Sono bastate due giornate di campionato per ribaltare quasi totalmente lo storytelling che aveva circondato l’estate di alcune delle principali squadre del campionato. Qualche settimana fa l’aria che si respirava attorno a Napoli, Juventus, Milan e Inter era diametralmente opposta a quella che tira questa mattina.
Napoli: dalla tragedia annunciata allo spettacolo sul campo
Alla fine della scorsa stagione a Napoli ci si stracciava le vesti e si chiedeva la testa di Aurelio De Laurentiis, presidente accusato di pensare solo al business e colpevole di cercare una riduzione del monte ingaggi che avrebbe portato la squadra lontano dai riflettori del grande calcio.
Durante questo calciomercato le partenze a parametro zero del capitano Lorenzo Insigne, del capocannoniere storico della squadra Dries Mertens e dell’esperto portiere David Ospina, oltre alla cessione del pilastro Kalidou Koulibaly avevano fatto insorgere i tifosi partenopei.
Evidentemente all’ombra del Vesuvio la memoria è corta e scarsa è la fiducia in un presidente che, con tutte le sue particolarità, ha rilevato la squadra in Serie C e l’ha portata a competere per lo scudetto e a giocare sui campi più prestigiosi d’Europa.
Eppure l’acquisto di Khvicha Kvaratskhelia, mattatore di queste prime due giornate, già definito da mesi, si è rivelato forse il miglior colpo del calciomercato per il rapporto qualità/prezzo.
Per valutare la sostituzione di Koulibaly con il coreano Min-Jae Kim bisognerà attendere il test contro avversari di maggior spessore rispetto a Verona e Monza, ma intanto anche le “seconde linee” sono state rafforzate dall’arrivo di giocatori di grande spessore come Giacomo Raspadori, Giovanni Simeone, Tanguy Ndombele, Mathias Oliveira, Leo Ostigard e Salvatore Sirigu.
Ad oggi il Napoli appare come la squadra con il maggior potenziale offensivo del campionato e con una profondità della rosa paragonabile solo alle due milanesi. Con buona pace di chi preannunciava la smobilitazione in primavera.
Juventus: volti nuovi, vecchi problemi
La partita della Juventus a Genova contro la Sampdoria deve sicuramente tenere conto dell’assenza di due dei fiori all’occhiello del calciomercato juventino, ovvero Paul Pogba e Angel Di Maria. Però diciamo che, visto lo storico degli infortuni del primo e l’età del secondo, era preventivabile non poter contare sempre su questi due giocatori.
Non è accettabile per una squadra come la Juve, a prescindere dalle assenze, che un centravanti del calibro di Dusan Vlahovic nel corso dei primi 45 minuti di Genova tocchi solo 3 palloni (il calcio d’inizio, un intervento nella propria area su calcio d’angolo che per poco non si trasforma in autogol e un innocuo passaggio).
Le lacune storiche della squadra, che per un certo periodo erano state mascherate dalla presenza di Cristiano Ronaldo, si ripropongono nonostante i vari innesti e le modifiche tattiche. La filosofia del “corto muso” di Allegri non può essere sempre sufficiente, soprattutto quando mancano i giocatori in grado di risolvere la gara con la singola giocata.
Milano: si ribaltano le prospettive, in attesa del derby
Con buona pace di partite come Lazio-Inter, Juventus-Roma e Fiorentina-Napoli in programma nel prossimo turno, il primo grande snodo del campionato si preannuncia essere il derby di Milano previsto per la 5ª giornata.
Le due squadre milanesi si annunciano come protagoniste anche in questa stagione, ma la seconda giornata sembra aver invertito il morale delle due tifoserie.
Gli interisti, preoccupati dopo la vittoria giunta all’ultimo respiro contro il Lecce alla prima giornata, hanno potuto gustare il ritorno della Lu-La, con uno splendido gol di Lautaro Martinez su assist di Romelu Lukaku che risveglia la memoria dello scudetto di due anni fa.
Inoltre i tifosi sono stati rincuorati dalle rassicurazioni societarie sulla permanenza di Milan Skriniar e Denzel Dumfries, dalla crescita di Federico Dimarco nel doppio ruolo di difensore o esterno a tutto campo e dalla prontezza della coppia di attaccanti di riserva, Edin Dzeko e Joaquin Correa, nel confezionare il terzo gol contro lo Spezia.
Al momento sembrerebbe mancare solo un difensore per completare le rotazioni in difesa, in vista dei tanti impegni ravvicinati della stagione (Acerbi, Akanji o Chalobah).
Al contrario il Milan, dopo il convincente esordio contro l’Udinese, ha messo in mostra una preoccupante sterilità offensiva contro l’Atalanta, partita risolta solo dal colpo da maestro di Ismael Bennacer.
Il quartetto di giocatori offensivi non ha mai prodotto veri pericoli, sbagliando molte soluzioni nel caso di Junior Messias o risultando totalmente assente dal gioco come Brahim Diaz.
In attesa dell’inserimento dei nuovi De Ketelaere, Adli e Origi il Milan deve ritrovare quella fluidità nella manovra offensiva dalla trequarti in avanti se vuole pensare di ripetere l’exploit della scorsa stagione.