Dopo il tonfo in Coppa Italia contro l’Atalanta, il Milan ha rialzato la testa in campionato mettendo a segno una convincente vittoria casalinga contro la Roma. Unica sporcatura: il fallo da rigore commesso dal capitano Davide Calabria che non ha permesso ai rossoneri di mantenere la porta inviolata.
Al netto dei tre punti fondamentali che hanno permesso di blindare il terzo posto in classifica, qualche nota negativa c’è. Ogni tanto la squadra di Stefano Pioli ha la tendenza a dimenticarsi che le partite durano 90′. Difatti, intorno al 70′ il Milan è parso sconnesso e fuori contesto. Tant’è che se non fosse stato per le miracolose parate di Maignan, l’epilogo sarebbe potuto essere differente.
Questo spaesamento è una costante nonché motivo di perenne incertezza su quale sia il reale valore della squadra. Potenzialmente, grazie anche al mercato realizzato in estate, il Milan potrebbe giocarsi le sue carte in ogni contesto e contro qualunque avversario. È stato ben chiaro in Champions League contro PSG e Newcastle. Meno in campionato.
La pennellata del pittore francese
Il destino può essere ironico. Nel giorno dell’addio definitivo di Krunic al Milan, Yacine Adli timbra il cartellino per la prima volta in Serie A. In maniera quasi simbolica, Pioli ha voluto schierare il francese dal primo minuto. Proprio lui, che dal suo approdo in rossonero si è sempre conteso un posto da titolare con il bosniaco.
Lo stupore sta nel fatto che Adli non è un giocatore che cerca assiduamente la porta. Anzi predilige un ruolo più arretrato nel quale ha mostrato di poter essere decisivo. Ed è probabilmente anche per questo che quanto accaduto a San Siro ha un che di speciale. Una sorta di passaggio di consegne, la cui eredità pare essere in buone mani.
Il tutto è ancora più sorprendente se si pensa che nella scorsa sessione di mercato era considerato uno dei possibili partenti. Ha accettato di adattarsi ad un nuovo ruolo con impegno e dedizione. Si è guadagnato stima e fiducia da parte di mister e compagni passando da essere colui che organizzava feste a tema Milan ad un affidabile perno della squadra.
Il redivivo
Nell’ambiente Milan si fa un gran vociare della necessità di un centravanti qui e ora. Le piste calde parevano portare a David o Guirassy. Ora, il club si sta concentrando a rinforzare la difesa, reparto maggiormente falcidiato dagli infortuni. Questa necessità sembra essere più impellenti nelle occasioni in cui Giroud non riesce ad essere decisivo.
Contro la Roma lo è stato. Ha segnato il secondo gol della sfida, blindando il risultato ad inizio ripresa. La sua età è innegabilmente un fattore di cui tenere conto. Il Milan dovrà muoversi sul mercato per rinvigorire il reparto, ma per ora i rossoneri si godono i suoi che in più di un’occasione si sono rivelati decisivi.
La leadership non è da tutti
Mike Maignan si sta sempre più mostrando la mente della squadra. Parla poco ma agisce molto. Lo si vede sempre particolarmente attivo nel corso del match, specie quando si tratta di fornire indicazioni ai compagni. Anche nel corso della sfida contro la Roma, il francese è sempre parso molto lucido.
Da non dimenticare le sue parate che hanno in più momenti salvato il risultato ed anche la panchina di Stefano Pioli. Nonostante il dato non sia eccellente, le differenze rispetto allo scorso anno sono evidenti. Maignan riesce a dare unità e coesione ad una difesa martoriata dagli infortuni e che deve fare con l’assenza di Fikayo Tomori.
Il (quasi) ritorno di turbo Theo
Theo Hernandez è indubbiamente un perno della formazione rossonera, non fosse che il suo inizio di stagione è stato alquanto opaco e poco incisivo. Negativo è stato soprattutto il dato relativo alle ammonizioni, ben sei cartellini gialli. Quasi ognuno di questi è stato rimediato per protesta e non per falli di gioco. Ciò costituisce una criticità di non poco conto.
Le sue prestazioni sono state spesso sottotono e la sua resa in campo ben lungi da quella da quella che le sue potenzialità gli permetterebbero. Le sue statistiche ad oggi dicono 3 gol ed un assist. Piuttosto poco, specie considerato quanto mostrato nei suoi primi anni al Milan.
Va sottolineato che a causa dell’emergenza in difesa, è stato schierato come difensore centrale. Posizione che ha spesso limitato il suo punto di forza: la corsa. Tuttavia, una volta ripresa la sua posizione, pare aver cambiato registro. A dimostrarlo il gol contro la Roma, occasione nella quale ha messi in atto parte della sua potenzialità.
Il terzo posto è blindato ma si cerca il grande assente
Il Milan ha sempre avuto storicamente buona parte della rosa composta da brasiliani. Soprattutto durante la presidenza di Silvio Berlusconi, dato che all’epoca patron dei rossoneri piaceva molto il loro estro in campo. Ora, la tendenza è cambiata e la squadra meneghina è a trazione transalpina. Tuttavia, bisogna fare i conti con un grande assente: Rafa Leao.
Le magie del portoghese servono al Milan. Il suo rendimento incostante ha condizionato anche quello dei rossoneri. L’auspicio è che lo stesso giocatore ritrovo le certezze smarrite e torni ad essere il fuoriclasse che ha contribuito alla vittoria del 19° scudetto. Il fronte francese per ora pare essere compatto, si attende il ritorno del numero 10.