La storia di alcuni giocatori rappresenta alla perfezione il percorso che faranno poi da allenatori.
Luciano Spalletti non è esente da questo binomio, ma con una differenza sostanziale: da giocatore ha calcato i campi delle serie inferiori, ma da allenatore sta lasciando il segno nel grande palcoscenico.
Una carriera come tante altre quella di “Big Luciano” che da centrocampista ha saputo scalare le categorie: dai dilettanti fino a sfiorare la Serie B, tra Liguria e Toscana, mentre Empoli rappresenta il fulcro.
Con gli azzurri chiuderà la carriera da giocatore e con loro inizia il suo attuale percorso da allenatore. Una fine molto spesso può essere l’inizio di tutto.
Vediamo nel dettaglio.
Dalle giovanili al debutto in “Ritardo” tra i grandi
Luciano Spalletti è l’uomo della Val D’Elsa. Nasce nel 1959 a Certaldo e inizierà a muovere li i primissimi passi da giocatore. E’ poco più che un bambino, ma il suo dinamismo in campo attira le attenzioni del Cuoiopelli: formazione di Santa Croce sull’Arno non molto distante da casa sua.
In quegli anni, a livello di prima squadra, la Cuoiopelli veleggia nei campionati professionistici e ha un ottimo settore giovanile. Nella cittadina posta al confine tra le Province di Firenze e Pisa, le aziende di Concerie (ovvero che lavorano le pelli per gli indumenti) dilagano e il benessere generale degli anni ’60 da l’imput anche per sognare nel calcio.
Luciano Spalletti a circa 10-11 anni entra nel suddetto vivaio e si forma completamente come centrocampista, fino ad ottenere poco dopo la chiamata della Fiorentina per le sue squadre giovanili.
C’è però una sorta di buco nero, nel passaggio tra il calcio dei giovani e quello dei grandi. Infatti, l’attuale allenatore del Napoli capolista, risulta che abbia debuttato in una prima squadra solo nel 1984: a ben 25 anni.
Un mistero temporale tra il 1978, anno in cui avrebbe dovuto chiudere l’era del settore giovanile con i Viola e il passaggio alle squadre “Seniores”. Sei anni di silenzi, o più probabilmente di statistiche andate perse. Sta di fatto che il nome di Luciano Spalletti riappare solo nel 1984, nel Castelfiorentino che gioca nel campionato Interregionale, l’odierna Serie D.
Qui il giocatore di Certaldo inizia a farsi notare e nell’estate del 1985 passa all’Entella in Serie C2. Dalla sua Toscana alla Liguria, il primo vero step da giocatore.
L’era ligure di Spalletti
Luciano Spalletti debutta ufficialmente fra i professionisti, come giocatore nel 1985. Come detto a Chiavari credono in lui e da neo promossi per i biancoazzurri arriva un pesante quinto posto, con lo stesso Luciano in grande evidenza sulla mediana. In panchina c’è un giovanissimo Giampiero Ventura che si innamora calcisticamente di Spalletti e nell’estate del 1986 lo porta con se a Spezia.
I bianconeri hanno appena vinto il campionato di Serie C2 (nello stesso girone dell’Entella) e puntano ad essere protagonisti anche in C1. Per Ventura l’esperienza spezzina durerà pochi mesi e complici gli scarsi risultati verrà esonerato. Spalletti è una delle poche note lieti fino a quel momento e in coppia con Giuseppe Pillon alza una sorta di diga sulla mediana dei liguri.
Intanto in panchina arriva un allenatore molto esperto della categoria come Sergio Carpanesi e dopo un campionato e mezzo da metà classifica, nella stagione 1988-89 i bianconeri sfiorano la promozione in Serie B.
Spalletti e compagni si laureano campioni di Inverno e solo un calo nel finale di stagione li obbliga alla resa al terzo posto, quando le promozioni in quegli anni erano solo due dirette e senza playoff. “Big Luciano” resterà fino al 1990 a Spezia, per poi tornare nella sua toscana.
Gli ultimi anni tra Viareggio ed Empoli
Nel 1990 a 31 Luciano Spalletti è conscio che diventerà sempre più dura trovare un contratto importante in categoria. Il ruolo di mediano logora il fisico di chiunque e in quel periodo, superati i 30 anni si viene etichettati come giocatori sul viale del tramonto. L’attuale tecnico toscano non si da per vinto e decide di accettare la proposta del Viareggio.
Scende in Serie C2 con i bianconeri che hanno appena vinto il campionato Interregionale. Condivide il centrocampo con Pierpaolo Bisoli e Giuseppe Manarin (già suo ex compagno allo Spezia), con la squadra che si ferma al terzo posto ad una manciata di punti dalla promozione in C1.
Un’altra promozione sfiorata di un soffio da Luciano che nel giro di pochi giorni si trova a firmare il contratto con l’Empoli in C1. Al comando degli Azzurri è già arrivato un giovanissimo Fabrizio Corsi, attuale numero 1 empolese che è attratto da quel centrocampista.
Insomma, nonostante i 32 anni, Luciano Spalletti torna in C1 e spera finalmente di guadagnare l’accesso alla Serie B. La squadra è un mix impressionante tra giovani e meno giovani, come Davide Balli, Daniele Baldini, Fabio Galante, Martino Melis, Carmine Gautieri, Fabio Ficini, Emiliano Bigica e Vincenzo Montella: in panchina comanda Francesco Guidolin.
Nonostante la qualità indiscussa, gli Azzurri si fermano al quinto posto. Un piazzamento sicuramente deludente e sotto le attese. Guidolin lascia per andare a Ravenna, mentre sulla panchina empolese arriva Walter Nicoletti dal Pisa. Il tecnico punta molto su Spalletti come mediano e promuove dalla primavera anche Alessandro Birindelli.
Ancora una volta, la squadra stecca sul più bello e l’Empoli chiuderà terzo. Per Luciano Spalletti è l’ennesima delusione sportiva che lo vede arrivare ad un passo dalla promozione e nell’estate del 1993 decide di dire basta con il calcio giocato. A 34 anni è il momento di pensare cosa fare da grandi e l’occasione arriva direttamente dal presidente Corsi che lo mette alla guida delle squadre giovanili.
Empoli, come trampolino di lancio
Dunque la carriera di giocatore di Luciano Spalletti si chiude ad Empoli, ad un tiro di schioppo dalla sua Certaldo, ma l’allenatore toscano muove i primi passi da allenatori nelle giovanili azzurre.
Non sono passati nemmeno sei mesi dal suo ritiro che lo stesso Corsi lo promuove alla guida della prima squadra che sta navigando nei bassifondi della classifica. Il buon Luciano evita la retrocessione in C2 e in estate torna alla guida delle giovanili. Dal luglio del 1994 al giugno del 1995 Spalletti si forma con il vivaio azzurro.
Poi a luglio arriva una seconda chiamata dal Presidente Corsi per guidare la prima squadra: ma questa volta non come “traghettatore”, ma come allenatore a tutti gli effetti. Spalletti non delude e alla sua prima stagione intera sulla panchina empolese porta la squadra in Serie B.
Quella promozione che troppe volte era sfuggita da giocatore, arriva al primo colpo da tecnico. E’ la scintilla che cambia la storia personale e la carriera di Luciano Spalletti: da quella promozione con gli Azzurri fino ad arrivare ai giorni nostri, ad altri Azzurri. Quelli del Napoli che intravedono da vicino il terzo Scudetto della loro storia.