Per essere il paese in cui è nato il calcio e in cui la passione è probabilmente più diffusa, l’Inghilterra ha quasi sempre deluso nelle sue partecipazioni ad Europei e Mondiali, se escludiamo la vittoria nell’edizione casalinga della Coppa del Mondo del 1966.
Se c’è una cosa in cui però la nazionale dei Tre Leoni non ha mai praticamente deluso, invece, sono le divise da gara.
Eleganti e dallo stile classico, le magliette dell’Inghilterra sono sempre tra le più amate dagli appassionati e non esiste collezionista degno di questo nome che non ne sfoggi qualche modello nella sua collezione. Tra le varie divise indossate negli anni dall’Inghilterra, una di quelle di maggior successo è stata quella sfoggiata nel Mondiale di Francia ‘98.
Elegante con elementi moderne, una maglia dalle mille promesse
Il Mondiale di Francia ‘98 è stato particolarmente significativo per l’Inghilterra. Le squadre della Premier League si erano riaffacciate con prepotenza sul palcoscenico europeo (tanto che l’anno successivo il Manchester United avrebbe vinto la Champions League) e la Premier League si stava affermando nel mondo come il campionato più ricco e spettacolare, raggiungendo e superando la Serie A italiana.
Annunciata come possibile vincitrice, l’Inghilterra adottò una divisa dallo stile classico, lontana dalle esagerazioni stilistiche viste nel corso degli anni ‘90, ma con qualche particolare innovativo e moderno.
Come sempre la maglietta utilizzata dall’Inghilterra nel Mondiale fu prodotta in due versioni, quella classica bianca adottata dall’inizio delle qualificazioni (sconfitta contro l’Italia con gol di Zola), e quella da trasferta rossa. I tifosi inglesi amano sempre in maniera particolare la maglia rossa, che riporta alla mente la finale vittoriosa del Mondiale casalingo del ‘66.
Come da tradizione, la maglia presenta i dettagli in rosso e nel caratteristico blu navy. Il colletto blue navy, dotato di bottoncino con i tre leoni e una piccola bandiera inglese alla base, presentava la parte interna rossa, mentre i fregi sui fianchi, un particolare inedito, erano bicolori. Osservato da vicino il tessuto presenta un motivo serigrafato a lineette verticali, tono su tono, particolarmente elegante.
Il logo con i tre leoni, in celeste, veniva posizionato nel mezzo del petto, con il numero collocato al di sotto, all’altezza dello stomaco. Sia il numero sulle spalle che quello sul petto, in rosso bordato di blu navy, risaltava moltissimo sul fondo bianco.
La divisa era completata da pantaloncini talvolta bianchi, con fregi laterali rossi e blu navy, e talvolta blu navy, con fregi bianchi e rossi. I calzettoni erano bianchi con i risvolti blu.
Una maglia amata, tranne la 7 di Beckham
Nella kermesse in terra francese l’Inghilterra si rese protagonista soprattutto di una partita storica, ovvero il confronto contro l’acerrima rivale, l’Argentina, dopo la celeberrima sfida segnata dalle gesta di Maradona nel Mondiale ‘86.
Dopo i gol su rigore di Batistuta e Shearer, la sfida proseguì con un gol spettacolare del giovanissimo Michael Owen su lancio della superstar David Beckham. Il paradigma della nazionale inglese era raccolto tutto in quel gol: fama mondiale e promesse per il futuro, che sarebbero state puntualmente disilluse
Nella ripresa Beckham viene espulso per un fallo di reazione dopo il pareggio di Zanetti, passando così da icona mondiale a uomo più odiato del Regno Unito. La lotteria dei rigori sarebbe stata fatale agli inglesi, vanificando così il gol di Owen, che sarà eletto il più bello del torneo, con il giocatore che nel resto della sua carriera non sarà più in grado di esprimersi su quei livelli.
Fidanzato con una delle popstar più famose del pianeta, famoso oltremodo per via della sua bellezza, anche più che per le sue qualità da calciatore ingiustamente messe frequentemente in secondo piano, David Beckham fu oggetto di qualsiasi tipo di insulto nella stagione successiva, messo alla berlina come principale artefice della sconfitta di quella che, come ad ogni appuntamento, era vista come la nazionale favorita per la conquista del titolo.
Per questo è molto difficile trovare qualcuno in Inghilterra che indossi la maglietta del ‘98 con il numero 7 ed il nome di Beckham, nonostante nel mondo se ne siano vendute tantissime. Il giocatore comunque ha avuto modo di rifarsi negli anni seguenti, riconquistando l’affetto del popolo inglese che ricominciò a indossare le sue magliette. Quelle del ‘98 sopravvissute a vari roghi e distruzioni in pubblica piazza, però, rimasero nei cassetti di molti sudditi di sua maestà.