È tornato l’appuntamento più atteso della settimana: il pagellone della Uefa Champions League, che è ha già svoltato verso la terza giornata.
Non è ancora tempo di verdetti ma di lacrime quelle sì. Di pianti calcistici (il gioco della Juventus di Allegri) e di gioie balistiche (l’aggancio di ibrahimovicciana memoria di Erling Haaland contro il Dortmund).
Andiamo però a vedere nel dettaglio come si è configurata, da 10 a 1, l’ultima appassionante giornata di Champions.
Voto 10: Haaland (ft. Cancelo)
Scontato come il traffico che ritorna ad ingolfare le città in autunno, Erling Haaland ha nuovamente trovato la via della rete.
Lo ha fatto contro la sua ex squadra aggrappandosi al cielo come fosse un antico eroe vichingo. Meglio, un dio. Fenrir il lupo, Thor, Odino, Loki, fate voi. Il pantheon nordico è tanto variegato quanto lo è la gamma di soluzioni tecniche di questo incredibile giocatore.
È bastato uno sguardo in mezzo a Joao Cancelo, che entra di diritto nel featuring della meraviglia dell’ex Dortmund grazie ad un assist di esterno che a chi scrive ha ricordato quello di Luka Modric lo scorso anno contro il Chelsea per il gol di Rodrygo.
Guardiola ha parlato invece, commentando il gesto volante di Haaland, di Johann Cruyff, che per un catalano è davvero come parlare di un dio. In ogni caso, la sentenza è definitiva: questo calciatore qui non è umano.
Voto 9: Stones
All’interno della stessa partita, però, non possiamo dimenticarci di Stones, difensore centrale dalla discreta tecnica che ieri sera si è trasformato – per chi del City ha qualche nitido ricordo – in Vincent Kompany, un cui gol molto simile contro il Leicester decise tre anni fa contro il Leicester sempre all’Etihad la Premier League 18/19.
La fionda di Stones contro il Dortmund non solo ha messo in parità i conti col Dortmund ma – in quanto giocata improvvisa e inattesa – ha dato una scossa a tutta la squadra di Guardiola, ora a 6 punti nel girone.
Voto 8: Ibrox Park
Neanche una squadra tra Premier e Scottish League ha scelto di non rendere omaggio alla Regina Elisabetta II. No, aspettate, una c’è: è il Celtic, che per ragioni si direbbe più religiose che politiche non si è schierato a favore della defunta Queen.
Ad Ibrox si respirava invece tutta un’altra atmosfera. I tifosi di casa si sono resi protagonisti di uno spettacolo eccezionale nella coreografia pre-partita – che ha colorato il settore più caldo del tifo Rangers – omaggio alla Regina.
Non è bastato, troppo forte il Napoli di Spalletti.
Voto 7: il Napoli di Spalletti
Politano, Raspadori, Ndombelé. Ma anche Kvaradona, Simeone, Meret che nel primo tempo compie un miracolo sullo 0-0.
Il Napoli di Spalletti è una grande squadra. È una squadra vera, solida, decisa, compatta dietro (dove concede pochissimo, merito anche di un Kim che sembra già veterano) e spettacolare davanti.
Il tutto grazie al reparto che meglio di tutti in Serie A è in grado di legare il gioco: il centrocampo formato da Zielinski, Lobotka e Anguissa. 6 punti come il City di Guardiola, nel girone del Liverpool e dell’Ajax, non sono uno scherzo.
Il Napoli fa sul serio anche in Champions League.
Voto 6: il Milan di Pioli
Se il Napoli di Spalletti merita un bel 7, il Milan di Pioli meriterebbe più di 6 per il 3-1 contro la Dinamo Zagabria. Però, c’è un però.
Il Napoli sta andando leggermente oltre le attese, il Milan invece – campione d’Italia in carica – le attese le sta rispettando. Noi questo, niente di meno, ci attendiamo dall’undici di mr Pioli, capace di incantare in Serie A e ancora imbattuto nel girone di Champions, che guida a quota 4 punti – il Chelsea ha pareggiato anche ieri.
Menzione d’onore per Tommaso Pobega, che, come Raspadori, guida la giovane Italia al sogno europeo.
Voto 5: i due rigori di Zielinski
Se è vero il detto secondo cui perseverare è diabolico, ieri Zielinski deve aver stretto un patto col diavolo.
Due rigori nell’arco di due minuti, tirati allo stesso identico modo, con lo stesso brutto esito (parata del portiere), non possono cancellare l’ennesima prova di qualità di un calciatore che quest’anno sta crescendo partita dopo partita.
Non possono cancellarla, certo, la prova di Zielo: ma macchiarla, questo anche il diavolo ce lo concederà.
Voto 4: i tifosi di Eintracht e Marsiglia
Quattro – voto pure troppo alto – per le due tifoserie di Eintracht e Marsiglia. Si giocava al Velodrome il match valido per la seconda giornata di Champions, nello stesso girone di Tottenham – caduto a Lisbona – e Sporting.
Dopo un pre-partita movimentato, durante la gara lanci di fumogeni, petardi, persino qualche saluto nazista dal settore ospiti, hanno reso una bella partita europea un preoccupante spettacolo per UEFA e UE in generale.
Voto 3: la Juventus
Allegri e il disastro della Vecchia Signora.
Dopo l’1-2 casalingo contro il Benfica, tutto quello che Allegri è riuscito a dire è stato: «dobbiamo stare sereni e lavorare», «non c’è preoccupazione perché questi momenti fanno parte del calcio e capiteranno di nuovo».
Una cosa è certa però, e la sa anche Max: mai la sua Juventus aveva perso le prime due partite di Champions. Ieri in un modo se possibile imbarazzante. Dopo i primi ottimi 25’, la Juventus è stata travolta certamente dalla qualità degli avversari ma primariamente dalla stanchezza (psicologica) dei suoi giocatori. Soprattutto quelli più rappresentativi.
L’allarme è stato lanciato da tempo, ma l’incendio alimentato dai fischi dello Stadium chi lo spegne?
Voto 2: l’Atletico Madrid
Tra le notizie più sconcertanti della due-giorni di Champions c’è senza dubbio quella arrivata dalla Bayarena, dove l’Atletico Madrid ha perso 2-0 il confronto contro il Leverkusen.
Tutto clamorosamente in bilico, quindi, nel girone del Cholo.
Voto 1: il Porto
Stesso girone dell’Atleti, altro clamoroso risultato: il Porto di Conceicao, al momento a zero punti nel girone, perde di nuovo, stavolta malamente contro il Brugge grande sorpresa di questo avvio di stagione.
Il risultato, certo, fa paura: 0-4. Menzione d’onore per Antonio Nusa, in gol all’89’ e primo 2005 ad andare a segno nella storia della competizione. Nessun 2004 lo ha ancora fatto.