La Milano rossonera ha nuovamente trovato improvvisamente un nuovo idolo inaspettato in difesa: dopo Pierre Kalulu che a fine 2020 comparve all’improvviso al centro della difesa per non uscirne più, ora è il turno di Malick Thiaw di prendersi una maglia da titolare nella retroguardia del Milan e magari riuscire a rivalutare il mercato estivo di Maldini e Massara.
Dopo un inizio 2023 da incubo, il Milan ha ritrovato fiducia e risultati sia in campionato che in Champions League, riuscendo a superare la fragilità difensiva che l’aveva portato ad incassare 19 gol in 8 gare. A partire dalla partita contro il Torino i rossoneri hanno infatti infilato un filotto di 4 vittorie tra campionato e Champions, ma soprattutto in queste quattro vittorie sono riusciti a mantenere la porta inviolata.
Merito del passaggio alla difesa a 3? Non solo, visto il disastroso risultato ottenuto nel derby di campionato, in cui il nuovo assetto ha fatto il suo esordio. Il merito è dell’atteggiamento di chi il modulo lo interpreta, e in questo l’innesto di Thiaw è stato fondamentale.
Malick Thiaw, il volto nuovo della difesa del Milan
Malick Thiaw è un difensore giovane (classe 2001), dagli ottimi mezzi fisici e di scuola tedesca. Ha girato per alcune delle scuole calcio più importanti di Germania, dopo i primi passi al Kalkum-Wittlaer ha vestito le maglie di Fortuna Dusseldorf, Bayer Leverkusen, Borussia Moenchengladbach e infine Schalke 04, dove ha completato il passaggio dall’Under-16 fino alla prima squadra. Come molti difensori di scuola tedesca, quindi, ha sviluppato molto la marcatura stretta e l’anticipo sull’avversario.
Fino all’Under 19 ha giocato da centrocampista, per poi arretrare in posizione di difensore centrale. Forse è proprio da questo che deriva la sua efficacia nell’attaccare alto gli avversari: come si nota anche dalla heatmap del match contro l’Atalanta, in cui è stato uno dei migliori in campo, l’area di azione di Thiaw è prevalentemente all’esterno della propria area di rigore, sulla trequarti e finanche molto vicino al cerchio di centrocampo.
Le doti fisiche e tecniche vanno a braccetto con quelle caratteriali: al debutto in Champions League, in una delle partite più delicate per il Milan in questa stagione e con avversario il Tottenham di Harry Kane, ha fatto registrare sette tackle, tre intercetti, nove duelli vinti, un tiro bloccato, il cento per cento dei contrasti aerei vinti.
È in grado di giocare indifferentemente in tutti e tre i ruoli della difesa, centrale come contro l’Atalanta, sul centrosinistra come contro il Tottenham o anche sul centrodestra (tanto che le prime apparizioni in rossonero le aveva fatte come terzino destro). La sua qualità maggiore risiede nella rapidità nel rompere la riga difensiva per andare subito addosso all’avversario, togliendogli spazio di gioco nell’immediatezza della ricezione e indirizzandolo lontano dalle zone pericolose.
Che vantaggi ha dato l’inserimento di Thiaw nella difesa a 3
Il Milan di questa stagione ha sofferto in maniera particolare l’assenza di un giocatore come Frank Kessié a centrocampo, oltre che i numerosi infortuni di Ismael Bennacer. Sandro Tonali è un centrocampista che unisce quantità e qualità, ma ha la propensione a giocare maggiormente in proiezione offensiva e anche a portare il pressing molto alto, cosa che alla lunga comporta un dispendio di energie che compromette l’apporto difensivo.
Nella scorsa stagione Kessié offriva corsa e intensità a tutto campo, pressando sulla propria trequarti e fornendo quindi, in concerto con un Tonali portato a spendersi meno, un primo schermo alla difesa.
La difesa a quattro tendeva ad attendere gli avversari, in particolare con Kjaer (giocatore la cui attitudine a difendere in maniera attendista e dentro l’area segnò il fallimento della sua esperienza all’Atalanta). Senza Kessié e con una forma fisica non ottimale di difensori e centrocampisti il Milan si è riscoperta squadra lunga, incapace di mantenere compattezza tra i reparti e facile preda delle transizioni degli avversari.
Pioli ha iniziato a sperimentare la difesa a tre nell’ottica di offrire meno spazi alle penetrazioni avversarie, ma la vera chiave di volta è stata la ritrovata compattezza tra centrocampo e difesa: se nella stagione scorsa erano i centrocampisti a scendere a giocare maggiormente vicino alla difesa, con Thiaw è la difesa a “mangiare metri” e ad accorciare il campo, riuscendo quindi a spostare in avanti il baricentro dell’azione. Grazie al suo innesto e ad un atteggiamento maggiormente aggressivo della linea difensiva, il Milan è riuscito ad eliminare quegli immensi corridoi che gli avversari sfruttano per i contrattacchi.
Il primo acquisto estivo a dare i suoi frutti
Arrivato in estate per 6 milioni, che potrebbero diventare 10 se si verificano alcune condizioni contrattuali, Thiaw è il primo sorriso arrivato da un mercato che ha decisamente faticato a dare i suoi frutti.
Ma se per Divock Origi si può effettivamente parlare ormai di fallimento a questo punto della stagione (anche se il giocatore comunque ha solo 27 anni e senza problemi fisici può ancora rivelarsi una risorsa per il futuro), la parabola di Thiaw, da oggetto misterioso a titolare inamovibile nell’arco di tre settimane, spinge ad avere pazienza anche per gli altri giovani Charles De Keteleaere, Yacine Adli e Aster Vranckx, altri arrivi estivi finora enigmatici oppure, nel caso del belga, decisamente deludenti.
Se la strada scelta dal Milan è quella dei giovani, bisogna dargli tempo e spazio di maturare, ed essere pronti agli inevitabili alti e bassi che accompagnano il percorso di crescita di un giocatore.