Si scrive Leeds e si pronuncia leggenda. Del calcio inglese e non solo.
Una squadra arcigna e poco simpatica da sempre nella sua storia, con i suoi accesi tifosi che infiammano le gare ad “Elland Road“, oltre che in trasferta.
Il Leeds è molto più di una semplice società di calcio. E’ il genio e la sregolatezza, come l’insofferenza alle regole. I suoi giocatori sono pronti a tutto pur di vincere. Anche di mettere in un angolo un allenatore come Brian Clough e facendo nascere la leggenda del “Maledetto United“.
Nella sua storia, l’era più dolce è quella che va dalla metà degli anni sessanta a metà degli anni 70′: due trionfi in First Division, una FA Cup, una Coppa di Lega, due Community Shield, due Coppa delle Fiere (predecessore della Coppa Uefa), oltre a due finali perse: nel 1973 in Coppa delle Coppe contro il Milan per 1-0 e nel 1975 2-0 contro il Bayern Monaco in finale di Coppa Campioni. Per 16 anni il nulla più assoluto o quasi.
Fino alla stagione 1991-92. L’anno del terzo titolo di campioni di Inghilterra, con una squadra non certo favorita inizialmente dai bookmakers, ma capace giornata dopo giornata di ambire al titolo. Merito soprattutto di un immenso Eric Cantona che giunto a fari spenti dall’altra parte della manica, saprà diventare il valore aggiunto di una squadra che resta nella storia.
Quello che sembrava l’inizio di un grande ciclo, sarà invece il canto del cigno per una società che dal 2004 scenderà prima nel Championship e poi ancora in League One per problemi finanziari.
Fino alla risalita di poche settimane fa in Premier con Marcelo Bielsa sulla panchina dei “Whites” e il presidente italiano Andrea Radrizzani.
Ma torniamo alla stagione dell’ultimo trionfo.
L’ultima First Division
La stagione calcistica 1991-92 è davvero particolare in Inghilterra.
Da una parte, la 93ª edizione della First Division è l’ultima della storia prima dell’ingresso nella Premier League dell’anno successivo. Dall’altra il campionato torna ad avere 22 squadre, contro le 20 delle ultime stagioni. Non solo, ma in campo europeo è già finita la squalifica per i club inglesi (a seguito dei fatti dell’Heysel) e dunque si torna a respirare il profumo delle Coppe.
Il Liverpool è la squadra da battere, essendo i campioni in carica. I reds però non sanno che serviranno qualcosa come tre decenni per assistere ad un nuovo trionfo in campionato.
Il Manchester United di Alex Ferguson, dopo la FA Cup del 1990, ha vinto due mesi prima la Coppa delle Coppe e sgomita per un ruolo da protagonista. L’Arsenal è la scheggia impazzita e con l’acquisto di Ian Wright a campionato in corso dal Crystal Palace si assicura gol pesanti.
In tutto questo, il Leeds guidato da Howard Wilkinson sembra essere snobbato, almeno inizialmente.
La rosa ha buoni giocatori, alcuni di esperienza, ma non sembra in grado di reggere il passo delle big. Il tecnico già nella stagione precedente (in seguito alla promozione dal Championship), aveva preso John Lukic tra i pali, Chris Whyte a puntellare la difesa, Gary McAllister e Gary Speed a comandare il centrocampo.
A questi si aggiunsero nell’estate del 1991, il difensore Tony Dorigo, il mediano Steve Hodge e una coppia insolita di attaccanti: il prolifico Rod Wallace e il misterioso Eric Cantona. I due andranno ad aggiungersi ad un altro bomber di razza come Lee Chapman. Il vero asso nella manica del Leeds sarà proprio il francese Cantona.
Eric, il Bad Boy
L’arrivo di Eric Cantona passa quasi sotto traccia nel mercato estivo del Leeds.
Di lui si sa che un giocatore offensivo, con un buon numero di presenze nel campionato francese, soprattutto a Marsiglia, capace di segnare svariate reti, ma con un carattere a dir poco turbolento. In nazionale ad esempio ha litigato con tutti gli allenatori e anche nei club non è che sia andata meglio.
Numerosi i rossi in carriera, per uno che perde facilmente le staffe se provocato. Certo la First Division di allora era il teatro ideale per giocatori così particolari, ma secondo gli addetti ai lavori non l’uomo adatto per aiutare il Leeds a prendersi la parte alta della classifica.
Il ragazzo partito da Marsiglia saprà far ricredere tutti, con 9 reti in 28 presenze e una quantità di giocate che ad Elland Road non vedevano da tempo.
Il duello con lo United
Torniamo a quella straordinaria stagione di First Division. Come da copione Liverpool e Manchester United si contendono la prima piazza e il Leeds nelle prime 13 giornata si tiene in scia sornione.
I reds accusano un primo crollo e così l’antagonista di Ferguson e soci, diventa proprio il Leeds. Dalla 14ª giornata sarà un testa a testa epico, fatto di sorpassi, contro sorpassi e mille sportellate.
Lo United ha sicuramente più qualità, ma i “Whites” non mollano di un centimetro. Mc Allister alza la diga a centrocampo, Cantona, crea, inventa e realizza, con lo scatenato Lee Chapman che segna gol pesanti. Ben 16 per l’esattezza e tutti decisivi.
La svolta arriva nel mese di aprile. Il Manchester ha un calendario fitto di impegni, in quanto le gare di FA Cup hanno obbligato a spostare i match di campionato dei diavolo rossi.
Troppe partite e dispendiose per gli uomini di Ferguson, i quali cadono nei recuperi con West Ham e Nottingham Forest. La strada si fa in discesa per il Leeds. Dal -3 accusato al giro di boa a natale, alla matematica certezza del titolo che si materializza con 90 minuti d’anticipo nell’ultima domenica di aprile. Howard Wilkinson e i suoi ragazzi hanno compiuto l’impresa battendo i rivali dello United.
È una rivincita doppia per il Leeds che proprio in quella stagione era stato sempre eliminato dalla formazione di Old Trafford nelle due coppe nazionali. Nei quarti di finale di Coppa di Lega prima e al terzo turno di FA Cup poi. Nelle gare secche quindi aveva esultato il Manchester United, ma nella lunga corsa a tappe dell’ultima First Division il Leeds si era dimostrato più continuo.
22 vittorie, 16 pareggi e appena 4 KO sulla distanza di 42 giornate, per un totale complessivo di 82 punti.
Miglior attacco con 74 gol fatti e seconda difesa con 37 reti al passivo. Un titolo strameritato e che torna ad incendiare Elland Road dopo 18 anni di attesa dall’ultima volta.
Ma sarà anche l’ultimo sussulto, a cui seguiranno 30 anni più ricche di ombre che di luci. Il famoso canto del cigno che a Leeds ricordano tra affetto e nostalgia.