partenza in Serie A del Napoli nella stagione 2018/2019 in linea con la scelta del nuovo mister: 4 vittorie nelle prime 5, tra cui in gare prestigiose come quelle contro la Lazio per 2-1 e con il Milan per 3-2. Una sola sconfitta, ma decisamente sorprendente: 3-0 subito contro la Sampdoria e conferma di un Napoli che non riesce a mantenere la continuità necessaria per vincere il titolo. Altro secondo posto e malumori crescenti in casa Napoli.

Stagione successiva che inizia ancora con il mister ex Milan e Real Madrid tra le altre, ma che non verrà conclusa da quest’ultimo. Partenza del Napoli in Serie A quell’anno molto altalenante: arrivano infatti 3 vittorie con Fiorentina, Sampdoria e Lecce, ma arrivano anche due sconfitte con Juventus e Cagliari. Da dicembre toccherà a Gennaro Gattuso chiudere la stagione degli azzurri, che concluderanno infine al settimo posto, entrando in una crisi ormai quasi ufficiale.

Nonostante questo, la dirigenza del club campano conferma Gennaro Gattuso sulla panchina, e la stagione 2020/2021 inizia con un piglio diverso. Sono infatti 4 le vittorie nelle prime 5 partite, con Parma, Genoa, Atalanta e Benevento. Alla terza giornata tuttavia arriva un’altra sconfitta con la Juventus, stavolta per 2-1 e ulteriore conferma di quanto i Bianconeri siano la bestia nera di quel Napoli. Azzurri che chiuderanno al quinto posto quel campionato, e il club campano decide che è giunto il momento di cambiare rotta. La scelta di Luciano Spalletti è tutt’altro che scontata. Il Napoli deve ripartire, e in quel momento serve qualcuno come l’allenatore di Certaldo, ormai con la nomea di essere un coach capace di portare identità ai club.

La vittoria di Spalletti e la difficoltà a confermarsi

Spalletti con il Napoli andrà oltre. La sua prima stagione, la 2021/2022, si può definire come l’anno di preparazione della squadra. Il risultato finale sarà il terzo posto, dietro solo alle due milanesi che si sono contese lo Scudetto fino all’ultima giornata. Partenza, comunque, da top a tutti gli effetti: arrivano 5 vittorie nelle prime 5 partite, tra cui un 2-1 rifilato alla Juventus alla terza giornata.

Seconda stagione che sarà appunto quella della vittoria tanto attesa, quella dello Scudetto. Partenza del Napoli in Serie A, tuttavia, buona ma non perfetta: vittoria con Verona e Monza nelle prime 2 giornate, poi due pareggi con Fiorentina e Lecce, a seguire un’altra vittoria con la Lazio. Curioso è il fatto che il Napoli perderà la prima gara stagionale a gennaio contro l’Inter per 1-0, e oltre a quella perderà soltanto altre tre partite nel corso di quella Serie A. Napoli che chiuderà quindi al primo posto, a +16 sulla Lazio seconda classificata, dominando in lungo e in largo per tutta la stagione.

Strade che quindi si separano quelle di Luciano Spalletti e del club campano. Al termine della stagione, dopo aver alzato il trofeo, il Napoli punta sul ritorno in Serie A di Rudi Garcia, cercando di sfruttare la sua grande esperienza al servizio di un gruppo squadra vincente ma giovane. La partenza è tutt’altro che buona: 2 vittorie alle prime due giornate con Frosinone e Sassuolo, poi sconfitta con la Lazio per 2-1 e due pareggi con Genoa e Bologna per 2-2 e 0-0. Il Napoli cambierà 3 allenatori in questa stagione, e dopo l’incredibile successo dell’anno precedente, chiuderanno il campionato al decimo posto e fuori da ogni piazzamento europeo per la prima volta dopo svariati anni.