Dopo la partita di andata durante la quale il Napoli ha tenuto testa al Barcellona per quasi tutto il match, avendo solo nel finale un momento di difficoltà, le due squadre si ritrovano sette giorni dopo per disputare il “leg” decisivo, atto a centrare gli ottavi di finale della competizione europea, sorella minore della Champions League.
Le due squadre sono state sorteggiate l’una contro l’altra, alla luce della retrocessione in Europa League dei catalani e del secondo posto del Napoli nel Gruppo C della fase a Gironi, dietro lo Spartak Mosca in virtù del doppio scontro diretto sfavorevole contro i russi.
Come sta il Barcellona
L’ultima partita di campionato delle due compagini, ha sorriso molto di più alla squadra di Xavi che a quella di Spalletti.
Senza badare troppo al sodo, Xavi si è presentato con un 11 praticamente al completo in quel di Valencia, traendo giovamento da un inizio di partita sfolgorante, che ha permesso ai catalani di chiudere il primo tempo con la bellezza di 3 gol di vantaggio.
Difesa accorta, fraseggi come da tempo non si vedevano e uno straordinario Aubameyang, gli ingredienti che hanno permesso ai blaugrana di violare il Mestalla per 4 reti ad una, al termine di una prova perentoria.
Era già da qualche tempo che sprazzi di bel gioco si erano palesati nelle trame del Barça, ma la partita di Valencia sembra aver assunto connotati definitivi, rispetto a una stagione in cui più di un obiettivo si è volatilizzato alla luce di uno start terribile.
Il 4-3-3 di Xavi esalta le caratteristiche di Aubameyang e a Valencia questo enunciato è stato palesato ai massimi termini. I fraseggi tra la punta centrale, i tre centrocampisti e, soprattutto, gli esterni alti, sono apparsi finalmente una delle migliori note liete della stagione del Barcellona. In particolare, sulla corsia di destra è sembrato in forma scintillante Dembele, partner ideale dell’ex Arsenal.
Il ballottaggio con Traore lo vede adesso avanti, anche in virtù delle parole di Xavi, che ha sempre parlato di una certa incompatibilità tra i due.
Come sta il Napoli
Se invece dobbiamo riferirci alle occasioni sprecate, va da sé che il pensiero si sposti spesso sotto le fauci del Vesuvio. La fatal Verona di fine campionato scorso, non è ancora stata metabolizzata dall’ambiente partenopeo e quando si è a un passo dalla conquista di un traguardo importante, come la Champions League o il primo posto in campionato, qualcosa si inceppa.
Ci riferiamo alla prova negativa di Cagliari, dove la squadra è sembrata apatica, con poche idee e probabilmente con la testa alla partita di giovedì sera.
Non si può negare che un peso decisivo per il mezzo passo falso degli azzurri, sia stato esercitato dalle numerose assenze, soprattutto in quella parte del campo nella quale gli uomini di Spalletti hanno costruito i numeri della miglior difesa del campionato di Serie A.
I due mediani davanti alla difesa, hanno garantito il filtro che tutti invidiano alla squadra di Spalletti e, quando essi vengono cambiati con una certa frequenza, può succedere quello che è successo a Cagliari, soprattutto quando i due uomini più pericolosi dell’attacco avversario, in questo caso Gaston Pereiro e Joao Pedro, preferiscono il fraseggio alla profondità.
Il gol di Pereiro è propedeutico rispetto a questo discorso. Il trequartista rossoblu ha tutto il tempo di preparare il pallone e tirare praticamente indisturbato. La papera di Ospina è chiara, ma un giocatore così pericoloso non può godere di tutta quella libertà.
Le assenze di Lobotka e Anguissa sono state quindi probabilmente decisive per la mancata vittoria, ma anche il tridente, orfano di Insigne e Politano e con Osimhen, ancora una volta decisivo, a mezzo servizio, risparmiato per la partita contro il Barcellona, ha avuto il loro ruolo.
Le chiavi del match
L’infermiera partenopea sembra svuotarsi piano piano, anche se rimarrà certamente fuori Anguissa che non dovrebbe recuperare prima di metà marzo. È un grattacapo mica da poco per Spalletti, che, alla luce dei risultati di Cagliari, arretrerebbe Fabian Ruiz sulla linea dei due mediani davanti alla difesa, per fare coppia insieme a Demme.
Davanti tornano Insigne e, con ogni probabilità, Politano, che prenderebbe così il posto di Elmas. Certo del suo posto da titolare, invece, Osimhen, alle spalle del quale ritroverà il suo posto da titolare Zielinski che, a partire dalla stagione 2020/2021, è il giocatore del Napoli che segna di più nelle competizioni europee. Per lui 4 reti, anche se è un primato da condividere con Elmas e Osimhen.
Un occhio di riguardo andrà invece riservato a Pedri, che nella partita di andata fu il vero rompicapo per la difesa di Spalletti. Il diciannovenne centrocampista blaugrana ha messo in condizione i suoi compagni di segnare una rete in ben 5 occasioni.
Non era mai successo che un giocatore così giovane creasse così tanto in una partita ad eliminazione diretta dell’Europa League, eccezion fatta per un giovanissimo Christian Eriksen anch’egli a quota 5, ma con tre mesi in meno.
Il 4-3-3 di Xavi non dovrebbe essere molto diverso da quello presentato all’andata. Aubameyang non può essere tenuto in panchina dopo la tripletta segnata al Valencia, anche perché si sa fin dai tempi dell’Arsenal, che, quando il centravanti gabonese comincia a segnare, son dolori per tutti.
Xavi ritrova in difesa una pedina fondamentale come Araujo, che ha sempre formato insieme a Piquet la coppia di centrali più solida a disposizione dello staff tecnico catalano. Davanti sarà Gavi ad affiancare Aubameyang e il già citato Dembele.
Rimarrebbero fuori, comunque in ballottaggio per una maglia da titolari, Traore, Ferran Torres e tutta una serie di talentuosi campioncini in erba che potrebbero fare la differenza nella seconda parte della gara.
Potrebbe essere questa una lettura del match: se il Napoli dovesse riuscire a mantenere altissima la concentrazione per tutta la partita, il risultato potrebbe sorridere a Insigne e compagni, ma ogni piccola sbavatura e disattenzione sarebbe punti vigorosamente dal Barcellona.
La qualità tecnica del Barcellona a centrocampo, non si discute e gente come F. De Jong, Pedri e lo stesso Busquets, hanno nelle corde la possibilità di sorprendere i terzini del Napoli che dovranno essere abili nel non concedere i tagli da dietro degli esterni blaugrana.
In avanti Insigne potrebbe essere l’uomo decisivo per per il Napoli, anche perchè occorre segnare almeno una rete in più degli avversari per passare il turno, in virtù dell’1-1 dell’andata e del nuovo regolamento .
Lo scugnizzo napoletano giocherà come sempre a sinistra e tra le caratteristiche migliori dei terzini catalani, c’è quella di non essere dei fulmini di guerra quando c’è da difendere 1 contro 1. Saltare l’uomo non è mai stato un problema per il neo acquisto di Toronto e nel caso in cui il Napoli riuscisse a più riprese a creare la superiorità numerica in una delle due corsie, le cose potrebbero andare per il meglio.
Orari, arbitro e dove vederla
Napoli e Barcellona scenderanno in campo al Maradona agli ordini dell’arbitro russo Sergei Karasev, che fischierà l’inizio dell’incontro alle ore 21,00.
La partita è disponibile per gli abbonati Sky e DAZN.