Anni di transizione, che iniziano con la scomparsa del presidentissimo, e arrivano all’innamoramento zemaniano, prima di prepararsi ai nuovi trionfi, targati Capello e Sensi.
Riviviamo gli anni 90′ della Roma attraverso le iconiche divise giallorosse, che varieranno in forma e colore durante il decennio
Stagione 1990/91
Siamo al quinto anno di NR (=Ennerre), un marchio che ha segnato l’estetica del nostro calcio tra i ’70 e i ’90, e che in questi anni vive il suo canto del cigno. La prima maglia è elegantissima e in poliestere. Sul colore rosso purpureo che caratterizza il corpo della stessa, si intrufolano più opache delle righette orizzontali percepibili nitidamente solo alla luce.
Il logo Barilla si staglia al centro della maglia: il lupetto ideato da Piero Gratton, invece, va a posizionarsi sulla parte sinistra della stessa. Da notare infine i dettagli del colletto – arancio – e delle maniche – arancioni anch’esse.
Quell’anno è il primo di Ottavio Bianchi sulla panchina dei giallorossi. La Roma parte bene ma il caso Lipopil blocca Peruzzi e Carnevale, scatenando un caos collettivo. A gennaio muore il presidente Dino Viola e a metà aprile è Ciarrapico ad acquisire la società. In campionato arriva un modesto nono posto, ma torna a vincere la Coppa Italia e sfiora la Coppa UEFA perdendo in finale.
Stagione 1991/92
È questa forse una delle maglie più belle dell’intera storia giallorossa. È targata Barilla, ma è soprattutto griffata Adidas. Il logo è quello a foglia, tipicamente vintage, mentre sulla sinistra del petto al posto del lupetto appare ora la coccarda della Coppa Italia. Dov’è finito lo stemma della Roma? Sulla manica sinistra, impreziosita – come la destra – dalle tre righette Adidas che scendono dal colletto fino al collo della manica, ambedue arancioni.
Nella sola gara di Coppa delle Coppe giocata a Monaco, fa la sua comparsa un modello particolare di maglia blu in tessuto lucido senza coccarda della Coppa Italia e con il numero di colore bianco nella trama.
A livello sportivo, è un altro anno difficile con lo spogliatoio giallorosso – capeggiato da Giannini – che chiede la testa del tecnico Bianchi. Ottenuta dalla società la promessa dell’addio di quest’ultimo a fine anno, la Roma ingrana e raggiunge il quinto posto.
Stagione 1992/93
Il giallo che caratterizzava il colletto, la fine della manica, lo sponsor e le righette Adidas sulle spalle, è ora tradotto in un arancione tendente al rosso, scurissimo. Tolta la coccarda della Coppa Italia, torna il lupetto di Gratton. Per il resto non si registrano mutamenti.
A livello sportivo, la Roma ingaggia Vuja Boskov e le cose non vanno granché bene. Dopo la positività di Caniggia, in molti pensavano alla retrocessione. Aldair e Giannini tirarono la Roma fuori dalle acque della B (10° posto finale).
Stagione 1993/94
Lo sponsor tecnico è ancora Adidas che, come nella stagione precedente, realizza una serie di modelli che si differenziano tra loro per il tessuto. Da notare la seconda maglietta bianca, un unicum di queste stagioni nelle mani del brand tedesco: il colletto è rosso purpureo, il lupetto e lo sponsor Barilla anche. Solo sulla parte destra della spalla compaiono tre righe in diagonale, due rosso purpureo e una arancione, al cui interno è presente il logo Adidas a foglia.
A livello di campo, le alterne vicende di Ciarrapico si traducono nel passaggio della proprietà prima nelle mani di Sensi e Mezzaroma, poi solo Sensi. Arriva Mazzone sulla panchina, ma il tecnico romano e romanista in 14 partite non riesce a trovare una sola volta la via della vittoria. La Roma alla fine arriverà settima.
Stagione 1994/95
Il rosso purpureo ha preso il sopravvento, ma Adidas non c’è più. Al suo posto Asics – anima sana in corpore sano – che realizza una maglia a suo modo storica in quanto caratterizzata dalla presenza di laccetti per chiudere sul collo la stessa. Barilla non è più lo sponsor dei giallorossi, bensì Ina Assitalia.
Ma questa maglia viene ricordata dai collezionisti anche per un’altra ragione: la prima rete del diciassettenne Francesco Totti contro il Foggia sotto Curva Nord. Alla fine dell’anno, la Roma chiuderà al quinto posto.
Stagione 1995/96
Asics praticamente non fa modifiche rispetto all’anno precedente. L’unica novità (voluta dalla Lega) è dovuta all’introduzione del numero fisso + nome del calciatore per tutta la stagione. A livello sportivo, il terzo anno di Mazzone è quasi identico a quello precedente: chiuso al quinto posto.
Stagione 1996/97
Asics chiude la sua collaborazione con la Roma regalando ai tifosi una maglia particolare. Il lupetto di Gratton è incastonato in uno scudo dai contorni arancio-scuri, come l’immagine del lupo. Asics e Ina Assitalia, in bianco, quasi risaltano sul logo a livello visivo. Delle righe verticali arancio-scure tagliano in due la maglia purpurea. Il logo Asics è presente in filigrana in tutta la trama della stessa.
A livello sportivo, arriva Bianchi: non Ottavio però ma Carlos. Ma quest’ultimo dura pochissimo, reo tra l’altro di aver considerato Totti un talento normalissimo, come tutti gli altri. Ad aprile subentrano così Sella-Liedholm e la stagione viene chiusa all’ottavo posto.
Stagione 1997/98
Da questa stagione la Roma cambia sponsor e incontra Diadora, che scriverà coi giallorossi alcune storiche pagine della storia del club capitolino. Oltre al classico modello bianco della seconda maglia, se ne aggiunge una terza nera. Le maglie indossate hanno il bordino interno del colletto bianco.
Calcio giocato: arriva Zeman e porta con sé il 4-3-3. Ma la Roma perderà 4 derby consecutivi tra campionato e coppa. La stagione comunque sarà positiva e dopo qualche anno i giallorossi riconquisteranno il primato cittadino. Esplode il talento di Totti: con la 10 sulle spalle vive la sua prima vera stagione da protagonista.
Stagione 1998/99
Gli anni ’90 si chiudono per i giallorossi con una maglia storica per una ragione: non c’è più infatti il lupetto di Gratton, ma compare il logo ASR che con diverse tribolazioni è giunto fino a noi quest’oggi. Diadora realizza una maglia classica, caratterizzata dall’ingombrante sponsor INA Assitalia, visibilissimo e in bianco. Sul colletto, oltre allo standard arancio, compare il rosso scuro e il nero – trama ripresa al termine della manica con l’aggiunta del bianco.
La seconda stagione giallorossa di Zeman è caratterizzata da un andamento altalenante. La Roma batte 2-0 la Juventus, rimonta la Lazio da 1-3 a 3-3 nel derby battendola al ritorno (la purga di Totti) ma non è mai davvero in corsa per il primato. Il 4-5 casalingo contro l’Inter costerà al boemo la panchina. La Roma è affidata a Capello. E il resto è storia.