La maglia azzurra della Nazionale italiana è uno dei grandi classici del calcio, e in tutto il mondo la versione più iconica è quella risalente agli anni ‘80, gli anni del mondiale vinto in Spagna nel 1982.
I trionfi mondiali dell’Italia di Vittorio Pozzo prima della Seconda Gurra Mondiale sono immortalati solo in sbiadite foto in bianco e nero e nelle illustrazioni dei periodici dell’epoca, mentre le immagini della vittoria di Madrid suggellata dall’iconico urlo di Tardelli sono rimaste impresse a generazioni di italiani.
Erano gli anni in cui iniziava una rivoluzione dal punto di vista degli sponsor tecnici e dei materiali che avrebbe poi portato a innumerevoli variazioni di trame, tonalità e linee, al punto da produrre maglie quasi completamente diverse da una stagione all’altra.
Negli anni ‘80 invece la maglia azzurra rimase sempre ben riconoscibile, pur introducendo un po’ alla volta varie innovazioni e particolari di design che hanno traghettato la divisa dell’Italia nell’era moderna.
I colori della maglia dell’Italia negli anni ‘80
In una sorta di rispetto quasi religioso, la maglia azzurra della Nazionale italiana non ha mai riportato il marchio dello sponsor tecnico fino al 1999.
Nel corso degli anni ‘80 si è passati da Le Coq Sportif (1979-1984) a Diadora (1985-1994), con un brevissimo interregno (3 incontri amichevoli nel 1985) di Ennerre, ma di questi cambiamenti resta traccia solo nelle etichette all’interno delle maglie.
Dal punto di vista cromatico, la divisa principale si è sempre mantenuta costante: maglia azzurra, pantaloncini bianchi e calzettoni azzurri (con la sola eccezione di un match giocato a Copenaghen nel 1981 con un completo completamente azzurro). Nel kit da trasferta cambiava solo la maglia, anch’essa bianca, mentre pantaloncini e calzettoni restano invariati, una particolarità di questo decennio a differenza delle epoche precedenti e di quelle successive in cui la maglia bianca è tradizionalmente abbinata ai pantaloncini azzurri.
Dall’Europeo casalingo del 1980 al Mondiale di Spagna del 1982
Gli anni ‘80 si sono aperti subito con una vetrina molto importante per l’Italia, ovvero le fasi finali dell’Europeo giocate in casa dall’11 al 22 giugno 1980. In questo torneo gli azzurri scesero sempre in campo con la divisa casalinga, caratterizzata da un azzurro molto intenso e ancor più scuro nel girocollo e nei bordi delle maniche.
Nell’anno successivo, al cosiddetto Mundialito giocato in Uruguay, fa il suo esordio la prima maglia in tessuto sintetico, che presenta anche un colletto a polo con bordini tricolori, presenti anche sulle maniche.
Nel mondiale di Spagna si torna alle classiche maglie in lanetta, ma vengono mantenuti colletto e bordini tricolori. Nella seconda maglia (usata in un solo incontro) il colletto, oltre ai bordini tricolori, presenta il risvolto azzurro.
Le prime maglie azzurre moderne
Dopo la vittoria del Mondiale le modifiche principali alla maglia furono l’eliminazione del collo a V e l’adozione di un azzurro leggermente meno intenso rispetto alle maglie precedenti, mentre i bordini tricolori venivano applicati anche ai calzettoni.
Nel breve periodo di Ennerre come sponsor tecnico l’unica variazione fu la scomparsa delle strisce tricolori dai calzettoni, mentre l’arrivo di Diadora comportò un cambiamento ben più sostanziale (oltre che il ritorno dei bordi tricolori sui calzettoni): si adottò infatti un tessuto acetato e lucido al posto della lanetta, che conferiva una tonalità decisamente più brillante all’azzurro delle maglie.
Nonostante l’estemporaneo precedente del Mundialito, è da questo momento che possiamo considerare “moderne” le maglie dell’Italia, anche se sarà l’ultima nazionale ad accettare di rendere visibile il logo dello sponsor tecnico (accadrà solo nel 1999).
Lo stemma dell’Italia dopo il Mondiale vinto
Fino al 1982 lo stemma dell’Italia era uno scudo tricolore sormontato da una banda nera in cui compariva la scritta Italia in oro (stesso colore delle bordature). Dopo la vittoria del Mondiale, la FIGC modificò lo stemma in uno scudo svizzero, bordato in oro, contenente il tricolore sovrastato da una banda nera al cui interno trovano spazio tre stelle dorate, rappresentanti i tre titoli mondiali conquistati (sulla scia del Brasile che fece la stessa cosa dopo il terzo Mondiale vinto nel 1970).
Nella prima gara post-mondiale però le maglie non erano ancora state modificate, e nelle due partite il nuovo stemma venne cucito direttamente sopra quello vecchio, tanto che nella partita con la Svizzera il 27 ottobre 1982 molte maglie persero lo scudetto durante lo svolgimento della gara.
Nel 1984 lo stemma cambia nuovamente, inglobando il nuovo logo della Federcalcio stessa: uno stemma tondo bordato in oro, al cui interno sono posizionati, su campo azzurro, un tricolore diagonale con la scritta FIGC all’interno della banda bianca e sovrastato dalla scritta ITALIA, entrambe in corsivo e dorate, e le tre stelle in oro, verticali e oblique anch’esse.