Il Mondiale per Club 2022 non ha regalato sorprese negli Emirati Arabi Uniti.
La finale è quella prevista alla vigilia, fra il Chelsea campione d’Europa e il Palmeiras, di San Paolo in Brasile, campione dell’ultima edizione della Coppa Libertadores.
Dopo essere stati clamorosamente eliminati nella semifinale del 2021, i brasiliani non solo hanno concesso il bis continentale, ma sono anche riusciti a staccare il pass per la finale di sabato contro i Blues. Dall’altra parte i londinesi hanno un ricordo poco piacevole della finale del Mondiale per Club: nel 2012 furono battuti 1-0 dal Corinthians.
Insomma chi vincerà fra inglesi e verdeoro iscriverà per la prima volta il proprio nome nell’albo d’oro di questa manifestazione che con l’edizione in corso raggiunge la maggiore età, ovvero i 18 anni di vita. Dal 2005 il mondiale per club ha preso il posto della Coppa Intercontinentale.
Vediamo nel dettaglio che squadre erano impegnate nella discesa alla finale e quale cammino hanno percorso le due truppe che si giocheranno il titolo iridato, alle 17.30 italiane di sabato.
7 partecipanti per una coppa
Il Mondiale per Club da qualche anno ha spostato il suo epicentro dal Giappone, all’asia medio orientale. La 18ª edizione si sta giocando negli Emirati Arabi Uniti. Sette le formazioni in gara: oltre a Chelsea e Palmeiras, rispettivamente campioni d’Europa e del Sud America, ecco altre 5 formazioni poco note al grande pubblico.
Su tutti l’Al-Ahly, formazione egiziana campione d’Africa, a cui segue l’Al-Hilal (Arabia Saudita) in qualità di campione d’Asia, i messicani del Monterrey campioni del Nord e Centro America, oltre Pirae della Polinesia Francese e promossi d’ufficio dai vertici del calcio in Oceania, dopo che la pandemia non ha permesso di svolgere la Champions League a livello continentale.
A queste sei squadre si aggiungono, come prevede la formula del Mondiale per Club, i padroni di casa dell’Al-Jazira come rappresentanti del paese ospitante della competizione. Proprio la truppa degli Emirati Arabi Uniti è partita dal turno preliminare contro i polinesiani e il 4-1 finale permette ai locali di raggiungere il primo turno effettivo della manifestazione.
Sulla loro strada trovano l’Al-Hilal: vittoria netta di quest’ultimi per 6-1 e accesso alla semifinale. Nell’altra sfida del primo turno invece, il Monterrey cade a sorpresa 1-0 contro gli egiziani dell’Al-Ahly. Dunque niente “Derby” fra centro e sud America, con il Palmeiras che affronta i campioni d’Africa e il Chelsea opposto chiaramente ai campioni d’Asia.
Rispetto alla figuraccia di 12 mesi prima, i brasiliani affrontano la gara con il piglio giusto e liquidano i rivali 2-0, con annesso pass per la finale. Dall’altra parte il Chelsea dura molta più fatica del previsto e solo una rete del solito Lukaku evita grattacapi ben peggiori.
Qui, Chelsea
Per il Chelsea si tratta della seconda finale nel Mondiale per Club. Dieci anni fa non finì benissimo per i londinesi che furono battuti nell’ultimo atto dal Corinthians per 1-0, con la rete di Guerrero: una sorta di vendetta dell’ex Bayern Monaco, visto che gli inglesi avevano vinto pochi mesi prima la Champions contro i bavaresi ai rigori e per giunta sul loro terreno.
10 anni dopo, tra il titolo mondiale e i blues c’è di mezzo ancora una volta una formazione brasiliana. Il Chelsea cerca con insistenza questa vittoria, essendo il mondiale per Club l’unico titolo che manca nella bacheca dei londinesi. Negli ultimi 20 anni, gli attuali campioni d’Europa sono diventati una potenza planetaria e vincendo tutto quello che potevano vincere, comprese le due Champions League.
Non solo, ma vincere il Mondiale per Club aiuterebbe Tuchel (rimasto in Inghilterra dopo essere risultato positivo al tampone prima della partenza della squadra) a mettere a tacere la critica, dopo la netta flessione che ha portato la sua squadra negli ultimi due mesi a crollare a distanza siderale dal primo posto in Premier League e a chiudere da secondi in un girone di Champions League in cui Jorginho e soci partivano con il favore del pronostico. Qualificazione agli ottavi sì, ma alle spalle di una Juve più a suo agio in Coppa che in campionato.
E anche nella semifinale del Mondiale per Club il Chelsea non ha brillato oltre modo. Pur essendo iperfavoriti, gli inglesi hanno fatto molta fatica a bucare il muro dell’Al-Hilal che cede solo sulla giocata del ritrovato Lukaku. È il gigante belga a regalare la finale ai blues, in attesa poi di giocare il prossimo 27 febbraio anche la finale di Coppa di Lega a Wembley contro il Liverpool.
Tornando al Mondiale per Club non dovrebbero esserci grandi aggiustamenti per gli undici che scenderanno in campo contro il Palmeiras. Nel 3-4-1-2 di Tuchel (sostituito dal vice Low), con il fresco campione d’Africa Mendy in vantaggio su Kepa per il ruolo di portiere titolare. In difesa Christensen, Thiago Silva e Rudiger a comporre la linea a tre, con Azpilicueta esterno di destra e Alonso sul binario opposto.
A dettare i tempi al centro della mediana: i polmoni di Kante e la mente Jorgignho. Lukaku titolare come unico terminale offensivo e alle sue spalle agiranno Pulisic e Mount. A gara in corso, le armi di maggior potenza da gettare nella mischia per il Chelsea, rispondono a nomi di Werner, Havertz, Ziyech e Kovacic.
Probabile Formazione (3-4-2-1); Mendy; Christensen, Thiago Silva, Rudiger; Azpilicueta, Jorginho, Kante, Alonso: Pulisic, Mount; Lukaku. All. Low.
Qui, Palmeiras
I brasiliani hanno conquistato la loro prima finale nel Mondiale per Club, dopo averla mancata in maniera clamorosa lo scorso anno. A discolpa (in parte) dei “Verdi” va detto che 12 mesi fa volarono alla volta della manifestazione appena tre giorni dopo aver battuto il Santos nella finale tutta brasiliana della Coppa Libertadores 2020. Insomma poco tempo per recuperare dalle fatiche in campo e dalla fatiche degli infiniti festeggiamenti.
Nell’edizione 2021 il back to back del Palmeiras mettendo fine ad un tabù che durava da 20 anni nella coppa più importante a livello sud americano. Era dall’accoppiata del Boca Juniors, nel 2000 e 2001, che una squadra non vinceva due edizioni di fila della Coppa Libertadores.
Quella coppa vinta la prima volta nel 1999 dalla formazione di San Paolo, a cui seguì la finale di Coppa Intercontinentale persa per 1-0 contro il Manchester United di Sir Alex Ferguson. Insomma, una sorta di maledizione per il “Verdão”: cambia il nome, ma il titolo mondiale non sembra voler arrivare.
Eppure stiamo parlando di una squadra che ha vinto 10 Brasilerao, ovvero il massimo campionato verdeoro: i titoli del 2016 e del 2018 hanno permesso al Palmeiras di prendere il largo al comando della classifica dei trionfi. Nessuno come loro, che oltre al campionato, hanno vinto in questi sei anni anche una Coppa di Brasile e le due Libertadores appunto.
In semifinale la formazione di Ferreira non ha commesso l’errore di 12 mesi fa e ha liquidato 2-0 l’Al-Ahly, grazie alle reti di Veiga su assist di Dudu e di quest’ultimo su servizio del primo marcatore. Loro due sono sicuramente gli uomini di maggior qualità nello scacchiere del tecnico lusitano, assieme ai vari Ze Rafael, Rony, Danilo e la meteora milanista Gustavito Gomez al centro della difesa.
Dopo la vittoria della Libertadores, un’altra conoscenza del calcio italiano come Felipe Melo è passato alla corte della Fluminense. In vista della finale del Mondiale per Club, squadra che vince non si cambia e dunque contro il Chelsea dovrebbero trovare spazio gli stessi 11 che hanno battuto gli egiziani in semifinale.
Il Palmeiras si schiera con un collaudato 4-5-1 che in fase di possesso diventa un vero e proprio 4-3-3. In porta Weverton, mentre al fianco di Gomez ci sarà Luan. Gli esterni a centrocampo, pronti poi a diventare attaccanti in fase offensiva, sono Dudu a destra e Danilo a sinistra. Attaccante centrale sarà Rony.
Probabile Formazione (4-5-1): Weverton; Rocha, Luan, Gomez, Piquerez; Dudu, Ze Rafael, Gustavo Scarpa, Veiga, Danilo; Rony. All. Ferreira.