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A soli 21 anni, Isaak Touré ha già conquistato un primato in Serie A: è il calciatore più alto di sempre a calcare i campi del campionato italiano, raggiungendo ben 206 centimetri. In prestito dal Lorient, si è rapidamente fatto notare all’Udinese per la sua mole impressionante e il suo stile di gioco, caratteristiche che portano a vedere in lui un potenziale leader difensivo. E comunque, a prescindere da tutto, un unicum incredibile. Da sfruttare.

Nato a Gonesse, in Francia, da genitori ivoriani, Touré ha seguito un percorso particolare che lo ha portato a sviluppare un bagaglio di esperienze unico, modellato sia da sfide fisiche che da influenze familiari e culturali. Per capirci: non è un caso che sia lì. Tutt’altro.

La scelta tra calcio e basket

Glielo dicono tutti: ma perché non ti sei dato al basket? Eh, ci aveva pensato. E pensate pure che Touré è un tifoso appassionato di Giannis Antetokounmpo, la stella NBA dei Milwaukee Bucks. Proprio come il cestista greco ha superato gli altri ragazzi della sua età in altezza fin da piccolo. La sua stazza e l’interesse per il basket avrebbero effettivamente potuto spingerlo sul parquet, ma Touré ha scelto il calcio, ironizzando sulla propria scarsa abilità con le mani e preferendo i piedi.

Questa decisione lo ha portato ad affrontare una sfida non banale: quella di adattarsi alla propria fisicità. L’altezza – e una crescita così rapida – gli hanno causato infortuni frequenti da giovane, un aspetto che è stato però mitigato da un lavoro specifico: sotto la guida di Olivier Rodriguez, preparatore atletico del Le Havre, Touré ha imparato a gestire la propria struttura, smettendo infine di crescere e concentrandosi sulla forza.

Il percorso di Touré

Come nelle vecchie storie da scuola calcio, è andata anche a lui così. Inizialmente, Touré giocava in attacco, sfruttando il fisico per mettere in difficoltà le difese avversarie. L’idea di convertirlo in difensore è arrivata in seguito, quando il suo allenatore Momo Chacha ha intuito le potenzialità del suo profilo fisico in un ruolo diverso.

La scelta si è rivelata azzeccata: il cambio di posizione ha permesso a Touré di emergere come uno dei talenti difensivi più promettenti della sua generazione, portandolo persino a indossare la fascia da capitano con la Francia U19 durante gli Europei di categoria.

Le caratteristiche

Nonostante la statura, Touré dimostra però un’insolita rapidità e mobilità per un difensore della sua altezza. Una combo incredibile, di forza fisica e velocità. Che è particolarmente rara e rappresenta un’arma preziosa per l’Udinese. Ha una spiccata abilità nei duelli aerei, poi, essendo praticamente inarrivabile per la maggior parte degli attaccanti, e allo stesso tempo riesce a sfruttare una buona coordinazione, frutto del duro lavoro sul suo fisico durante gli anni formativi.

Sebbene non giochi più in attacco, com’è evidente, Touré mantiene un istinto offensivo naturale: non rinuncia a salire quando se ne presenta l’occasione, proponendosi anche sui calci piazzati come presenza minacciosa. La sua ammirazione per difensori come Kalidou Koulibaly è proprio chiara nel suo stile di gioco: marcatura attenta, uso sapiente del corpo e senso della posizione. Runjaic, il tecnico dell’Udinese, ha trovato in lui un’opzione versatile e affidabile che, con qualche affondo in avanti, può risultare persino decisiva in partita.

In questa stagione

Da quando è arrivato all’Udinese in prestito, Touré ha avuto modo di mettersi in mostra in partite di alto profilo, come contro la Roma e l’Inter. Prestazioni tutt’altro che banali, anzi: hanno attirato l’attenzione non solo dei tifosi, ma anche degli addetti ai lavori, che vedono in lui un giocatore pronto a diventare uno dei pilastri difensivi della squadra friulana. La sua fisicità lo rende un incubo per qualsiasi attaccante in area di rigore, e il lavoro svolto per migliorare la tecnica con i piedi sta dando i suoi frutti, rendendolo un centrale sempre più completo. Ama l’uno contro uno, ma solo quando necessario.

Ad ogni modo, la sua prima stagione in Serie A sta evidenziando sia le sue qualità che alcuni aspetti su cui deve lavorare. La sua stazza, sebbene rappresenti un vantaggio, può comportare anche una certa vulnerabilità contro avversari più rapidi e agili, ma l’esperienza e la capacità di adattamento giocano a suo favore.

Il futuro di Touré

Con prestazioni solide e una presenza fisica ineguagliabile, Touré potrebbe diventare uno dei nomi caldi del mercato estivo. Il suo passaggio all’Udinese potrebbe rivelarsi un trampolino di lancio, soprattutto se continuerà a crescere e a dimostrare di essere uno dei difensori più promettenti del campionato. I club italiani hanno già mostrato interesse per lui negli anni passati, con Lazio e Milan che hanno monitorato il suo percorso, e il suo approdo in Italia potrebbe rinnovare queste attenzioni.

Se l’Udinese dovesse decidere di trattenerlo, sarà necessario discutere con il Lorient di un accordo definitivo. Altrimenti, Touré potrebbe attirare l’interesse di squadre di media-alta classifica, in Serie A e all’estero, dove il suo profilo fisico e tecnico appare sempre più raro.

A chi somiglia Touré?

Beh, inevitabile paragone: Touré ricorda per molti versi Kalidou Koulibaly e, in alcuni aspetti, anche Virgil van Dijk. Come Koulibaly, Touré è un difensore fisico che predilige l’anticipo e non teme il contrasto diretto, mentre la sua capacità di impostare da dietro, anche se ancora in via di sviluppo, lo avvicina al profilo del difensore olandese. Con la giusta guida e esperienza, potrebbe diventare un difensore completo, solido nel gioco aereo e abile in fase di costruzione.

Per crescere, Touré dovrà lavorare su alcuni aspetti tecnici e tattici. La sua altezza, come già accennato, può rappresentare un limite contro attaccanti rapidi e tecnici, ma l’esperienza in Serie A sarà preziosa per migliorare il suo posizionamento e la sua capacità di lettura del gioco. Inoltre, perfezionare la gestione della palla e i passaggi da dietro lo renderebbero un difensore moderno, capace di guidare la manovra dalle retrovie.