Tra Milan e Juventus non c’è più una distanza insormontabile.
Le ultime due sconfitte dei rossoneri a San Siro – contro Napoli e Spezia – sono come lo specchio riflesso del momento di forma straordinario – almeno a livello di risultati – della Juventus di Max Allegri.
I bianconeri, sfruttando il calendario e con un filotto di risultati sono riusciti ad attaccare il loro vagone alla locomotiva del campionato, quella rappresentata dalle 4 squadre che sembravano in fuga verso la Champions.
Basti pensare che in caso di vittoria juventina nella gara contro il Milan i bianconeri si porteranno a soli 4 punti dalla squadra di Pioli. Solo un mese fa sembrava fantascienza.
Una Juve che sembra più in palla del Milan
Che mentre fatica a livello di gioco, continua a vincere. La Vecchia Signora viene da otto risultati utili consecutivi in Serie A, ma il livello delle avversarie (esclusa magari la Roma, autrice di un harakiri in piena regola) è stato senz’altro un fattore determinante ai fini della continuità in campionato dei bianconeri.
L’ultima sconfitta della Juventus in Serie A risale al 27 novembre (contro l’Atalanta). Lavorando di cesello e muso corto, Max Allegri ha dato equilibrio e solidità ad una fase difensiva terribilmente deficitaria ad inizio stagione.
Il vero problema della Juventus rimane però la fase offensiva, dove l’ultimo passaggio – o tiro – è spesso demandato all’indiscusso 10 e leader tecnico dell’undici bianconero: Paulo Dybala. Ironia della sorte, il giocatore più forte del reparto offensivo juventino è anche quello che appare – più degli altri – lontano dai destini solitari di Madama. La questione rinnovo, che poco ha a che fare col campo, sta senz’altro condizionando la Joya.
Il Milan deve ancora leccarsi le ferite per la terribile sconfitta contro lo Spezia di lunedì. Una partita folle, certamente condizionata dal fischio balordo dell’arbitro Serra ma anche da un atteggiamento – quello del Milan di Pioli – che sembra contraddistinguere le partite dei rossoneri da un po’ di tempo a questa parte: confusionario. Il Milan, nonostante le assenze – pesantissime, soprattutto dietro –, continua a giocare il suo calcio; Pioli ha dato ai rossoneri un’identità precisa, che non è l’assenza dei singoli a condizionare.
Ma quando la partita richiederebbe calma o quantomeno la costruzione di un piano alternativo, il Milan va avanti martellando l’avversario coi suoi principi – immutabili, ma non imbattibili – di gioco. Ne consegue – spesso e volentieri – una gran confusione in fase offensiva, dove tutti provano a dar tutto dimenticandosi di avere di fronte (e alle spalle) altri dieci giocatori – quelli avversari, appunto.
Due stili diversi
In questo senso, Milan vs Juventus per i rossoneri suona come una trappola. Il Milan non può giocare per il punto. Deve giocare per i tre, sempre.
Lo avrebbe fatto a prescindere, perché questo è il Milan di Pioli – non si calcola, si fa. Ma lo farà a maggior ragione contro la Juve, perché per il primo posto il Milan non ha più molto da perdere.
Ce l’aveva contro lo Spezia, quando poteva recuperare due punti d’oro ai cugini – che hanno una partita in meno, ricordiamolo. La Juventus, all’aggressività del Milan, può rispondere in due modi: o, come all’andata quando fece una delle migliori prestazioni della stagione almeno nel primo tempo, aggredendo a sua volta l’avversario; oppure, aspettare e ripartire in contropiede.
Allegri sa, lo ha capito bene, che il calcio è cambiato – sì, anche quello italiano –, ma sa anche che per vincere una partita del genere il primo ingrediente è non prendere gol.
Lì davanti, l’attacco bianconero falcidiato dal terribile infortunio occorso a Federico Chiesa rimane un attacco pericolosissimo: Dybala nonostante i rumors di mercato che possono influire sulla tranquillità mentale è pur sempre un giocatore (uno dei pochi in Serie A) in grado di decidere una gara con la qualità secca della giocata.
Morata, che a livello realizzativo sta facendo l’ennesima scialba stagione, gioca per i compagni e si danna l’anima in questo fondamentale – sa che questa ormai è la sua dimensione.
I due moduli, non troppo dissimili, possono indicare già dalla disposizione in campo il probabile duello della sfida: Tonali vs Dybala. L’argentino, per non cadere nella morsa asfissiante del centrocampo avversario, verrà spesso a prendersi il pallone per iniziare l’azione offensiva. Ma state certi che Tonali lo seguirà come un faro nella notte di tempesta.
È in questo duello, tra resistenza centripeta del Milan – con conseguente sviluppo sulle fasce – e ispirazione gioiosa della Joya, che si gioca il big match della 23esima di campionato.
Per la Juventus, ai fini del quarto posto, è una sfida importante ma non decisiva. Allegri lo sa, come Pioli sa che il treno scudetto non aspetta ritardatari. Né indecisi. In fondo, tra il Diavolo e la Vecchia Signora, è sempre ancora una questione di tempo.