Dopo un corteggiamento non andato a buon fine quest’estate, Fabio Paratici ha finalmente convinto Antonio Conte ad accettare la panchina del Tottenham, prendendo il posto di Nuno Espirito Santo, esonerato nel giorno di Ognissanti.
Nella più classica delle sliding door, fatale al tecnico portoghese è stata la sconfitta contro il Manchester United: avesse vinto il Tottenham, con ogni probabilità la panchina a saltare sarebbe stata quella dei Red Devils occupata da Ole Gunnar Solskjaer, e il sostituto sarebbe stato sempre Antonio Conte.
La scelta di un allenatore Antonio Conte indica chiaramente quali sono gli obiettivi del Tottenham: costruire una squadra che sia in grado di vincere subito, o quanto meno di competere immediatamente per i massimi obiettivi.
Per fare ciò il tecnico pugliese avrà bisogno di alcuni rinforzi a centrocampo, e così come successo nella sua precedente esperienza al Chelsea (quanto portò a Londra Marcos Alonso, Antonio Rudiger, Alvaro Morata, Davide Zappacosta e Emerson Palmieri), con ogni probabilità guarderà al campionato italiano.
Cosa serve al Tottenham di Conte
Antonio Conte negli ultimi anni non si è mai discostato dal 3-5-2, con qualche timido tentativo di variare in un 3-4-1-2 poco riuscito.
Con la rosa attuale del Tottenham è già possibile ipotizzare una formazione, ma a gennaio serviranno alcuni innesti, in particolare a centrocampo e in attacco.
Probabile formazione del Tottenham di Conte
Il centravanti perfetto per Conte
Ad oggi il Tottenham schiera una coppia di attaccanti particolarmente adatta al gioco di conte, ovvero il centravanti della nazionale inglese Harry Kane e il coreano Heung-min Son.
Non è escluso che per la prossima stagione possa cercare di ottenere Romelu Lukaku, suo pupillo all’Inter che al Chelsea non sta avendo un rendimento spettacolare, ma significherebbe con ogni probabilità sacrificare Kane nella trattativa.
Gli altri attaccanti in rosa, Steven Bergwijn, Lucas Moura e i giovani Bryan Gil e Jack Clarke, sono tutti più propensi a giocare sull’esterno. Possibile che un paio di questi possano adattarsi a giocare da seconda punta come alternativa a Son, ma resta scoperta la casella della prima punta come riserva di Kane (o in prospettiva di Lukaku).
Il profilo ideale è quello di una punta fisica, dotata di corsa e potenza, adatta ad un campionato fisico e intenso come la Premier League. Dovrebbe essere un giocatore giovane, disposto a partire dietro a Kane nelle gerarchie ma già pronto per esprimersi su palcoscenici importanti (il Tottenham è ancora in corsa in Conference League e nelle due coppe nazionali).
Qualcuno ha indicato l’interista Lautaro Martinez come possibile obiettivo, che potrebbe integrarsi bene anche giocando come compagno d’attacco di Kane come faceva con Lukaku proprio sotto Conte, ma il rinnovo appena firmato con l’Inter allontana questa idea.
Rinnovo che invece è categoricamente escluso per Dusan Vlahovic, il giovane trascinatore della Fiorentina che ha già messo a segno 8 gol in 11 partite di Serie A in questa stagione.
Il centravanti serbo ha un contratto fino al 2023 con la Viola, ma per massimizzare i guadagni una sua cessione a gennaio potrebbe essere presa in considerazione da Commisso.
Il giocatore è stato pagato meno di 2 milioni nel 2018, per cui in ogni caso la sua cessione rappresenterebbe un’importantissima plusvalenza per la Fiorentina e garantirebbe una cifra adeguata per prelevare un sostituto sul mercato.
Il centrocampo: Conte guarda a Milano
Il reparto su cui si dovrà intervenire maggiormente è sicuramente il centrocampo. Della rosa attuale degli Spurs ci sono due giocatori che sembrano adatti a giocare con Conte, ovvero Tanguy Ndombélé e Pierre-Emile Hojbjerg.
Giovani Lo Celso e soprattutto Dele Alli sono giocatori dall’indole troppo offensiva per svolgere tutti i compiti che Conte chiede ai suoi centrocampisti, a meno che di non lavorarci a lungo come avvenuto con Christian Eriksen all’Inter. Harry Winks e Oliver Skipp possono essere dei rincalzi, ma il tecnico italiano ha assolutamente bisogno di un uomo d’ordine in mezzo e del classico centrocampista box-to-box per completare il reparto.
È naturale pensare in prima battuta ai due perni del suo centrocampo interista: Marcelo Brozovic e Nicolò Barella. Entrambi i giocatori sono ritenuti più che fondamentali dai vertici nerazzurri, ma se per l’italiano il contratto è in scadenza nel 2024 e servirebbe imbastire una trattativa molto dispendiosa, il regista croato può liberarsi a parametro zero già a fine stagione, e da gennaio è libero di accettare le offerte di altri club.
Se l’Inter non trova l’accordo per il rinnovo, potrebbe anche decidere di sacrificarlo a gennaio in maniera da ottenere una plusvalenza a bilancio (era stato acquistato per 8 milioni nel 2016, quindi si tratterebbe comunque di un buon guadagno in ogni caso).
Situazione simile per Franck Kessié dall’altra parte di Milano: il Presidente del centrocampo rossonero ha il contratto in scadenza a fine stagione, ed è un profilo estremamente gradito a Conte, per il quale potrebbe essere un’ottima alternativa a Barella.
La crescita di Tonali potrebbe permettere al Milan di pensare ad un centrocampo senza Kessié, il quale finora in stagione non ha brillato nonostante le ottime performance della squadra.
Gli esterni: occhio alle sorprese
Nel 3-5-2 di Conte gli esterni sono fondamentali e devono avere caratteristiche ben precise. Arrivato all’Inter Conte ha mandato Ivan Perisic “in esilio” per un anno al Bayern Monaco prima di riaccoglierlo e riuscire a trasformarlo nell’esterno a tutto campo che gli serviva.
Al momento sulla fascia sinistra Conte può avere due interpreti di buon livello, Ben Davies e Sergio Reguilon, ma sulla fascia destra forse Emerson Royal e Matt Doherty non offrono quelle garanzie di cui ha bisogno.
Ecco che forse ancora il mercato italiano può offrire una buona alternativa: Manuel Lazzari, a lungo uno dei migliori esterni a tutto campo del nostro campionato, sta facendo fatica a trovare posto nella Lazio disposta con il 4-3-3 di Maurizio Sarri.
Le sue doti di corsa e i suoi tempi di gioco lo rendono perfetto per il gioco di Conte che potrebbe farne una specie di Giaccherini dei tempi che furono.
Qualche dubbio semmai può sorgere sulla sua resistenza fisica in Premiership.
La difesa
Al momento la difesa è il reparto che ha meno urgenza di interventi: Christian Romero, Davinson Sanchez e Eric Dier possono formare un buon terzetto a protezione della porta del capitano Hugo Lloris (di cui dovranno discutere il rinnovo).
In prospettiva però almeno un rinforzo difensivo dovrebbe servire, dal momento che Japhet Tanganga e Joe Rodon non sembrano all’altezza di una maglia da titolare.
Torniamo nuovamente ai fedelissimi di Conte all’Inter: se Milan Skriniar è stato accostato molte volte al Tottenham in passato, il nome maggiormente plausibile è quello di Stefan de Vrij.
L’olandese infatti ha il contratto in scadenza nel 2023 ed è arrivato all’Inter a parametro zero, per cui una sua cessione porterebbe notevole ossigeno alle casse nerazzurre. Le sue doti di perno della difesa a tre lo rendono il profilo perfetto per coprire le spalle ad un marcatore aggressivo come Romero.
Possibile formazione con innesti di mercato