C’è poco da fare. Il calcio è un gioco meraviglioso, ma la Champions lo rende speciale.
Per atmosfera, per l’inno che accoglie gli ultimi sospiri dei 22 prima di iniziare la battaglia; per il talento smisurato dei suoi protagonisti, per le emozioni che sa regalare fino all’ultimo respiro.
E da oggi per il pagellone che le dedicheremo giornata dopo giornata. Tra il serio e il faceto, ecco la prima giornata di Champions League con il meglio e il peggio da 10 a 0.
Zero? Non fate i ghiotti, godetevi l’attesa.
Voto 10
Al Napoli di Luciano Spalletti.
Non sarà il miglior Liverpool della storia, d’accordo, ma vincere 4-1 contro i vicecampioni d’Europa rimane un’impresa straordinaria. Lo ha voluto scrivere tre volte De Laurentiis nel tweet-dedica alla prestazione dei suoi ragazzi: grazie, grazie, grazie.
Lo diciamo anche noi, unendoci al coro del patron partenopeo. Grazie per la dedizione, il coraggio, l’aggressività. Grazie soprattutto per il talento smisurato di alcuni singoli, da Rrahmani dietro a Zielinski e Zambo Anguissa a centrocampo, finendo con Kvaraskhelia e Simeone – commosso dopo il suo primo gol in Champions, inseguito da quando aveva 14 anni.
Grazie, infine, al Maradona, dove tutto può succedere.
Voto 9
Appena sotto il Napoli c’è Leroy Sané, autore di una partita capolavoro a San Siro contro l’Inter.
Il tedesco, wonderkid da tempo immemore, ha aperto le danze con un gol sensazionale che ha reso inerme l’Inter di Inzaghi. Le ha chiuse nella ripresa con uno scambio da urlo con Coman che ha portato all’autorete sfortunata – ma specchio fedele della prestazione dell’Inter – di D’Ambrosio.
Qualcuno potrebbe chiedersi come mai Sané ha preso 9 e Mbappé (con Lewandowski) 8. Risposta: non avete visto Inter vs Bayern e i recuperi difensivi del fuoriclasse ex Schalke 04. Partita da campione totale.
Voto 8
Mbappé e Lewandowski, come detto, meritano l’8.
Il primo per le due perle che ha inflitto alla povera Juventus di Max Allegri: due reti eccezionali, entrambe al volo, frutto di un talento smisurato che poco ha a che vedere con schemi, tattiche e numeri di qualsivoglia natura. Di madre natura, semmai, si dovrebbe parlare in riferimento all’ex Monaco.
Otto anche a Lewandowski, autore di una tripletta all’esordio in Champions League col Barcellona. Lewa ha ripreso dove aveva lasciato: segnando a raffica, certo contro un avversario tutt’altro che temibile. Due di destro e uno di testa, in pieno stile Lewandowski, attaccante completo troppo spesso sottovalutato.
Voto 7
Sette allo Shakhtar, che vince e convince sul campo (4-1 al Lipsia) dopo aver commosso il mondo intero con il viaggio che dalle macerie della martoriata Ucraina ha condotto il pullman ufficiale del club neroarancio fino alla Germania.
Con che sentimento saranno entrati in campo i giocatori dello Shakhtar? La loro è però anche una risposta calcistica a chi li voleva finiti.
Sette anche al finale di Atletico Madrid vs Porto, che ha fatto registrare tre reti (1-0, 1-1, 2-1 dal 91’ al 102’) nei folli 12’ di recupero concessi dall’arbitro.
Voto 6
Sei alla doppietta di Herling Haaland, autore di 12 reti in tutte le competizioni in questo avvio di stagione.
Sono numeri mostruosi che meriterebbero maggiore attenzione.
Diamo 6 all’ex Dortmund per una ragione divina: per lui questa è diventata la normalità, e come diceva Michelangelo i geni devono puntare alla perfezione. La sfida con Mbappé che segnerà il prossimo decennio di calcio è appena cominciata.
Voto 5
Ai cambi conservativi di Max Allegri sul 2-1 (fuori Milik dentro Locatelli, fuori Cuadrado dentro De Sciglio) contro il PSG.
La Juventus l’aveva ripresa per le corna con il colpo di testa di McKennie, quasi l’aveva riacciuffata con il colpo di testa di Vlahovic – bravo Donnarumma, contrariamente all’occasione del gol.
Nel momento più intenso, intorno al 65’, Max ha tirato i remi in barca. Nella sua testa chissà cosa c’era. Di certo, non la voglia sfrenata di riprenderla. Piuttosto, di non prenderle.
Voto 4
Al Liverpool di Jurgen Klopp.
4 come le reti subite dal Napoli, 4 come l’avvio di stagione terrificante dei Reds, in una crisi adolescenziale che preoccupa un po’ tutti nel mondo Scouse. Meno il Napoli, che ha banchettato sulle difficoltà inquietanti di tenuta difensiva del club del Merseyside.
Voto 3
All’errore di Correa sottoporta a 10’ dalla fine di Inter vs Bayern Monaco (compreso il recupero, ça va sans dire).
Troppo bello per essere vero quel pallone apparecchiatogli davanti a Neuer dal pasticcio di Hernandez e dalla grinta (al di là dei mugugni di San Siro) di Gagliardini: Correa ha dimostrato di non avere la pasta per giocare certe partite.
Curiosamente, il suo ultimo gol in Champions lo ha segnato proprio al Bayern quando giocava con la maglia della Lazio. L’allenatore, flebile come le sue gambe, era sempre Simone Inzaghi.
Voto 2
All’errore di Donnarumma, campione d’Europa e campione di papere.
Quell’uscita sul gol di McKennie è grave, persino gravissima per un portiere del suo livello – ammesso che Donnarumma sia effettivamente a questo livello, a volte il dubbio viene.
Voto 1
Al pasticcio di Gulacsi contro lo Shakhtar per l’1-0 degli ucraini in terra tedesca.
Un controllo palla disastroso sulla propria trequarti campo, che ha spianato la strada al trionfo degli arancioneri. A parimerito Hradecky, che contro il Brugge l’ha fatta forse persino più grossa.
Voto 0
Zero, nel senso di fuori classifica, la presenza di Joey Barton nel settore ultras dei tifosi marsigliesi a Londra per Tottenham vs OM.
Barton, per chi non lo sapesse, è grandissimo tifoso del Marsiglia. Il suo supporto però non è bastato ai francesi per salvarsi dal Tottenham Hotspur Stadium. 2-0 per gli uomini di Conte il punteggio finale.