Dopo l’impegno europeo, che il Milan è riuscito portare termine con successo, è di nuovo tempo di campionato. Che i rossoneri possano attentare al primato dei cugini nerazzurri pare piuttosto improbabile. Ciò che non lo è, dati alla mano, pare essere l’eventualità di terminare la stagione al secondo posto. Questo si sta verificando grazie ad un ritrovato senso della vittoria del Diavolo ed al contempo della battuta d’arresto di quella che ora è la diretta inseguitrice, ovvero la Juventus.
Al netto di una difesa ciclicamente lacunosa e colpita a più riprese da continui infortuni, da ultimo quello di Kalulu, la cui stagione è quasi certamente conclusa, per il resto si può parlare di una chiusura di stagione più che decorosa. Il reparto offensivo sembra aver trovato in Noah Okafor un giocatore tanto duttile da poter giocare sia come ala che da centravanti.
L’intermittenza mostrata da Giroud ed ancora più da Jovic, ha reso evidente la necessità di avere in rosa non tanto un finalizzatore, quanto più qualcuno che abbia la capacità di creare un lavoro collettivo. In sostanza era necessario cambiare l’approccio delle pedine, più che le pedine stesse. Da ciò hanno trovato nuova linfa alcuni dei capisaldi del Milan.
In fin dei conti, decretare i vincitori nel calcio è cosa abbastanza semplice. È sufficiente che una delle due squadre coinvolte segni un gol in più rispetto all’avversaria. Seppur questa paia una tautologia, non lo è di certo il modo in cui si arriva al risultato. Ed il difficile arriva qui. Se la difesa non da certezze, l’attacco dev’essere marmoreo. Quando il Milan lo è, il match può rivelarsi imprevedibile.
Christian Pulisic: The Italian Captain America
L’approdo di Pulisic tra le fila rossonere è stato accolto con un tiepido entusiasmo. La discriminante è rappresentata per lo più dal suo passaporto. Gli statunitensi non sono mai riusciti a trovare il proprio eden al Milan. Gli esempi lapalissiani più recenti di questo disagio sono rappresentati di Onyewu e Dest. Sulla base di ciò e della mediocre stagione avuta dal giocatore al Chelsea, i timori erano vari.
Eppure, l’americano sta invertendo con numeri e performance questa tendenza. Doppia cifra in stagione, giocate da fuoriclasse e leadership dentro e fuori dal campo. Non solo, Pulisic si sta rendendo sempre più protagonista della storia rossonera. Difatti, il numero 11 ha messo a referto il 5000° gol del Milan in Serie A.
È l’uomo giusto al posto giusto. Il Milan, pur avendo avuto giocatori di tutto rispetto in quel ruolo, erano anni che non poteva vantare un profilo del calibro di Pulisic. Crea tanto, è imprevedibile ed anche nel corso del match contro l’Hellas Verona ha in più occasioni fornito assist che però la squadra non ha sfruttato al 100%.
Il binario 19 è ripartito: Theo Hernandez è la reale risorsa del Milan
Nel corso degli ultimi due anni si è inasprita parecchio la rivalità tra Milan e Inter. Ciò è dovuto soprattutto al fatto che entrambe le compagini possono vantare nella propria rosa piccoli gioiellini. Un duello su tutti riguarda Theo Hernandez e Dimarco. Il secondo ha indubbiamente iniziato al meglio la stagione ed i risultati che la sua squadra sta raggiungendo, esaltano ancora di più le sue prestazioni.
Sponda rossonera, Theo pareva aver perso lo smalto ed i suoi strappi erano sempre più radi, specie nella prima parte della stagione. Tuttavia, come ogni buon diesel che si rispetti, il francese è tornato sui suoi ritmi ed il contributo in termine di collettivo si è percepito alquanto.
Contro il Verona, ha disputato probabilmente una delle migliori partite della sua carriera in rossonero. Il maggior numero delle azioni pericolose nascono proprio da lui. Tuttavia, ciò che ha esaltato maggiormente nell’ultima sfida di campionato, sono state le sue progressioni palla al piede. I tifosi lo attendevano e seppur in ritardo, il treno dal binario 19 è partito.
Leao surfa ma non basta
Se sul piano della continuità sui 90′ nn gli si può dire nulla, Leao si è mostrato ancora vittima di un peccato capitale che quest’anno ha più volte penalizzato non solo lui ma anche il Milan, ovvero le scelte. Un giocatore così dotato qualitativamente dotato non può prediligere il 50% che poi si trasforma in un nulla di fatto.
Degna di nota, la sua ritrova e rafforzata intesa con Theo sulla fascia sinistra, nonché uno dei punti di forza del Milan. Tuttavia, dal portoghese ci si aspetta maggiore concretezza. La soluzione non possono sempre e solo essere gli eurogol ma dev’esserci quel cinismo atto a racimolare quei punti utili quando si arriva alla quadra finale.
Leao è talentuoso, ha il dono della fantasia e la sua capacità di saltare l’uomo è fuori dal comune. Se dovesse migliorare anche in termini di scelte, potrebbe essere davvero irraggiungibile. Resta quindi da capire se con il proseguimento della sua crescita personale, riuscirà a migliorare anche questo aspetto.