La stagione 97/98 è rimasta impressa nella memoria degli juventini per svariati motivi: la vittoria del campionato contro l’Inter di Ronaldo e le enormi polemiche annesse, la beffa in finale di Champions League con la sconfitta per mano del Real Madrid e del gol di Predrag Mijatović su cui sussistono ancora oggi grandissimi dubbi in merito alla regolarità e l’introduzione della maglia più innovativa visto fino ad allora.
Un restyling innovativo nell’anno del centenario
Nel 1997 cadeva anche il centenario della fondazione della Juventus, e per l’occasione lo sponsor tecnico di allora fece uno sforzo supplementare per ridisegnare la maglia della squadra piemontese. Vennero riprese le ultime seconde e terze maglie, rispettivamente blu e gialle con le stelle disegnate sulle spalle, a fianco di una speciale maglia commemorativa che riprendeva il rosa delle origini, prima che le maglie donate dal Notts County resero le strisce verticali bianconere i colori sociali del club torinese.
Proprio quelle strisce verticali bianconere furono oggetto di un restyling decisamente radicale per quanto riguarda la prima maglia: si fecero molto più spesse, di 8 centimetri l’una per un totale di 5 strisce sulla faccia frontale, 3 bianche e 2 nere, che finivano in maniera tondeggiante in corrispondenza dell’inserto delle maniche.
Sul retro invece le strisce si piegavano al centro della schiena, con le due nere che si univano andando a disegnare una sorta di cupola nera all’interno del quale trovava posto, con un carattere bianco, il numero di maglia, risultando così estremamente visibile. Al di sopra di questa cupola le due strisce bianche più esterne formavano quindi un arco in cui veniva inscritto il nome del giocatore, con un carattere nero.
Il numero di righe restava sempre fisso, a differenza degli anni precedenti in cui variavano al variare delle taglie. Le differenti misure venivano modulate aumentando o diminuendo la fascia laterale in retina nera.
Sul petto lo sponsor era iscritto in un rettangolo bianco al centro del petto, che spezzava così le due strisce nere trasformandole in una sorta di riquadri nella parte superiore che ospitavano al loro interno il logo dello sponsor tecnico (sulla destra) e lo scudetto (sulla sinistra). Il logo della Juventus, finemente ricamato, trovava quindi spazio sulla manica sinistra, all’altezza della spalla, mentre sul braccio opposto veniva applicata la patch della Lega Calcio.
La maglia fu ideata da Arnaldo Upali, designer sportivo parmigiano che ricevette l’input di disegnare una maglia che rompesse con la tradizione, in concomitanza con il centenario juventino. Il cruccio di Upali, che lo tormenta ancora oggi, fu non riuscire a legare bene il colletto, con lo scollo nero proprio nel bel mezzo della striscia bianca centrale, con il resto della maglia. Negli anni precedenti in quel punto trovata posto il logo della maglia, che però fu ingrandito e spostato sulla manica.
La maglia di una delle Juve più forti di sempre.
La maglia fu accolta inizialmente con un certo sconcerto, come sempre quando si va a toccare in maniera tangibile la tradizione, ma le prestazioni della Juventus di Marcello Lippi contribuirono a farla entrare nei cuori dei tifosi bianconeri. Nonostante la storia bianconera sia costellata di successi e cicli vincenti anche più grandi di quello di fine anni ’90, quella Juventus viene ricordata come una delle più forti di tutti i tempi.
Indossata da campioni del calibro di Alex Del Piero, Pippo Inzaghi e due prossimi campioni del mondo, nell’estate del ‘98, come Zinedine Zidane e Didier Deschamps, questa maglia oggi è una delle più ricercate dai collezionisti, sia per il valore estetico che per quello affettivo, ma anche perché durò solo una stagione. Ancora oggi viene presa come metro di paragone, quando vengono rilasciate le nuove maglie, per tracciare una sorta di confine ideale tra innovazione e stravolgimento.