7 Supercoppe in 44 anni. Di fatto, circa una ogni sei stagioni. Il Milan è stato tra i maggiori protagonisti del calcio italiano, europeo e mondiale e ha saputo produrre e riprodurre cicli come (forse) nessun altro nel carrozzone del pallone. Merito di Berlusconi? Sì, anche. Ma merito di una storia che ha saputo rigenerarsi e trovare nuove forme, anche quando il terreno è stato aridissimo, non c’era così tanto da coltivare, e lo spettro della Serie B era proprio dietro l’angolo, incastrato ancora nei ricordi da diluire col tempo. E con le vittorie.
Sette Supercoppe però sono tante: solo la Juve ha saputo fare di meglio, con 9 totali di cui 5 però negli ultimi dieci anni. I rossoneri hanno partecipato a 11 finali (una in più dell’Inter, che affronteranno nella prossima edizione) e hanno la maggiore percentuale di vittorie in relazione ai match giocati. Insomma: se arriva, va fino in fondo. Non solo: negli anni d’oro, tra Sacchi e Capello, i rossoneri hanno raggiunto il primato di edizioni consecutive vinte, ossia 3. E’ accaduto dal 1992 al 1994. Quest’anno si presentano da campioni d’Italia: in 34 edizioni, 24 finali sono andate al club scudettato; 8 volte il trofeo è passato tra le mani di chi ha vinto la Coppa Italia (in questo caso sarebbe l’Inter), per ben 2 volti a finalisti di Coppa Italia (accade quando è la stessa squadra a vincere scudetto e Coppa).
Chi ricorda però come, quando, dove e perché il Milan ha vinto le super sette? Rinfreschiamoci la memoria.
Supercoppa 1988
La primissima edizione, quella del 1988, fu subito a tinte rosse e nere. La Supercoppa ’88 è stata disputata il 14 giugno del 1989 allo stadio Giuseppe Meazza di Milano: c’erano i campioni d’Italia del Milan e la Sampdoria, che aveva vinto la Coppa Italia. I rossoneri erano semplicemente imbattibili: vinsero per 3-1, portando a casa una prima volta che ha poi segnato un momento spartiacque della stagione. Oh, giusto per capire la dimensione di quella vittoria: la Samp era quella di Boskov, con Vialli e Dossena in attacco, Vierchowod e Carboni in difesa, Pagliuca tra i pali. S’apprestava a diventare Quella Sampdoria.
Il Milan? Era già Quel Milan. Galli tra i pali; Tassotti, Costacurta, Galli e Baresi. Rijkaard e Van Basten, Carletto Ancelotti col 10 e Arrigo Sacchi in panchina. Che vinse 3-1: Rijkaard, Mannari e Van Basten. Il primo gol? Di Vialli, pochi minuti ad anticipare l’assolo milanista.
Supercoppa 1992
Non cambia lo scenario – restiamo a San Siro – ma cambia leggermente il Milan. Nella gara unica, quinta edizione totale, la Supercoppa finì nuovamente tra le mani della squadra con lo scudetto sul petto: era il Milan, stavolta a sudarsela contro un Parma pronto a farsi storia. Nevio Scala sulla panchina dei gialloblù iniziava a cambiare i connotati degli emiliani: Taffarel tra i pali, poi una tribù interamente italiana, con Melli e Pin a comandare il gioco, Minotti gran capitano e (soprattutto) Faustino Asprilla come variabile impazzita.
Il Milan era fenomenale: Papin, Van Basten e Gullit agli ordini di Capello. Soprattutto, Paolo Maldini con Tassotti, Costacurta e Baresi. Donadoni sugli esterni, Albertini già in cabina di regia. Dopo il vantaggio firmato da Van Basten al quarto d’ora, è Melli a pareggiare su calcio di rigore. Massaro, al 70′, chiude a chiave i conti rossoneri: arriva la seconda Coppa, quella Super.
Supercoppa 1993
Un anno dopo, rieccoci. Stavolta il Milan – vincitore del campionato 1992-1993 – supera il Torino, che aveva sì portato a casa la Coppa Italia nella stagione precedente, ma aveva poche velleità di vittoria. Del resto, quella del Mondo, Emiliano Mondonico, era una squadra talentuosa ma ben lontana dalla qualità del gruppo di Capello. Bene, dove giocarla? Al Robert F.Kennedy Memorial Stadium. E cioè a Washington, negli Stati Uniti. Un’operazione non esattamente riuscita.
Alberto Costa, inviato per il Corriere della Sera, scrisse: “Si è giocato al suono dell’inno americano, tra popcorn e il profumo degli hot dogs”. Lo stadio si presentò con molti vuoti, l’opera di colonizzazione intrapresa dal “Calcio” era praticamente alle battute iniziali. Ecco, e lo spettacolo non è che si rivelò entusiasmante: 1-0, gol di Simone dopo 4 minuti. Nulla in più.
Supercoppa 1994
Ultima delle tre consecutive (ancora oggi, un record): la Supercoppa tornò a Milano e fu ancora del Milan. Stavolta, i rossoneri affrontarono la Sampdoria, in un revival del match del 1988, vinto ancora dalla squadra all’epoca allenata da Sacchi. Nel 1994, in panchina c’era Fabio Capello. E in campo c’erano Boban, Lentini, Gullit e ancora Marco Simone. Nella Samp? Intanto, l’ex Evani. Soprattutto Roberto Mancini (senza Vialli al suo fianco), con Jugovic, Melli e Walter Zenga in porta. Sulla sinistra, il mancino di Sinisa Mihajlovic. Spettacolare.
Fu una partita strana, sbloccata subito da Sinisa – che di Milan e Samp è stato poi anche allenatore -, ripresa per i capelli da Gullit al minuto 83. Ai calci di rigore, reti di Albertini e Platt, lo stesso per Boban e Vierchowod, poi Simone in gol e l’errore di Chicco Evani, così come quello proprio di Mihajlovic, e proprio al quinto. Vince il Milan, è la quarta Supercoppa della sua storia.
Supercoppa 2004
Dopo la fine del super ciclo Sacchi–Capello, il Milan torna a vincere una Supercoppa dopo tre edizioni consecutive perse (1996, 1999, 2003). Stavolta, i rossoneri, campioni d’Italia nel 2004, affrontano la vincitrice della Coppa Italia dello stesso anno, ossia la Lazio. Allenata da Carletto Ancelotti, l’uomo della prima, siamo in piena epoca di albero di Natale: davanti a Dida, Cafu, Nesta, Stam e Maldini. Gattuso e Ambrosini, con Rui Costa, Kaka, Sheva e Tomasson. Era il Milan fresco di Manchester, pronto a soffrire a Istanbul e a rinascere ad Atene.
E la Lazio? In una fase totalmente interlocutoria: era il primo anno di Claudio Lotito, in panchina era finito Domenico Caso, fino all’anno precedente tecnico della squadra primavera. Un buon inizio di stagione, sì. Poi però arrivarono la lite con Di Canio e risultati complicati, fino all’esonero e all’ingresso di Papadopulo. Tuttavia, in quel 24 agosto del 2004, a San Siro, c’era proprio lui a gestire i biancocelesti, colpiti nelle casse ma non nell’animo. Era la Lazio di Peruzzi, di Oddo, capitan Negro e Fernando Couto. Cesar in attacco e Liverani in regia. Muzzi bomber, più Pandev e Di Canio dalla panchina. Non ebbero comunque scampo.
Una tripletta di Shevchenko, minuti 36, 43 e 77: il Milan porta a casa la quinta Supercoppa della sua storia.
Supercoppa 2011
L’Inter post Triplete, il nuovo Milan di Massimiliano Allegri, che prova a risalire la china. Uno spettacolo. E infatti così fu allo stadio nazionale di Pechino, l’impianto che ha ospitato quella finale, la prima stracittadina assoluta disputata nella manifestazione.
Era il Milan di Nesta e Thiago Silva, con Gattuso capitano e Seedorf a cambiare il gioco. Era il Milan – su tutti – di Ibrahimovic e del dieci atipico, KP Boateng. Con Pato e Cassano in panchina, con Robinho rifinitore. Dall’altra parte, una squadra ri-fondata. Gasperini alla prima, grande occasione, con il suo 3-5-2 basato sui guizzi di Samuel, Ranocchia e Chivu. Capitan Zanetti a dare una mano, Ricky Alvarez grande speranza. Sneijder ed Eto’o, però, agli ultimi scampoli di una carriera super. Sette anni più tardi, ancora Pandev a giocarsi una Supercoppa dalla panchina contro il Milan.
Dopo il vantaggio al 22′ con Sneijder, l’Inter deve però arrendersi a 10 minuti di fuoco dei rossoneri: Ibra pareggia al 60′, Boateng chiude i conti al 69′. Ed ecco la sesta Supercoppa Italiana per il Milan, la primissima per Max Allegri. Presto si abituerà ad alzarne altre.
Supercoppa 2016
A proposito di Allegri: stavolta era dall’altra parte, e cioè da quella della Juventus. I bianconeri, vincitori di Serie A e Coppa Italia, hanno sfidato la finalista di coppa del 2016, proprio i rossoneri di Vincenzino Montella. Stavolta? Non a Torino, nemmeno a Milano. Bensì a Doha, in Qatar, anni prima del Mondiale. La Juve si schierava con un 4-3-1-2 atipico: davanti a Buffon, Lichtsteiner, Rugani, Chiellini e Alex Sandro; Marchisio e Khedira in mezzo, Sturaro spostato sulla sinistra e Pjanic sulla trequarti. Mandzukic a supporto di Higuain.
I rossoneri venivano da un momento comunque complicato: la grande speranza, diventata certezza, era Gigio Donnarumma. Una perla delle giovanili alle primissime armi tra i professionisti. Davanti a lui, Paletta e Romagnoli, Abate e De Sciglio. In cabina di regia? Un ragazzino chiamato Manuel Locatelli, poi Kucka e Bertolacci. Sulla trequarti: Bonaventura, Suso. E Bacca in attacco. Dunque, va da sé: un mezzo miracolo per il Milan. Che infatti va sotto dopo 18 minuti, gol di Chiellini. Che però recupera: al 38′ c’è Jack Bonaventura a ridare fiato e voglia. Si va ai rigori, dove sbaglia Lapadula, ma dopo di lui lo fanno Mandzukic e Dybala. Di Mario Pasalic il penalty decisivo, quello della settima Supercoppa milanista.
Le finali di Supercoppa perse
- 1996, stadio Giuseppe Meazza in San Siro. Il 25 agosto del 1996, il Milan di Tabarez perde la prima Supercoppa della sua storia, dopo aver vinto quattro finali su quattro. Ad aggiudicarsela è la Fiorentina, che nel 1996 aveva alzato la Coppa Italia. Ebbene: vantaggio del Re Leone Batistuta, pari del Genio Savicevic al 22′, chiusura spettacolare ancora di Batistuta. E quella Viola, fatta di Toldo, Rui Costa, Oliveira e del Re Leone, allenata da un giovane e rampante Claudio Ranieri, scrisse un gran pezzo di storia.
- 1999, stadio Giuseppe Meazza in San Siro. Il Milan arriva alla finale dopo la vittoria in campionato nel ’99, la Coppa Italia era invece andata al Parma. Il 21 agosto del 1999, si consuma una mezza ‘tragedia’ sportiva. Vantaggio rossonero con Guglielminpietro al 54′, pari firmato da Hernan Crespo al 66′, chiosa al 92′, in pieno recupero, firmata Boghossian. Alberto Malesani portato in trionfo, Zaccheroni si apprestava a vivere settimane complicate.
- 2003, stadio Giants di East Rutherford, New Jersey, USA. Cosa ci fanno Juventus e Milan in un luogo non esattamente centrale del nord America? Si giocano la Supercoppa Italiana numero 16. I bianconeri arrivano dalla vittoria dello scudetto, per i rossoneri era arrivata la Coppa Italia nella stagione precedente. Quel 3 agosto del 2003 è caldissimo ed è un posticipo della finale di Champions League vissuta a Manchester. Esattamente 67 giorni dopo, le due squadre si ritrovano. E la tensione è palpabile, si riflette nel match. 0-0 a fine primo tempo, poi un rigore di Pirlo al 107‘, quindi il pari di Trezeguet al 108‘. Ai rigori, 5 su 5 per la Juve; per il Milan sbaglia Christian Brocchi. E Buffon alza la coppa da MVP.