A volte il calcio è anche un gioco di addizioni e sottrazioni. La presenza di un dato giocatore può fare la differenza in positivo, la sua assenza può farla in negativo. Naturalmente parliamo di Rafael Leão e del Milan, ma non solo.
Al Derby di semifinale di Champions, il primo da 20 anni con il precedente del 2003 e il terzo nella storia contando anche quello del 2005, l’Inter arriva da favorita grazie a un mix di congiunture astrali e di programmazione, che consente alla squadra di Simone Inzaghi di presentarsi al top della forma in vari elementi chiave. Tra questi, quello maggiormente decisivo è forse Marcelo Brozovic.
Ma vediamo di capire cosa dobbiamo aspettarci da questo attesissimo Milan-Inter, un film di cui mercoledì sera assisteremo al primo tempo.
Milan-Inter: tutte le info utili
Quando e dove si gioca
Milan-Inter è il l’andata della semifinale di Champions League 2022/23 ed è in programma alle 21 di mercoledì 10 maggio, ovviamente presso lo Stadio “Giuseppe Meazza” di San Siro, in Milano.
Dove vederla in TV e streaming
I diritti in esclusiva per questo match sono di Amazon Prime Video, che come saprete ha la possibilità di scegliere la migliore tra le partite del mercoledì di Champions. Tuttavia, essendo una semifinale tra due italiane, la gara sarà visibile anche su TV8. Per gli abbonati Amazon il match si potrà fruire tramite l’app disponibile su Smart tv, o su console di gioco (PlayStation, Xbox) oppure su Google Chromecast e Amazon Fire TV Stick. In alternativa, c’è anche la possibilità di streaming su PC o vari device mobili, tramite la app e il sito di Amazon Prime Video, a cui si aggiunge anche il sito di TV8.
L’arbitro della partita
La squadra selezionata da Roberto Rosetti per questo Derby milanese di Champions è tutta spagnola. L’arbitro sarà Jesús Gil Manzano, alla direzione numero 20 in Champions League. Gli assistenti saranno Diego Barbero e Ángel Nevado, con José María Sánchez nelle vesti di quarto ufficiale. Al VAR Juan Martínez Munuera, con Alejandro Hernández come assistente.
Manzano ha arbitrato squadre di club italiane in 14 occasioni, con 8 successi, 2 pareggi e 4 sconfitte. Nessun precedente con l’Inter, mentre il Milan è la squadra italiana che il fischietto spagnolo ha arbitrato più volte: 3. Le prime due riguardano la Europa League 2020/21, entrambe finite in pareggio e una di queste vinta dal Milan ai rigori (contro il Rio Ave). La più recente è Milan-Dinamo Zagabria 3-1 della fase a gironi proprio di questa edizione di Champions League.
Le probabili formazioni di Milan-Inter
Qui Milan
Tifosi e addetti ai lavori sono con l’orecchio fisso sulle notizie provenienti dall’infermeria, ma ci sono realmente pochissime speranze che Rafael Leão possa recuperare in tempo per il match di andata contro l’Inter. Più probabile che ci sia tra una settimana, per quello di ritorno.
L’assenza è comunque gravissima, ma non dovrebbe indurre Pioli a derogare dal 4-2-3-1 che è tornato in pianta stabile modulo di riferimento del suo Milan. Certo la presenza di Leão alto a sinistra ha qualcosa di letale che Saelemaekers, pur in ottima forma, non può mai dare. I rossoneri si appoggeranno su inventiva e percussioni di un Brahim Diaz a cui è chiesto un salto di qualità in termini anche di continuità nell’arco della partita, caratteristica in cui il talento spagnolo è sempre stato piuttosto carente. Dovremmo ancora vedere Bennacer avanzato sulla trequarti, posizione dalla quale il 25enne algerino è stato match-winner nell’andata dei quarti contro il Napoli. In mezzo insieme a Tonali ci sarà ancora una volta Krunic, a far legna. Qualche dubbio sul centrale da affiancare a Tomori, ma tutto lascia pensare che Pioli punti ancora sull’esperienza di Kjaer.
- Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjaer, Tomori, Theo Hernandez; Krunic, Tonali; Brahim Diaz, Bennacer, Saelemaekers; Giroud. All. Pioli.
Qui Inter
Tolto il problema momentaneo occorso a Robin Gosens, e l’infortunio di D’Ambrosio che è comunque un rincalzo mentre su Skriniar la squadra ha ormai da molto tempo fatto l’abitudine a non contare, l’Inter si presenta a questa semifinale tirata a lucido. Darmian si è ormai adattato al ruolo di terzo di difesa. Dimarco è tra gli esterni più ficcanti ed efficaci non solo in Serie A, con record personali di gol e assist. Barella è tornato a scorrazzare tra i reparti, con sempre maggior qualità. E poi c’è Lukaku, che si è ormai abituato a incidere partendo dalla panchina e così dovrebbe essere anche stavolta.
Il dubbio è sul regista, fra Brozovic e Calhanoglu, con il turco che al momento sembra favorito. Tuttavia è difficile pensare che Simone Inzaghi si privi di un giocatore in evidente crescita come il croato, per ragioni che illustreremo più avanti.
- Inter (3-5-2): Onana; Darmian, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro, Dzeko. All. S.Inzaghi
Milan-Inter: precedenti, curiosità e statistiche
Come forse saprete già, ci sono ben 178 precedenti per il Derby della Madonnina, in Serie A. Qui però ci occupiamo di tutti i confronti fra Milan e Inter avvenuti in contesti a eliminazione diretta.
Tra Coppa Italia, Supercoppa italiana e Champions League, parliamo di 33 confronti in totale. Di queste, 3 sono state finali a gara unica: una di Coppa Italia (1977, 2-0 Milan) e due di Supercoppa Italiana (2011 con Milan vincente 2-1, 2021 con Inter vincente 3-0).
A questo computo si aggiungono gli altri 26 confronti in Coppa Italia, corrispondenti a 13 turni di andata e ritorno. In 8 di questi si è qualificato il Milan, in 5 è passata l’Inter.
A completare, ecco i 4 precedenti di Champions League, risalenti alla semifinale 2002/03 e ai quarti 2004/05.
Nel 2002/03 l’andata in casa del Milan terminò 0-0, mentre nel ritorno segnò prima “Oba Oba” Martins per l’Inter, ma fu il pareggio di Shevchenko a decidere il passaggio del Milan in finale, finale che poi avrebbe vinto ai rigori contro la Juventus.
Nel 2004/05 le due milanesi si trovarono nuovamente di fronte, stavolta ai quarti di Champions. Anche in questo caso l’andata si giocò in casa del Milan, con successo 2-0 siglato da Stam e Shevchenko. Nella gara di ritorno aveva timbrato nuovamente il fuoriclasse ucraino, ma alcune decisioni arbitrali indispettirono la curva interista, che iniziò un copioso lancio di fumogeni in campo. Uno di questi colpì Dida, che fu costretto al cambio. La partita venne prima sospesa dall’arbitro Merk, che poi mandò le due squadre definitivamente negli spogliatoi. Dopo questo match, passato alla storia come “Derby della vergogna”, venne assegnato lo 0-3 a tavolino al Milan, che si qualificò in semifinale e poi si spinse fino alla finale, persa ai rigori contro il Liverpool.
L’assenza di Rafael Leão sarebbe pesante non solo per i gol. L’attaccante portoghese ha messo a segno già 37 dribbling vincenti, in questa Champions League. Si tratta di un record di squadra per una singola edizione, che pareggia quello precedente di Kakà. Opta ci ricorda inoltre che Leão è stato protagonista del 40,2% dei dribbling riusciti all’intera squadra (37 su 92), la percentuale più alta di qualsiasi altro giocatore.
Dall’altra parte occhio a Lautaro Martinez, che ha nel Milan una delle sue vittime predilette. Il “Toro” ha segnato 7 gol in 12 partite giocate contro i rossoneri. Dal suo approdo in nerazzurro (2019) è il giocatore che ha segnato più gol contro il Milan, considerando tutte le competizioni.
Le possibili chiavi della partita
Abbiamo detto di Leão e della sua importanza vitale nell’attacco del Milan, per ragioni che vanno anche al di là dei gol e dei dribbling da poco menzionati. L’assenza del nazionale portoghese porterà all’inedita catena “Theo-Saelemaekers”, la cui efficacia è tutta da vedere anche se il francese è a sua volta in grande crescita di condizione, come dimostra il gol contro la Lazio dopo corsa di 60 metri palla al piede. La compresenza di Leão avrebbe dato più di un mal di testa a Dumfries e Darmian, gli incaricati di contenere gli attacchi in quella fascia di campo.
La vera chiave di volta della partita e della serie di semifinale potrebbe essere la presenza di Brozovic. Il 30enne croato è stato praticamente inutilizzato fino a febbraio, per una serie di guai muscolari. Quindi, gli è stato necessario un certo periodo di rodaggio per riprendere gamba, fiducia e condizione. Dal mese di aprile, Brozo è tornato ai suoi standard e l’Inter ha superato i quarti di Champions, centrando 4 vittorie consecutive in campionato e la finale di Coppa Italia, eliminando la Juve. Un caso? Forse, ma anche no. Oltre al lavoro fatto in proprio, in termini di cucitura del gioco, geometrie, interdizione, aiuto ai compagni, c’è anche quanto gli stessi compagni siano più liberi di esprimere le proprie qualità. E se i giocatori in questione si chiamano Barella, Mkhitaryan e Calhanoglu, ciò significa che la squadra ci guadagna come qualità negli inserimenti senza palla, nel tiro e nell’ultimo passaggio. Calha ha ormai imparato a calarsi nei panni di vice-Brozovic, ma il ruolo di vertice basso della mediana è più da leggersi come un completamento tecnico, di un giocatore che mantiene tutte le caratteristiche della mezzala.
Un centrocampo dell’Inter in condizioni così smaglianti richiederà un Sandro Tonali in formato “super saiyan”. L’ex Brescia è primo in tutta la Champions League 2022/23 per pressioni applicate agli avversari in totale (815) e nella zona centrale del campo (419). Ciò significa da un lato che giocare contro Tonali comporta una maggiore difficoltà nel ricevere ed effettuare passaggi puliti. Dall’altro lato, però, avere contro un centrocampo con tecnica, dinamismo e fisicità come quello dell’attuale Inter può mettere Tonali in situazioni difficili, magari di inferiorità numerica o in cui si trovi costretto a spendere falli ed eventualmente cartellini.